La serialità è meglio — Ep. 2: Il Riconoscimento

Fra i vari benefici di una comunicazione seriale, oggi ne vediamo uno fondamentale: il riconoscimento.

Hueval
Published in
3 min readSep 8, 2020

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Benvenuti a questo secondo episodio del ragionamento sulla serialità. Ce ne siamo occupati in “La serialità è meglio”, primo articolo di diversi che proveranno a sostenere la tesi che organizzare le attività di comunicazione in una dimensione seriale agevoli l’onere del comunicatore e migliori l’efficacia del messaggio.

Oggi parliamo di riconoscimento.

Rubiamo questo concetto alla psicologia, che generalmente la definisce come una dinamica che si determina quando una persona entra in contatto con qualcosa che già conosce e che stimola in lei una reazione immediata e instradata da esperienze precedenti.

Per spiegarla, usiamo una sequenza di 4 parole:

  • Segno
  • Significato
  • Segnale
  • Azione

L’individuo emette continuamente dei SEGNI, sia in modo consapevole che inconsapevole. Quando alcuni di questi segni vengono recepiti da un altro individuo, vengono associati a dei SIGNIFICATI, sempre diversi per ogni individuo ma sempre identici col passare del tempo (parliamo di inconscio perché, se si parla di conscio, può cambiare). Il significato viene elaborato dall’individuo ricevente e determina un SEGNALE di risposta, che a sua volta scatena un’AZIONE.

Quando l’individuo percepisce un segno già conosciuto in precedenza, si determina un riconoscimento. Si salta cioè quel processo appena descritto, determinando direttamente l’azione corrispondente.

Se un segno noto scatena automaticamente e immediatamente un’azione determinata e prevedibile, chi produce comunicazione può sfruttare questa dinamica per generare, o meglio instillare, reazioni volute nel proprio pubblico.

Pensiamo ad esempio al semaforo rosso, che è simbolo di pericolo. Lo è in quanto segno di un segno (cioè il significato collettivamente condiviso).

Quando produciamo comunicazione, ad esempio pubblicando contenuti su una pagina Instagram, potremmo pensarli in modo seriale. Potremmo iniziare la nostra narrazione stabilendo un setting, cioè un contesto e un ambiente circoscritto (concettuale e di senso) nel quale inquadrare il messaggio e i fatti raccontati. Potremmo anche associare ad alcuni elementi del setting immagini e sensazioni positive e coinvolgenti.

In seguito, allo svolgersi della narrazione e in capitoli successivi, potremmo anche solo richiamare quegli elementi per suscitare nel lettore le medesime sensazioni già condivise in precedenza, che si sommerebbero a quanto esplicitamente narrato.

La serialità, in questo caso, serve a produrre un riconoscimento. Il ricevente potrà cioè subire un condizionamento inconscio che potrebbe aumentare l’efficacia del contenuto esplicito.

Una libraia specializzata in libri per bambini, che volesse costruire un’efficace strategia di comunicazione su Instagram, potrebbe iniziare raccontando l’origine della propria passione per i libri. Potrebbe narrare il valore della lettura nella propria infanzia, ricordando i libri che da bambina le hanno generato maggiore eccitazione e dei quali ha condiviso la lettura con la propria mamma. Il racconto potrebbe spaziare sui momenti di festa, quando li ha ricevuti in dono, sui luoghi dove ricorda di averli sfogliati in compagnia della sua famiglia, sugli odori di quei pomeriggi casalinghi addolciti da torte a cuocersi in forno. Con questi contenuti, potrebbe accendere una prima relazione con il proprio uditorio.

Continuando ad alimentare il flusso di comunicazione Instagram tra nuove uscite, premi letterari, offerte speciali ed eventi di presentazione di libri, potrebbe talvolta richiamare alcuni dei segnali instillati. Il lettore, che in precedenza ha avuto modo di immergersi, immedesimarsi e godere del trasporto emotivo generato dai racconti dell’infanzia, in un attimo potrebbe essere inondato da sensazioni profonde e inconsce (quindi molto efficaci nella capacità di condizionare) e venire così tendenzialmente influenzato dal contenuto trasmesso esplicitamente nel messaggio corrente.

La serialità, in questo caso, serve a produrre un riconoscimento. Il ricevente potrà cioè subire un condizionamento inconscio che potrebbe aumentare l’efficacia del contenuto esplicito.

Il riconoscimento funziona quando esiste una relazione, quando c’è un passato, quando tra emittente e ricevente c’è un legame.

Di relazione ci occuperemo nel prossimo articolo de’ “La serialità è meglio”.

Stay tuned!

An English version of this article can be found at this link.

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