Fattore umano, clima, cibo, energia, migrazioni sostenibili

Human Factor Lab
Human Factor, per discuterne
2 min readJan 12, 2015

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di Filiberto Zaratti

Se dobbiamo osservare rigidamente i dettami Europei in materia fiscale e di bilancio, senza discutere delle drammatiche conseguenze che i trattati europei stanno producendo sul tessuto sociale ed economico degli stati membri, quando si parla di ambiente l’Europa è lontana. Le Direttive in materia ambientale sono le più violate dal nostro paese, tanto che il maggior numero delle procedure d’infrazione aperte nei confronti dell’Italia riguardano proprio le questioni ambientali. La gestione dei rifiuti è in questo senso paradigmatica. Il binomio discariche inceneritori ha per decenni condannato il Paese a rincorrere continue emergenze ambientali, le cui gestioni commissariali sono state spesso foriere di gravissime infiltrazioni dei poteri criminali.

L’ignoranza della politica e importanti lobby dell’industria sporca hanno ingessato la gestione dei rifiuti, per orientarla verso lo smaltimento piuttosto che in direzione del riciclo, producendo enormi distorsioni. La maggior parte delle amministrazioni, spesso per pigrizia, mancanza di professionalità e sotto la pressione d’interessi forti, ha deciso di chiudere gli occhi di fronte al fallimento di queste politiche.

Occorre cambiare davvero. In questo caso la politica Europea deve porsi al centro della nuova strategia di gestione dei rifiuti, seguendo la gerarchia indicata dalla Direttiva Europea Quadro Rifiuti fin dal 2008, che indica quale priorità principale, la prevenzione, il riutilizzo e il riciclaggio di materiali da preferirsi alla valorizzazione energetica dei rifiuti, quale sistema residuale di trattamento.

Significa ridefinire l’intero sistema di gestione dei rifiuti, che possono rivelarsi non più una voce di costo economico ed ambientale per le comunità, ma un generatore di risorse, risparmi e buona occupazione. Lo dimostrano quelle centinaia di amministrazioni virtuose che hanno puntato con decisione su politiche attive per la riduzione, sul forte aumento della raccolta differenziata e sul massimo recupero delle materie, agendo anche sulla riduzione della tariffa per i cittadini.

Lo sanno bene quei 1347 Comuni italiani che hanno determinato il passaggio alla tariffa puntuale, sostituendo l’attuale tassa sui rifiuti, calcolando la tariffa in base all’effettiva quantità dei rifiuti prodotti dall’utente. Queste amministrazioni hanno visto crescere le percentuali di raccolta differenziata e ridurre la produzione dei rifiuti, nonostante i contributi ad esse riconosciuti per queste politiche virtuose sono ancora troppo bassi.

Queste ed altre questioni saranno al centro del confronto e dell’elaborazione comune nel laboratorio sui Rifiuti.

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