Il futuro del cristianesimo in Italia

I numeri parlano chiaro. Possiamo discutere sulle cause, ma il mondo cattolico ha sempre meno presa verso i giovani i quali tendono a tenerne lontani pure i figli

Andrea Wierer
I miei #2Cent
5 min readDec 16, 2015

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Vati

Alcuni giorni fa L’Arena, il principale quotidiano veronese, ha pubblicato un articolo intitolato Tuo zio è Gay? Allora non può farti da padrino! dove, in breve, il parroco di Lugagnano, Antonio Sona non ha permesso allo zio di un cresimando venticinquenne di fare da padrino al nipote, perché gay.

L’Articolo 1 della Dichiarazione dei Diritti Umani recita:

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

E all’Articolo 2

Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia che tale territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi altra limitazione di sovranità

Sulla famiglia dobbiamo però saltare all’Articolo 16

Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all’atto del suo scioglimento. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.

A tal proposito Antonio Papisca docente all’Universita di Padova, presso il Centro di Ateneo per i Diritti Umani, commenta:

Il concetto di famiglia può differire da Stato a Stato, addirittura all’interno di uno stesso Stato: famiglia ‘nucleare’, famiglia ‘allargata’. In ogni caso, la famiglia “ha diritto” ad essere protetta dallo Stato oltre che dalla società e lo Stato deve provvedervi in modo adeguato. In particolare essa deve essere protetta da interferenze arbitarie o illegali (articolo 12 della Dichiarazione) e al suo interno devono essere garantiti i diritti dei bambini (articolo 25) e degli altri componenti.

In un momento storico di cambiamento dove la Chiesa fa parlare di sè più per Vatileaks o Bertone che per altro, la domanda da porsi è: come può nel mondo occidentale all’alba del terzo millenio continuare ad attecchire una credenza palesemente in contrasto con lo spirito stesso della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani? La risposta è abbastanza semplice: non può. Il crollo dei fedeli e delle vocazioni ne è solo un segno. Di questo passo cosa rimarrà del cattolicesimo tra 50 anni?

Secondo un articolo del 03 marzo 2014 apparso su Huffington Post il calo dei religiosi in Italia è un dato di fatto. Nel ventennio 1991–2011 il numero di religiosi è drasticamente diminuito. I presbiteri sono passati da 57.274 a 48.333 (-16%), i religiosi da 5.000 a 3.392 (-32%) e le religiose da 125.800 a 89.299 (-29%).

Sempre qui leggiamo che i bambini battezzati sono passati nel medesimo arco di tempo da oltre 515.000 a 420.553 (-18%) così come i matrimoni religiosi che sono stati superati dai matrimoni civili per la prima volta nel 2011 nelle regioni del nord.

Sempre secondo il Rapporto sulla secolarizzazione in Italia, fonte ( obiettivamente non super partes) alla quale fa riferimento Gregorio Romeo, autore del pezzo sull’HP, gli stessi finanziamenti privati attraverso donazioni volontarie alla Chiesa sono diminuite dal 1991 al 2009 calando da 21.200 a 14.908 miloni di euro (-30%)

Su Repubblica del 1° dicembre 2014 Gabriele Guccione scrive che nella sola Torino i battesimi sono calati del 35% in 10 anni. Ad oggi si battezzano meno della metà dei nuovi nati. In questo caso i dati sono stati presentati all’assemblea dei parroci dal vicario episcopale per l’amministrazione della Diocesi piemontese, monsignor Giuseppe Trucco. Sempre secondo Trucco si è registrato un calo del 30% nelle donazioni dal 2008 al 2013. Sempre di Monsignor Trucco sono le seguenti parole

Al 10 per cento circa di non cattolici si aggiunge un numero sempre crescente di atei e agnostici, sicché il numero di potenziali praticanti si ipotizza attorno al 75 per cento degli abitanti. Dei sedicenti cattolici (il precedente 75%, ndr) indifferenti e occasionali sono di gran lunga la maggioranza. Ecco perché, alla fine, la frequentazione ordinaria domenicale delle nostre comunità va dal 5 al 10 per cento nell’area metropolitana, fino a percentuali più sostenute del 20–30 per cento in provincia

Di questo calo sensibile ne parla il Messaggiero l’8 gennaio 2011. A Roma i battesimi sono passati dall’85% sui nuovi nati del 1991 (20.727 battezzati su 24.292 nuovi nati) al 55% del 2011 (14.034 battezzati su 25.282 nuovi nati). Lo stesso trend si è registrato nei matrimoni, dove quelli civili hanno sostanzialmente tenuto (4.737 nel 1990, 4.497 nel 2000 e 4.478 nel 2010), i matrimoni religiosi sono passati da 6.851 del 2000 a 5.078 nel 2010 (-26%)

Sempre nel 2011 si è occupato di questo il portale InStoria

Soltanto in Italia, dal 1991 al 2007 si è registrato un calo pari al 18%, passando dai 515.240 battesimi del 1991, ai 437.544 del 2007

I dati di cui sopra, sono stati rilevati da indicatori socio-demografici, dalla CEI, dall’ISTAT e dal CESNUR, precisa Carlo Siracusa, autore dell’articolo. Interessante è il fatto che si sia cercato in questa sede di capire la causa, o molto più probabilmente le cause, di questo calo.

Tra le motivazioni addotte, vi sono: il calo delle natività, l’aumento dell’ateismo, dello gnosticismo, la diffusione di altre religioni, la crescita dell’immigrazione, l’aumento dei matrimoni misti con persone appartenenti ad altri culti, l’aumento delle convivenze, delle nascite fuori del matrimonio, e il fenomeno positivista di ‘secolarizzazione’, (una progressiva riduzione del ‘sacro’) attraverso la quale la religione subisce un processo di trasformazione che via-via porta alla perdita della forza e della rilevanza che questa ha nella società.

Di diversa opinione è il portale cattolico Sulla Credenza che reputa più probabile identificare la causa di ciò nella crescita dell’immigrazione

Questi dati però non devono cogliere in inganno, non è detto infatti che il calo di cattolici sia inversamente proporzionale all’aumento degli atei. Più probabile che sia la diffusione di altre religioni, sommato anche all’aumento degli atei e degli agnostici, dovuta alla crescita dell’immigrazione, a far calare il dato in questione

Quindi la riflessione dovrebbe spostarsi dalla coerenza della politica cattolica rispetto alla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo a quanto ci metteranno le chiese a svuotarsi prima di rendersi conto che il Cristianesimo è in realtà una religione d’amore, e l’amore non discrimina.

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Andrea Wierer
I miei #2Cent

Papà, expat in Svezia, social media strategist freelance e barefoot runner! Non necessariamente in quest’ordine www.andreawierer.com