Venerdì mattina e il secondo caffè

La giornata di tutti noi è fatta di piccoli rituali, imparare ad amarli, pur non diventandone schiavi, è il primo passo per amare la vita

Andrea Wierer
I miei #2Cent
2 min readNov 20, 2015

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Quasi tutte le persone che conosco la mattina si svegliano con una tazza di caffè. Gli altri devono essere alieni presenti sul nostro pianeta dal caso Roswell probabilmente. Ogni persona al risveglio, solitamente al mattino, ha i propri riti, abitudini che lo aiutano ad entrare in sintonia con la giornata attraverso una gestualità familiare, conosciuta. Non mi piace chiamarla routine, sa di automatismo e perde quel calore che associao al rapporto della persona con se stessa.

I miei caffè sono due. Il primo lo assaporo con la mia famiglia a colazione, appena ci svegliamo. Il secondo è diverso. Il secondo caffè è solo mio. L’orario per il secondo caffè (adoro chiamarlo così, mi riempie la bocca) va dalle 9.00 alle 9.30 del mattino, quando ho terminato le attività più impellenti, quelle che so di non poter rimandare. Scaldo del latte in una tazza Ikea (bella fantasia per uno che abita in Svezia), il caffé è mantenuto caldo nella caraffa dalla base riscaldata del suo alloggio nella caffettiera e lo aggiungo successivamente. Bevo il caffè regular come usano chiamarlo qui, mi sono disabituato all’espresso poche settimane dopo essermi trasferito.

Questo mio secondo caffè ha il sapore di un amico. Non è una pausa, non lo accompagno con una sigaretta (ho smesso di fumare da un paio d’anni) e non è distrazione, non mi allontana dalla mia operatività. Lo assaporo senza zucchero, solitamente mentre scrivo e grazie a lui ho nuove idee per nuovi post, attività o progetti. Ora mi sta guardando. Attende che io finisca il capoverso, e non posso certo lasciarlo lì ad aspettare.

Buona giornata.

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Andrea Wierer
I miei #2Cent

Papà, expat in Svezia, social media strategist freelance e barefoot runner! Non necessariamente in quest’ordine www.andreawierer.com