La mia prima settimana come UX Designer in Svezia
Riflessioni sull’approccio scandinavo al lavoro nel design
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Da poco ho iniziato il mio tirocinio come User Experience Designer presso la design agency Topp a Malmö, cittadina del sud della Svezia a due passi dalla Danimarca.
Spinta a venire qui dalla fama del design scandinavo, ho deciso innanzitutto di osservare come in Svezia ci si approccia a questa professione e al lavoro in generale. Di questi primi 7 giorni, ho selezionato 5 aspetti che mi piacerebbe riportare e vedere in Italia.
Inizio col botto
Dimenticate il mito (infame) del tirocinante che passa le giornate a portare caffè e fare fotocopie — qui i nuovi arrivati vengono subito inseriti all’interno di un team.
Ancora prima di fare il giro dell’ufficio, sono stata catapultata in un meeting per un nuovo progetto, dove si è discusso assieme delle richieste del cliente e degli obbiettivi da raggiungere.
Nonostante la tensione iniziale, mi è stato utile per entrare subito a contatto con le dinamiche di lavoro e mi ha permesso di fare pratica su un autentico progetto di design.
Paese freddo, cuore caldo
Le temperature saranno anche sotto lo zero, ma qui a Malmö sono stata accolta da persone socievoli e disponibili. Ma, ancora di più, mi ha colpito come il rapporto tra superiori e dipendenti siano molto più “egualitario” rispetto all’Italia.
Abituata alla formalità del mondo universitario italiano, con i capi dell’azienda mi sarei aspettata solamente qualche conversazione breve e formale durante i meeting.
Invece, sono stata quasi presa in contropiede dai semplici “come va oggi?” della COO durante la pausa caffè o dalla stretta di mano e dalle chiacchierate in pausa pranzo con il CEO e gli altri partner.
L’effetto di questo clima più “familiare” è che nessun designer rimane in disparte durante i meeting: tutti sono in grado sia di scherzare che di esprimere commenti e preoccupazioni in maniera diretta, sapendo di avere il supporto di tutti. Credo che questo atteggiamento possa veramente dare a un dipendente aiuto in caso di difficoltà e la capacità di sentirsi (e di essere) parte integrante dell’azienda.
Lavoro e tempo libero
Nella mia prima esperienza di lavoro nel mondo corporate, era abitudine vedere alcuni colleghi lavorare 10 o più per far fronte alle scadenze, o saltare il pranzo pur di non perdere tempo.
Al contrario, per gli svedesi il rapporto fra lavoro e vita privata è sacro.
Ogni dipendente può scegliere liberamente la propria routine (per le proprie 40 ore settimanali): non ci sono orari fissi di arrivo o di chiusura, idem per la pausa pranzo ed è abbastanza frequente vedere colleghi che escono a metà giornata per una lezione di yoga in palestra o per andare a correre.
Il risultato è lampante: il clima in ufficio è estremamente più rilassato e allo stesso tempo i designer sono più produttivi durante le ore di lavoro.
Il processo di design
Topp ha un mantra, think and do: il lavoro del designer è quindi scandito in due momenti, quelli di ragionamento (in gruppo) sugli obiettivi e quelli dove si passa all’azione dedicandosi al prototyping.
Specialmente in caso di progetti complessi, ho trovato efficace il trovarsi a ragionare assieme in più momenti della giornata, per fare il punto della situazione e trovare nuove soluzioni, per poi dividersi di nuovo e concentrarsi sulla propria parte.
E qui nessun team è un isola — se la sfida è particolarmente ardua, un designer può coinvolgere anche tutta l’agenzia per una o più sessioni di prototyping.
I dettagli contano
Se qualcuno mi avesse chiesto di descrivere il mio ufficio ideale, molto probabilmente avrei pensato alla sede di Google a Mountain View che ho visto piú volte online. Lavorando qui, sono dell’idea che effettivamente un bell’ufficio ha il suo effetto, però sono i dettagli a fare la differenza.
Mi spiego:
- Ogni meeting room e ogni open space è arredato con più lavagne, così che è possibile fare schizzi, schemi e brainstorming ovunque;
- Il primo giorno di lavoro, ancora prima di ricevere un computer, sulla mia scrivania ho trovato pennarelli nuovi, 3 pacchetti di post-it e un quaderno per appunti e disegni;
- E se per caso non hai portato niente con te a una delle riunioni, ci sono fogli, pennarelli e post-it a disposizione un po’ dappertutto;
- In più, la maggior parte delle aree comuni ha qualche snack e/o bevande — perchè a stomaco pieno si ragiona meglio.
Grazie a questi piccoli accorgimenti, si perde molto meno tempo e i designer — soprattutto quelli abituati a pensare in modo estramamente visivo — possono lavorare in maniera più efficace.
TL;DR
In questa prima settimana come UX Designer in Svezia, ho avuto a che fare con designer competenti, che mi hanno subito fatto diventare parte del team, all’interno di un ambiente familiare e rilassato; ho scoperto come i qui i lavoratori sono in grado di lavorare in modo efficace (grazie al metodo think and do e ad uffici ben attrezzati), ma preservando le meritate pause e il tempo libero.
*si, è da una settimana che rido