Ci stiamo dimenticando il pensiero occidentale?

Andrea Wierer
I miei #2Cent
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2 min readNov 16, 2015

Chi si ricorda l’introduzione del Reale Antiseri?

Era il settembre del 1997 e mi presentai al secondo piano della facoltà di Lettere e Filosofia per iniziare a seguire le lezioni che mi portarono alcuni anni più tardi a conseguire la laurea in filosofia. Uno dei primi concetti che appresi fu che la filosofia è una questione tutta occidentale.

Iniziando a leggere Storia del pensiero filosofico e scientifico di Giovanni Reale e Dario Antiseri ci si imbatte nel medesimo concetto. Il pensiero occidentale è stato ed è tutt’ora l’anima della nostra civiltà. Socrate, Platone, Aristotele sono i nostri padri fondatori. Sant’Agostino, Cartesio e Kant sono i nostri santi. Dal sapere e dalla cultura occidentale nascono le scoperte scientifiche, nasce la medicina e nasce il pensiero indagatore, anima della nostra civiltà, spinto dalla meraviglia all’epoca dei cugini greci e dal dubbio dopo Cartesio.

L’occidente ha saputo fondare la propria cultura sul libero pensiero nonostante le torture a Galileo, nonostante i totalitarismi del secolo breve. Perché è sul libero pensiero che abbiamo fondato tutto il nostro essere occidentali. È grazie a questo prelibato frutto dell’occidente che critichiamo l’occidente stesso.

C’è qualcosa però che ogni giorno sembra minacciare questo sapere, il nostro più grande traguardo, la base della nostra civiltà. È una minaccia che si nasconde in una mancanza, in una dimenticanza, in un oblio del pensiero. Mancano le categorie per pensare a quello che sta succedendo. Manca il pensiero, oscurato dalla libertà di non pensare. Non siamo in grado di capire che musulmano e terrorista sono due cose diverse, che migrante e attentatore sono due cose diverse, che terrorismo e religione sono due cose diverse, che si può (e si deve) condannare il terrorismo senza condannare l’Islam. In molti non hanno ancora capito che la maggior parte delle vittime dell’ISIS è musulmana e che una grossa fetta di questi fugge proprio dall’ISIS. Nel sonno del pensiero non sappiamo forse più distinguere il senso e il significato delle parole?

Siamo in guerra, è vero, ma in molti continuano a non capire quale sia il nemico, forse per comodità, forse perché non hanno gli strumenti per capirlo, poco importa. È comunque molto triste. La nostra più grande arma, il saper pensare, la stiamo forse deponendo?

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Andrea Wierer
I miei #2Cent

Papà, expat in Svezia, social media strategist freelance e barefoot runner! Non necessariamente in quest’ordine www.andreawierer.com