La breve vita dei servizi Web

… e sugli effimeri desideri degli utenti

Gerlando Gibilaro
I. M. H. O.
Published in
2 min readOct 15, 2013

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Nel 1999 insieme ad un mio amico aprivamo il nostro primo sito (non esistevano i blog) che si occupava di musica e precisamente del genere Stoner Rock: StonerRockRules! Quel dominio, credo, sia stato fagocitato da supereva o freeweb, o qualcosa del genere.

La questione era semplice: noi pubblicavamo, gli altri leggevano. Se vuoi metterti in contatto manda una email, oppure spedisci la tua demo che noi eventualmente la recensiamo.

La faccenda oggi si è arricchita. Non è né un bene, né un male. E’ inevitabile. E’ così e basta.

Fruitori di notizie e contenuti ed in automatico generatori di notizie e contenuti, condividiamo, rimescoliamo, pubblichiamo e ri-pubblichiamo. Il tutto mi ricorda, un po’, le barzellette: chi può dire chi per primo le ha create?

Queste grandi possibilità e potenzialità ci vengono offerte dai servizi web-based: alcuni hanno successo (a prescindere dall’innovazione) altri no.

Mi ricordo ad esempio di un browser: Flock, basato su Firefox, il cui principio ispiratore era quello di offrire all’utente la massima connettività con i servizi sociali quali google, flickr, youtube... Spettacolare. Si direbbe una idea destinata ad un successo sicuro.
Risultato: estinto.

Ogni volta che mi affezionavo ad uno di questi strumenti mi dannavo per il loro mancato successo o per la loro repentina chiusura. Un po’ come mi è capitato con alcuni fumetti: Ghost Rider, Sandman, Death, the Preacher…
Ma perché la gente non capisce?

La verità è che il progresso si nutre di macerie, buone o cattive che siano, giuste o ingiuste le fini sono come il concime.

A noi non rimane che provare.

L’immagine di copertina è tratta da questo articolo su TANTO.

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