Contributo al Documento nazionale per l’organizzazione

Human Factor Lab
Human Factor, per organizzarci
5 min readJan 23, 2015

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Da Sel Lombardia

La Commissione per l’Organizzazione di Sinistra Ecologia Libertà della Lombardia, composta dal Coordinamento Regionale e da delegati delle 12 Federazioni Provinciali della Lombardia riunitasi nell’Ambito della Conferenza Programmatica e di Organizzazione Regionale il 17/01/2015 condivide le premesse del documento di organizzazione nazionale e la necessità di rivedere le pratiche della strutturazione dell’agire politico. Ritiene però doveroso, alla luce del vissuto quotidiano di SEL nella nostra Regione, caratterizzata sia da grandi aree metropolitane che da zone rurali costellate da piccoli centri, avanzare le seguenti considerazioni e proposte.

Riflessioni sul punto A)

Accogliamo favorevolmente l’istituzione dell’Albo Digitale della Sinistra, quale modalità utile alla creazione di una platea di sostenitori, simpatizzanti ed elettori che ci dia uno strumento utile ad allargare le nostre possibilità di confronto e mobilitazione politica ben oltre la cerchia dei nostri iscritti, creando un effetto moltiplicatore della nostra proposta.

Ritenendo però di fondamentale importanza la legittimità e la chiara composizione di questo Albo, riteniamo importante che l’adesione al medesimo possa essere fatta in modalità tali da permetterne l’effettiva consultazione e pertanto ravvisiamo la necessità che sia composto da singoli individui chiaramente identificabili. Comprendendo e condividendo però l’ispirazione e le motivazioni politico-sociali che sottendono alla proposta formulata nel documento nazionale di comprendervi gruppi, organizzazioni o associazioni, ci permettiamo di proporre per questi soggetti l’istituzione di un albo apposito per questa tipologia di adesione.

Per quanto concerne l’apertura dei nostri organismi dirigenti ad esterni, riteniamo questa possibilità una ricchezza che deve però essere lasciata alla libera decisione degli iscritti o delle assemblee titolate alla nomina degli organismi, senza prevedere quote precostituite.

Riflessioni sul punto B)

Nel documento nazionale l’impostazione data da questo punto parte dal presupposto della necessità di snellire la nostra struttura, semplificandola e rendendone più agile la vita interna. Condividiamo l’esigenza esposta in questo punto di far si che la nostra organizzazione possa andare oltre la “classica” struttura di Partito, sperimentando e avviando forme differenti da quelle “storiche” di organizzazione dell’azione politica.

Siamo però al medesimo tempo convinti che occorra fare molta attenzione a maneggiare la struttura degli organismi dirigenti, data la sostanziale necessità di mantenere una sede chiara e legittimata di decisione non solo dell’azione politica ma anche della tattica, delle scelte elettorali e del potere di nomina in organismi diversi da quelli istituzionali o di partito.

L’Elemento dirompente contenuto in questo punto è la sostanziale liquidazione delle Federazioni provinciali come organo del Partito (fatte salve quelle metropolitane), in virtù di un rilancio dell’istanza di base, il Circolo.

Questa proposta ci sembra poco calzante con l’attuale conformazione del nostro Partito, che in molte realtà non metropolitane, proprio in considerazione del ristretto numeri degli iscritti, vede la Federazione Provinciale come effettiva istanza di base e motore del Partito, talvolta senza neppure l’articolazione in circoli, o con una articolazione in circoli che è più formale che sostanziale.

Il Rischio di una riforma così radicale è che in moltissimi territori si vada ad eliminare l’unico livello che realmente funziona e che oggi fornisce la necessaria rappresentanza al Partito, rischiando di impoverire e non di arricchire la nostra presenza territoriale.

Le Federazioni oggi ci sono ovunque, i circoli a volte si e a volte no, e la loro composizione numerica e quindi la loro legittimità politica varia enormemente da territorio a territorio. Occorre altresì tenere presente che dove esistono Federazioni con numeri di iscritti di poche decine di unità, sovente le Federazioni si articolano nel loro funzionamento de facto come “circoli provinciali”.

La diminuzione degli organismi e dei livelli del Partito, si deve fare senza lanciarsi in un insidioso ed incerto azzeramento dell’esistente e continuando a garantire un livello Federale.

Proponiamo pertanto di lasciare nella sostanza il livello politico della Federazione provinciale, ma di stabilirne differenti schemi organizzativi in virtù del grado di complessità e dimensione della medesima, cercando di spingere ove ve ne sia la presenza o la potenzialità ad una rafforzamento del ruolo dei Circoli.

In virtù di queste riflessioni si propone pertanto la seguente modifica alle linee guida che disciplina la riforma delle Federazioni:

Le Federazioni con un numero di iscritti fino a 100 e una articolazione territoriale inferiore a 3 circoli svolgono un Congresso unico su base federale che elegge il Coordinatore, il Tesoriere, la Commissione di Garanzia e i delegati al Congresso regionale e nazionale. L’Assemblea Federale è composta dagli iscritti della Federazione.

Il Coordinamento Federale è eletto unicamente in mancanza di articolazione in Circoli, in presenza di questa articolazione è costituito dal Coordinatore Federale e dai Coordinatori di Circolo.

Le Federazioni con un numero di iscritti superiore a 100 e una articolazione di almeno 3 circoli svolgono i Congressi di Circolo eleggendo i membri dell’Assemblea Federale, la Commissione di Garanzia e i delegati al Congresso regionale e nazionale. L’Assemblea Federale elegge il Coordinatore il Coordinamento e il Tesoriere Federale come da statuto vigente.

Ricordando che il riconoscimento della costituzione di nuovi circoli è affidato ai livelli organizzativi regionali del Partito, riteniamo che questa sia una garanzia sufficiente nei confronti di possibili fenomeni antidemocratici che potrebbero indurre un Coordinatore Federale ad ostacolare la creazione di nuovi circoli al fine di mantenere in capo al livello Federale tutta la rappresentatività e legittimità del Partito.

Riflessioni sul tesseramento

La tessera ad un partito è un qualcosa che deve avere un valore, essa da il potere di influenzare la vita degli organismi dirigenti e le scelte politico/elettorali del partito, pertanto non deve essere fatta con leggerezza e noncuranza, ma deve essere chiaro a chi fa una tessera la rilevanza che la sua opinione acquisisce all’interno del Partito, opinione che sarà ulteriormente rafforzata rispetto ad oggi se andrà a buon fine il progetto di rilancio e rafforzamento del ruolo politico dei Circoli.

Inoltre la contrazione del finanziamento pubblico della politica pone la necessità di far si che il tesseramento vada a contribuire in modo sostanziale e non simbolico alla necessità di raccogliere fondi in misura tale da garantire la sopravvivenza delle strutture politiche alle quali il tesseramento stesso garantisce all’iscritto l’accesso, l’agibilità politica e la potestà decisionale.

In ragione di questa necessità di far si che il finanziamento sia visto anche in funzione di sostegno economico al partito è imprescindibile che sia ripristinato un corretto rapporto tra il livello nazionale e le articolazioni territoriali, grazie ad un effettivo ristorno in tempi certi e sensati delle quote tessera di spettanza locale.

Proponiamo inoltre al fine di non creare discrimine tra gli iscritti che la quota tessera minima da corrispondere sia uniformata su base nazionale e che questa quota sia portata alla quota attualmente stabilita da SEL in Regione Lombardia pari a 25€ per i lavoratori e 20€ per studenti, disoccupati e pensionati.

Per quanto concerne l’esecuzione del tesseramento, riteniamo che assieme al mantenimento della attuale possibilità autonoma di iscrizione al partito, deve essere data potestà alle strutture locali di provvedere direttamente alla realizzazione del tesseramento, con una validazione dell’effettivo tesseramento e l’acquisizione dei relativi diritti al momento dell’inserimento nel database nazionale e del versamento dell’importo dovuto alla struttura nazionale.

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