Una diversa lentezza

Human Factor Lab
Human Factor, per discuterne
2 min readJan 21, 2015

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di Maria Murante — coordinatrice regionale SeL Basilicata

All’ultima assemblea nazionale di SeL molti interventi hanno evocato l’attesa di Godot per ‘ritrarci’ nell’attuale fase politica. Il tema dell’attesa ha rappresentato sempre un suggestivo strumento nella critica ‘di sinistra’ (come non ricordare il Calvino della ‘bonaccia nelle Antille’). Ma superato il momento suggestivo, la riflessione che viene subito dopo dovrebbe anelare alla capacità di saper contrapporre una ‘diversa lentezza’ alla velocità supersonica cui oggi si vuole costringere la politica e il suo agire.

Una diversa lentezza come paradigma di una inversione di tendenza o — se mi si lascia passare l’immagine novecentesca — come antagonismo ai processi proposti ed imposti, perchè il rischio che si cela dietro alla velocità è la semplificazione come strumento di dominio. Ecco perchè trovo felice — a proposito, che fine ha fatto quel diritto alla felicità che solo qualche anno fa avevamo provato a porre al centro del dibattito e dello agire politico come segno della contraddizione dell’attuale divisione internazionale del lavoro? — l’aver dato vita ad una conferenza di programma che metta al centro l’uomo come fattore significante… l’uomo con i suoi tempi, i suoi bisogni, i suoi spazi, i suoi sogni, fuori dalla mercificazione in cui tutto è costretto nell’era della tecnica turbocapitalistica.

Una diversa lentezza che capovolge innanzitutto modalità, individuando nella conferenza non già un punto di approdo, bensì un punto di partenza; scegliendo di porre documenti e riflessioni non già come conclusione di un dibattito, bensì come tracce aperte, capaci di muoversi in questo tempo inedito che riproduce quella separatezza e quelle solitudini che hanno reso possibile la guerra di classe al contrario. Provando però, allo stesso tempo, a nominare con forza errori e debolezze, perchè solo partendo da questi e queste sarà possibile immaginare e disegnare la nave capace di uscire dalla navigazione a vista.

Human Factor come consapevolezza della necessità di una narrazione costituente un nuovo discorso pubblico, nel cuore del particolarismo agente di questa contemporaneità. Col coraggio di chi non è il ritratto del soldato della gerusalemme liberata, che pure qualcuno ha voluto dipingere, e con la volontà a riannodare i fili comunicativi tra sapere ed agire. Tornando a tematizzare: il lavoro, il mezzogiorno, l’economia, il futuro, l’ambiente, la cultura.

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