Il diritto alla stupidità

Il Family Day ha portato alla luce l’incapacità di dialogo soprattutto tra gli oppositori alla manifestazione

Andrea Wierer
I miei #2Cent
4 min readJan 27, 2016

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Ho letto talmente tante sciocchezze sul Family Day, Unioni Civili e Stepchild Adoption che, anche se ne scrivo una io la situazione non può peggiorare. Ieri ho fatto una riflessione sull’atteggiamento non nuovo, ma decisamente vergognoso di irridere la propria controparte all’interno di un dibattito.

Che il Family Day sia una manifestazione che si fonda su idee quantomeno discutibili mi sembra ovvio. Un evento studiato per NON far avere a qualcuno dei diritti che ormai tutto il mondo civilizzato ha capito che è il caso di concedere è una manifestazione stupida. Vergognosa è invece la propaganda sulla necessità di un bimbo di avere genitori di sessi diversi, in un contesto (ddl Cirinnà) che NON affronta il tema delle adozioni da parte di coppie omosessuali. A questo si aggiunga il fatto che molti detrattori del disegno di legge Cirinnà non hanno ancora capito in cosa consiste e quali temi affronta. Si tratta di 19 articoli tutto sommato facili da leggere e capire, con un Codice Civile alla mano.

Chi parteciperà o sosterrà il Family Day ha, e spero continuerà ad avere, il diritto di manifestare le proprie idee. Anche quando queste vogliono negare i diritti civili (dati dal codice civile) a coppie di persone del medesimo sesso. Non si tratta di discutere sul termine famiglia ne tantomeno si parla di matrimonio. Quindi evitiamo la tentazione di perderci in lunghe ed infruttuose discussioni su cosa sia o non sia una famiglia. Non si tratta di una questione linguistica, fatevene una ragione.

Chi sostiene il Family Day in contrapposizione al ddl Cirinnà di fatto vuole impedire alle coppie omosessuali di godere dei diritti e dei doveri dei quali invece godono coppie eterosessuali. I principali diritti sono legati ai delicati temi di:

  1. statuto giuridico con diritti e doveri (Art. 3)
  2. successione (Art. 4)
  3. convivenza (Art. 8)
  4. reciproca assistenza (Art. 9)
  5. diritto di abitazione e casi di successione nel contratto di locazione (Art. 10)
  6. inserimento nelle graduatorie per l’assegnazione di alloggi di edilizia popolare (Art. 11)
  7. obbligo di mantenimento (Art.12)
  8. diritti in attività di impresa (Art. 13)
  9. interdizione e di inabilitazione (Art. 14)
  10. risarcimento del danno causato da fatto illecito (Art. 15)
  11. contratto di convivenza (Art. 16)
  12. al diritto di adottare il figlio del partner (Art. 5)

L’articolo 5 è quindi la pietra dello scandalo. Vediamo cosa dice:

Art. 5.
(Modifiche alla legge 4 maggio 1983 n. 184)

1. All’articolo 44 lettera b) della Legge 4 maggio 1983, n. 184 dopo la parola «coniuge» sono inserite le parole «o dalla parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso».

Qui iniziamo a parlare di stepchild adoption. L’articolo 44 della legge 4 maggio 1983 n. 184 “Diritti del minore ad una famiglia” tratta il tema dell’adozione in casi particolari. Quindi con la modifica alla lettera b) dell’articolo 44, l’articolo 7 della medesima legge si leggerebbe così:

7. 1. L’adozione è consentita a favore dei minori dichiarati in stato di adottabilità ai sensi degli articoli seguenti.

Mentre l’articolo 44 diventerebbe:

44. 1. I minori possono essere adottati anche quando non ricorrono le condizioni di cui al comma 1 dell’articolo 7:
b) dal coniuge o dalla parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso nel caso in cui il minore sia figlio anche adottivo dell’altro coniuge.

Riassumendo: io posso adottare il figlio (naturale o adottivo) del mio attuale compagno. Non si tratta quindi di adozione nel senso più ampio e comune del termine.

Essere liberi di manifestare affinché una coppia omosessuale non possa godere dei medesimi diritti in ambito di successione o risarcimento in caso di fatto illecito, etc. è una libertà dovuta in un paese civile. Tre aspetti di questa manifestazione debbono però essere chiari a chi aderirà:

  1. Impedire ad una persona di godere degli stessi diritti dei quali godi tu è un atto profondamente egoista e denota una certa povertà spirituale e intellettuale;
  2. Impedire la parificazione tra matrimonio e unione civile potrebbe voler dire dover rendere conto un domani ai propri figli del perché noi non abbiamo voluto dar loro i medesimi nostri diritti. Sì, esatto: tuo figlio potrebbe essere gay;
  3. L’ignoranza non è ammessa. Se vuoi protestare hai il diritto di farlo, ma abbi la decenza di conoscere il motivo della protesta. Protestare contro il ddl Cirinnà perché non si è contro all’utero in affitto o perché non vuoi che gli omosessuali non possano adottare è stupido. Ci ho messo meno di due minuti per trovare il testo del disegno di legge con Google. Se vuoi informarti puoi farlo, l’ignoranza non è una scusa.

Detto questo dobbiamo però ricordare che

Il sarcasmo aiuta il proprio ego, non il dialogo

Irridere il cosiddetto nemico non è una pratica civile, nonostante sia stata l’unica arma politica della sinistra italiana, orfana di idee e valori, negli ultimi trent’anni.

Irridere il nemico non è meno fascista (termine amato da molti detrattori del Family Day) del non voler concedere dei diritti ad una minoranza della popolazione.

Considerare nemico chi non la pensa come te non è solo sbagliato: è stupido.

Suddividere la scacchiera delle idee in due fazioni, dove tu rappresenti la verità e la ragione, mentre gli altri devono fare una brutta fine perché sono il nemico, è stupido.

Io non sto dicendo che sei stupido. A me piace criticare le idee, non le persone. Dico solo che se una persona si comporta in maniera stupida, molto difficilmente sarà presa sul serio. Ed è questo che maggiormente manca alla società civile: la credibilità. La credibilità di sedersi e parlare senza dover scendere in piazza, perché la piazza è il fallimento della democrazia. È nella piazza che ha ragione chi urla più forte. È nella piazza che i facinorosi oscurano le idee.

Quindi prima di urlare al fascista assicurati di non essere tu ad avere già in mano un manganello virtuale.

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Andrea Wierer
I miei #2Cent

Papà, expat in Svezia, social media strategist freelance e barefoot runner! Non necessariamente in quest’ordine www.andreawierer.com