Servono parole chiare, obiettivi precisi, collaborazione a tutti i livelli e radicamento

Human Factor Lab
Human Factor, per organizzarci
8 min readJan 22, 2015

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Dal Coordinamento provinciale SEL Bologna

Al nostro Congresso nazionale si decise di rimandare un confronto necessario sul rilancio della proposta programmatica di SEL e sulla nostra forma organizzativa per metterlo al centro di una riflessione attenta e libera dai condizionamenti delle contingenze del momento. Una scelta che ha lasciato in sospeso molti nodi, ma dettata da un principio giusto che abbiamo condiviso.

Ora quel momento tanto atteso è finalmente arrivato e si colloca in una fase politica decisiva non solo per Sel ma per tutta la sinistra in Italia. Una fase che non ammette sbagli o ulteriori ritardi. Soprattutto negli ultimi mesi, segnati dallo scontro senza precedenti tra il Governo e il mondo del lavoro, dall’incapacità di dare risposte adeguate alla sofferenza sociale che investe una fetta sempre più ampia di persone, da una disaffezione crescente e preoccupante dei cittadini nei confronti della politica, da un’attenzione particolare del Pd verso politiche liberiste, si è manifestata forte la necessità di una sinistra in grado di portare avanti politiche di giustizia sociale, di contrasto alla precarietà di vita e lavoro, di difesa dei diritti e dell’ambiente.

Una sinistra che sia punto di riferimento per chi ha perso fiducia nella politica e nei suoi rappresentanti e per chi non si riconosce più nelle proposte formulate dal Pd o dall’immobilismo del Movimento 5 Stelle.

La Conferenza di Programma e di Organizzazione deve essere necessariamente il momento per mettere al centro la riflessione su questa sinistra da ridefinire, rafforzare, per il rilancio di una proposta programmatica che individui in modo chiaro le nostre priorità e come intendiamo, con proposte concrete, portarle avanti. Un passaggio ineludibile perchè è solo a partire da questa riflessione nel merito e sulle nostre proposte che possiamo, in modo consapevole e chiaro, proseguire un percorso di apertura e confronto con i soggetti politici a noi vicini, a partire, prima di tutto, da quella parte del Partito Democratico che sta maturando l’idea di un progressivo allontanamento e, naturalmente, con quanti hanno condiviso con noi il percorso che ha portato alla creazione dell’Altra Europa.

Nella traccia di documento politico elaborato dal Gruppo dirigente nazionale ravvediamo un’analisi più sociologica che di natura programmatica e politica, troppo generica rispetto agli obiettivi che abbiamo indicato. Forse per questo saranno più utili i documenti che emergeranno dai tavoli di approfondimento, di cui peraltro non conosciamo ancora bene le modalità di funzionamento e partecipazione. Quel documento, condivisibile nei principi e sinceramente troppo escludente nella forma, è privo infatti di proposte concrete sulle quali

incardinare un dibattito. E le persone, che noi giustamente vogliamo rimettere al centro della nostra azione politica, si attendono da noi parole chiare e misure concrete e realizzabili.

Allora dovremmo soffermarci di più ad indicare in quale modo pensiamo di dare risposte al mondo del lavoro, cosa proponiamo, al di là del reddito minimo, per estendere l’occupazione e i diritti sul lavoro. In una bozza di documento programmatico ci saremmo dovuti soffermare ad indicare prima di tutto quale è la nostra idea di istruzione e formazione e come intendiamo realizzarla, o la nostra idea di welfare, di sanità, di tutela dei beni comuni e dell’ambiente. Individuare priorità, lanciare proposte reali, disegnare una strada. Questa è la carenza principale che ravvediamo e che vorremmo segnalare.

Perchè se alla nostra Conferenza di Programma manca un fine, un obiettivo, il rischio, che non possiamo permetterci di correre, è di fare un ingente sforzo di approfondimento sui temi di stampo più accademico che politico e di non riuscire a far capire alle persone e alle altre forze politiche chi siamo, cosa vogliamo fare e come vogliamo procedere.

In sostanza, dobbiamo definire l’idea di mondo e di società che vogliamo costruire, renderci capaci di connettere e fondere le istanze di chi la condivide e lotta per realizzarla sia all’interno delle Istituzioni che fuori di esse, nei movimenti, nelle associazioni, nelle piazze. Sui territori lo stiamo facendo, costruendo relazioni con le rappresentanze sindacali o con i gruppi di cittadini, lavorando per aprire percorsi di mediazione e ascolto tra loro e le amministrazioni, facendoci portatori di istanze condivise.

Questa è la sfida principale, per una sinistra utile alle persone, una sinistra che si riconnette con la vita reale e che governa e non subisce il cambiamento della società.

La riorganizzazione della nostra struttura è sicuramente un passaggio importante ma crediamo che la Conferenza di Milano debba prima di tutto concentrarsi su questo obiettivo. La modifica di alcuni articoli dello Statuto di SEL non è sicuramente al centro dei problemi reali delle persone.

In merito a questo elemento, tuttavia, la prima osservazione che ci sentiamo di fare è sul metodo. Crediamo che prima di addivenire alla stesura di una proposta del genere sarebbe stato opportuno l’avvio di una consultazione, un confronto e un coinvolgimento reale dei territori. Ripartire dal “fattore umano” per noi vuol dire anche questo perchè non neghiamo il disagio nel leggere nel testo alcune affermazioni ingenerose nei confronti del lavoro volontario, faticoso e costante dei militanti, sia dei Circoli che delle Federazioni. Un lavoro che in questi anni è stato portato avanti sopperendo ad alcune carenze, anche da parte del gruppo dirigente nazionale.

Nel documento proposto dal nazionale manca infatti un seppur minimo accenno ad eventuali responsabilità dei livelli regionali o nazionali, mentre fin troppo esplicita è la critica al lavoro delle Federazioni Provinciali e dei Circoli. Il tesseramento ad una formazione politica è infatti segnato in larga misura dal senso di appartenenza o di condivisione di linea politica nazionale e pertanto è irragionevole imputare la responsabilità del calo degli iscritti solo al livello locale. Come è estremamente parziale e riduttiva la critica all’aggiornamento dell’agenda nazionale on line degli appuntamenti quando quello di cui avremmo bisogno è piuttosto un maggior supporto nella condivisione e nel rilancio di documenti che puntualmente inviamo e che molto raramente vedono una pubblicazione.

Concordiamo con la necessità espressa di continuare a cercare di rendere SEL un luogo sempre più accogliente, per farlo però crediamo si debba anche creare una maggiore sinergia tra tutti i livelli, condividere le scelte e le informazioni, rilanciare sul territorio la linea politica nazionale, che vogliamo e dobbiamo contribuire a definire, e vedere il nostro operato sui territori oggetto di attenzione e di valorizzazione a livello nazionale, promuovere il dibattito e la formazione politica,

Puntare sulle relazioni, tra di noi e fuori di noi.

Per questo non abbiamo bisogno di cancellare le strutture intermedie come le Federazioni che, invece, svolgono un ruolo importante come raccordo politico e organizzativo di aree vaste, nè di esautorarle dal compito di definizione della linea politica sui territori e renderle così un coordinamento di Circoli impegnato nel solo adempimento organizzativo di quanto deciso in altri livelli. Non abbiamo neanche bisogno di istituire delle quote fisse di dirigenti non tesserati per portare avanti una politica aperta e coinvolgente che è già, nei fatti e da sempre, nel nostro Dna. Prova ne sono le numerose esperienze cui abbiamo dato vita in questi anni sui territori, anche in vista di elezioni amministrative.

Non è con la matematica che si creano relazioni, ma con la politica e su quella vogliamo puntare.

Bene l’idea di promuovere e diffondere nuove forme di partecipazione politica attraverso l’implementazione dei sistemi digitali, di avvicinare i cittadini alle nostre iniziative coinvolgendoli su campagne, temi, proposte specifiche, anche attraverso la costituzione di Albi. Perchè spesso la vita politica nei partiti è fatta di passaggi, riunioni, assemblee che riguardano argomenti interni cui molte persone non sono interessate a partecipare. Condividiamo pertanto l’idea di promuovere delle consultazioni tematiche aperte a patto che siano l’esito di un reale percorso di partecipazione e apatto che si trovi il giusto equilibrio tra queste consultazioni e la garanzia e il rispetto della democrazia interna, evitando in questo modo di sminuire l’impegno dei militanti di SEL

che, a titolo prettamente volontario e senza alcun tornaconto personale, mantengono in vita questa comunità. La vita politica del partito non si deve esaurire nell’esercizio delle consultazioni.

Dovremmo rendere le nostre sedi dei luoghi aperti in cui poter fornire servizi utili alle persone, promuovere percorsi di formazione di carattere sociale, coinvolgere cittadini ed associazioni in progetti comuni.

La Federazione di Bologna, già nel congresso di un anno fa, nonostante non fosse previsto da alcun Regolamento, ha scelto di assegnare un ruolo di primo piano ai Circoli, cardine di tutta l’azione politica di un partito che intende radicarsi sul territorio, centri di elaborazione politica, i più prossimi alle persone. Abbiamo cercato di stimolare i circoli e ne abbiamo promosso la costituzione, pertanto non possiamo che condividere l’attenzione che il documento nazionale riserva loro. Siamo consapevoli del prezioso lavoro che conducono i Coordinatori dei Circoli, soprattutto nelle realtà più piccole e periferiche, dove sono presidi di fondamentale importanza. Non occorre istituire dei premi di produzione che rimandano ad un linguaggio aziendale così lontano da quello che siamo e vogliamo essere, non serve incentivare la competizione tra di noi. Fattore umano è, per noi, capire di volta in volta chi ha più bisogno di aiuto, sostenere chi è in difficoltà, aiutarlo a crescere, costruire reti non classifiche.

Non comprendiamo pertanto, anche alla luce del lavoro svolto, come si possa affermare che le Federazioni costituirebbero un ostacolo alla crescita e alla valorizzazione dei Circoli e dei loro coordinatori.

Non abbiamo bisogno di strutture pesanti ma di mettere in campo varie forme di partecipazione alla vita politica, che rispondano alle diverse esigenze delle persone e che valorizzino le diverse capacità e propensioni. Dovremmo evitare di condurre infiniti e ripetitivi dibattiti senza conclusioni, costituire gruppi di lavoro tematici aperti e coinvolgenti, essere più operativi e dedicare una significativa attenzione non solo ai temi nazionali ma a quelli del governo del territorio, alla politica vicina alle persone.

Anche il nazionale deve fare la sua parte: collaborando con noi, consultandoci e non solo a decisioni già assunte, promuovendo maggiori incontri su singoli temi con i refernti territoriali, inviando materiali preparatori utili ad indirizzare un confronto nelle Assemblee nazionali che spesso è invece ondivago.

Proponiamo pertanto che nello Statuto nazionale di SEL si inseriscano, oltre a quanto sopra indicato:

- la creazione di una Conferenza Permanente tra il coordinamento nazionale e i coordinatori provinciali e regionali che sia luogo di confronto e di scambio reciproco e non unidirezionale;

- la partecipazione facoltativa in qualità di uditori dei coordinatori provinciali agli incontri della Presidenza nazionale;

- la calendarizzazione una o due volte l’anno di un momento aperto di confronto e approfondimento sulle nostre proposte programmatiche come quello in programma a Milano dal 23 al 25 gennaio;

- la creazione e convocazione di una conferenza nazionale dei tesorieri che sia finalizzata al confronto, allo scambio di informazioni, alla formazione e all’individuazione di strumenti e strategie comuni.

Sono proposte utili per le relazioni tra noi, per una SEL connessa, condivisa e partecipata a tutti i livelli che è la comunità che vogliamo costruire.

Circolo Terre d’Acqua — Anzola dell’Emilia, Calderara di Reno, San Giovanni in Persiceto, Crevalcore, Sala Bolognese. Sant’Agata Bolognese

Circolo Terre di Pianura — Baricella, Budrio, Castenaso, Granarolo, Minerbio, Molinella Circolo Ken Saro Wiwa — Casalecchio di Reno, Marzabotto, Sasso Marconi, Zola Predosa

Circolo Tina Modotti — Monte San Pietro

Circolo Salvador Allende — San Lazzaro di Savena, Ozzano, Monterenzio, Pianoro, Loiano

Circolo 25 Aprile — Medicina SEL Castel San Pietro Terme Circolo Danilo Dolci — Bologna

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