I ragionieri dell’orrore

Andrea Wierer
I miei #2Cent
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2 min readNov 17, 2015

Quantifichiamo tutto. Siamo arrivati a quantificare l’indignazione. Perché se sei vicino ai francesi sei una persona orribile. Come hai fatto a dimenticarti di Beirut. E se fai presente che la tragedia del Kenya è di aprile (e i media cattivi ne avevano parlato) sei comunque una persona orribile. E se ti sei ricordato dei francesi, di Beirut, del Kenya, di Ustica, di Masada, rimangono gli indiani d’America e Sand Creek. Vaglielo a spiegare che ti dispiace pure per loro, ma che non hai fatto a tempo a scrivere il post. Oppure il post l’hai scritto, ma era di 87 caratteri anziché 89 e l’immagine non era delle migliori. E quindi? Sei una persona orribile, oppure se complice (va di moda accusare di complicità)!

Hai mai conosciuto qualcuno che, nel momento in cui raccogli fondi per una associazione, ti dice: eh, ma tu perché non li raccogli per quell’altra causa che ce n’è più bisogno? Oppure chi ti dice: io ne ho più bisogno perché sono senza lavoro! Io ne ho conosciute, mi sono sentito dire queste cose e chi me le ha dette per gli altri non muove nemmeno un dito. È la matematica del “eh ma tu…”. È il gioco del puntare il dito, la versione digitale e meno innocente di chi fa la pipì più lontano.

Questo è il nostro orrore: distribuire il nostro sconcerto in parti uguali, un’oliva, agitato e non mescolato a suon di accuse. La contabilità fatta con la coscienza altrui a suon di post radical chic sui social. La prospettiva dell’orrore è quella di chi punta il dito dal divano di casa sua senza capire che aggiunge orrore all’orrore. La prospettiva del conteggio di ciò che scrivi, che dici che fai o a ciò al quale alludi. La prospettiva della superiorità morale acquisita solo attraverso lo screditare gli altri perché impegnarsi per migliorare è fuori moda.

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Andrea Wierer
I miei #2Cent

Papà, expat in Svezia, social media strategist freelance e barefoot runner! Non necessariamente in quest’ordine www.andreawierer.com