Tutto quello che avreste voluto sapere sulle celebrity mantovane (e non avete mai osato googlare)

Marianna Tognini
Hic + Nunc
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4 min readJun 10, 2019
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Di lui, Ferdinand Porsche disse «è il più grande corridore del passato, del presente e del futuro»; tedeschi — dopo che il 16 luglio 1935 vinse il Gran Premio di Germania con un’Alfa Romeo P3 da 330 CV — iniziarono a chiamarlo «Der Teufel», il diavolo; Enzo Ferrari sosteneva che «nessuno accoppiava, come lui, una così elevata sensibilità della macchina a un coraggio quasi disumano»; Lucio Dalla gli dedicò una canzone, Nuvolari.

«Quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari, | la gente arriva in mucchio e si stende sui prati, | quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari, | la gente aspetta il suo arrivo per ore e ore | e finalmente quando sente il rumore | salta in piedi e lo saluta con la mano, | gli grida parole d’amore | e lo guarda scomparire | come guarda un soldato a cavallo, | a cavallo nel cielo di Aprile!»

Tazio Nuvolari è stato il più grande pilota automobilistico del ‘900, originario di Castel d’Ario, in provincia di Mantova: la sua fulminante e spericolata carriera sportiva abbraccia il trentennio che va dal 1920 al 1950, e lo porterà a venire ricordato come il «Mantovano Volante» o «Nivola». Caparbio, appassionato, coraggioso, tenace, temerario, folle e rivoluzionario: le prodezze di Tazio sono passate alla storia, tanto da dare il nome a un canale televisivo dedicato ai motori — Nuvolari, per l’appunto — da ispirare numerosi brani musicali — oltre a Dalla, anche Secondo Casadei, Sergio Bassi, il Trio Lescano — e da vantare un film — Quando corre Nuvolari, pellicola del 2018 di Tonino Zangardi — in cui viene interpretato dall’attore teatrale italo-britannico, Brutius Selby.

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E se la vita di Nivola è paragonabile a un lungo e folle viaggio, uno che di viaggi ne ha fatti parecchi è Patrizio Roversi, conduttore televisivo mantovano. Insieme all’ex moglie Syusy Blady è stato il volto di programmi RAI quali Turisti per caso, Velisti per caso, Evoluti per caso e Slow Tour e ha contribuito a solleticare la vena turistica degli italiani, anche attraverso libri come Di passaggio in India; Quel poco che abbiamo capito del mondo facendo i turisti per caso; Chiudi il gas e vieni via: viaggi di un sedentario.

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Se si parla di Mantova e di libri, risulta impossibile non citare Corraini Edizioni, casa editrice mantovana (ma anche galleria d’arte, nonché spazio di sperimentazione e ricerca) fondata nel 1973 da Marzia e Maurizio Corraini. Tra le tante collaborazioni con diversi artisti spicca quella con Bruno Munari, che ha lavorato stabilmente con Corraini per molti anni trasmettendo l’idea di un laboratorio sempre aperto alla creatività e alla fantasia. Senza Marzia Corraini, Luca Nicolini e sua moglie Carla, Laura Baccaglioni, Annarosa Buttarelli, Francesco Caprini, Paolo Polettini e Gianni Tonelli, poi, non esisterebbe uno degli appuntamenti culturali italiani più attesi dell’anno, quel Festivaletteratura che dal 1997 prevede una cinque giorni di incontri con autori provenienti da tutto il mondo, che animano la patria dei Gonzaga con reading, percorsi guidati, spettacoli e concerti.

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Concerti, ergo musica: Mantova ha dato i natali a Gianni Dall’Aglio, batterista e percussionista che a soli 14 anni diventa il batterista di Adriano Celentano e nel 1960 forma I Ribelli, gruppo d’accompagnamento del Molleggiato per dieci anni. Oltre a Celentano, Dall’Aglio collabora con Lucio Battisti, Mina, Patti Pravo, Ivano Fossati, Loredana Bertè, Mia Martini, Little Tony, Bruno Lauzi, diventando un richiestissimo Session Man: la sua storia verrà raccontata nell’autobiografia Batti un colpo, pubblicata nel 2014, che raccoglie oltre cinquant’anni di collaborazioni.

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Last but not least, Fabrizio Paterlini, pianista e compositore forse più conosciuto all’estero che in Italia. I suoi album sono stati paragonati ai lavori dei ‘grandi’ Ludovico Einaudi, Erik Satie e George Winston, ma lui non si scompone affatto, anzi: non di rado attribuisce il merito del suo successo a Mantova, la città natia dove è tornato durante la scrittura di Viaggi in aeromobile, il primo disco solista che ha costituito la sua personale svolta. Perché riconciliarsi con le proprie origini non è mai un passo indietro, bensì un balzo in avanti.

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