contadini

Il Vagabondo
Humania — sulle tracce di Olivetti
3 min readApr 26, 2017

testo e tavola di Teresa Lupo

Domenica mattina, finalmente il sole è tornato a dir presente, cerchiamo storie da narrare, l’evento si chiama Humania. Mentre mi guardo intorno in cerca di ispirazione ricevo la mia folgorazione, in lontananza un uomo si accinge a vangare la terra, gesto per me trascendentale che come calamita mi attira a se. Ciccio ha 92 anni, contadino, nella sua memoria non c’è un solo giorno in cui non ha preso la “zappa in mano”, sua fedele compagna da una vita, più di Rosina, che ha chiesto a lui la propria data di nascita, 1926, lei proprio non la ricordava. La loro prima casa è stata una “stanzina buia e umida” abbasc o liceo, canusc tu? mi ha chiesto, io ho capito la zona e le ho nominato 3 probabili vie, ma loro non usavano la toponomastica a cui siamo abituati noi, allora le case, le zone, seguivano una metodica di nomenclazione tutta loro, che è un fascino riportarle alla mente e perciò non abbiamo potuto individuare quale potesse essere la loro casa.

Rosina è stata felice di andare a vivere a La Martella nel lontano 1954, perché non lontano da casa avevano i loro 5 ettari di terreno in zona Matine a seminativo e orto, con una piccola casettina di una stanza, che hanno venduto quando Ciccio o Ciccillo non ha potuto più mantenere il ritmo del lavoro costante che richiedeva un appezzamento così grande, anche se non sta senza fare niente neanche un giorno, neanche quando è festa, come oggi, mi dice alzando gli occhi al cielo rassegnata ma non sconfitta, invece sotto Picciano 1 tomolo ad oliveto, ogni anno 4 bidoni grandi, l’olio per tutta la famiglia. Quindi mi sono imbattuta, neanche a farlo apposta, in una di quelle famiglie che furono sfollate dai Sassi insalubri e per cui, un nutrito gruppo di persone di cultura, studiosi, medici, accademici, immaginarono e realizzarono stralci di città nuova che dovevano soddisfare e migliorare le abitudini e le esigenze di una civiltà contadina in via di estinzione.

La fine del suo operato ha coinciso con la fine del mio e quindi mi sono avvicinata, ho mostrato il mio lavoro e ho avuto le informazioni circa la loro vita, ho raccontato di me, Rosina ha detto che sono fortunata ad avere la figlia femmina, perché i maschi vanno via, lei ne ha avuti due e sono sempre soli, hanno le loro vite a Matera, i figli, invece io che ho la femmina non resterò sola quando sarò vecchia, “quanto è brutta la vecchiaia figlia mia, non sai mai se devi prendere un bastone o due per non cadere!”, mi ha confidato Rosina, invece la domanda che mi ha lasciata veramente basita è stata quella di Ciccio, che come tutti i maschi di un tempo, parla poco con le parole, sono i gesti quelli che rivelano di lui, Ciccio mi domanda: “ma si guadagna a disegnare?” e qui comprendi che la mentalità contadina non si scalfisce mai! Gli ho risposto semplicemente: “Oggi è domenica, non si lavora!”, la risposta deve averlo soddisfatto perché ha annuito e ha toccato la tesa del berretto come a volerlo calcare meglio sulla sua testa continuando ad annuire.

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