La moda, Sanremo e Chiara Ferragni
Che cos’è la moda? Definizione sintetica: la moda è Sanremo.
Qualcosa che ci riguarda tutti perché tutti ne parlano.
Le chat su Whatsapp al risveglio.
Twitter e Facebook colonizzati da un solo hashtag.
La stazione centrale di Milano con i megaschermi che proiettano i nomi degli artisti.
I titoli dei giornali del mattino, nonostante guerre e terremoti e sfollati.
Qualcuno l’ha indossato (ehm, visto), qualcuno no, ma tutti sanno che esiste. Che accade. L’immaginario è colonizzato.
Chi non lo indossa, deve dichiarare perché non lo fa.
O inorgoglirsi della sua astinenza.
O dar conto del suo silenzio.
Alla moda non si scampa nemmeno quando si cerca rifugio nell’antimoda (o proprio per il fatto di averci provato).
E poi: la moda è spesso autoreferenziale. Come se scrivesse una lettera a se stessa. E gioca sulle contraddizioni: copre mostrando, rendendo nudi svela. Ferragni non indossa la moda, la è, la incorpora, la rigurgita, la possiede, la sovrasta e ne è sovrastata.
Parafrasando Spencer: la coscienza di essere perfettamente ben vestiti, e quella di aver guardato Sanremo, può dare una pace che la stessa religione non può dare.
(Se vi state chiedendo se l’ho visto, non ve lo dico)