I miei interessi stories: Dara Khosrowshahi

Conto Facto
I miei “interessi”
3 min readSep 4, 2017

Dara Khosrowshahi è il nuovo CEO di Uber.

È stato l’ex numero uno di Expedia a conquistare la poltrona più ambita della start up Californiana.

Nato in Iran, a quattro anni si è trasferito con la famiglia negli Stati Uniti come rifugiato a seguito della rivoluzione iraniana. Laureato in Ingegneria elettronica alla Brown University, dal 1991 al 1998 ha lavorato per Allen & Company, banca di investimento di New York: in particolare dal 1995 al 1998 ne è stato vicepresidente.

“Dobbiamo fare piani a lungo termine, e a lungo termine ci sono solo i consumatori che ritornano. Tornano se trovano sicurezza, facilità d’uso, buoni prezzi e possibilità di scelta.”

Nell’accanita gara per la posizione di top manager Khosrowshahi ha sbaragliato la concorrenza prevalendo su grandi nomi come Jeffrey R. Immelt, ex presidente di General Electric, e Meg Whitman, presidente di Hewlett Packard Enterprise.

Ottime prospettive per Uber, che ha affidato la sua direzione a Khosrowshahi e al suo curriculum di tutto rispetto: sotto la sua guida i ricavi di Expedia sono cresciuti dai 2,1 milioni del 2005 agli 8,7 del 2016. È diventata la più grande agenzia di viaggi online negli Stati Uniti.

“Prima viene il prodotto, poi la tecnologia. E noi vendiamo un prodotto molto prezioso. Abbiamo chiesto ai nostri clienti cosa farebbero se avessero poco tempo da vivere, e le risposte più frequenti sono due: stare con la famiglia e viaggiare.”

L’imprenditore statunitense di origini iraniane, per anni alla guida della piattaforma di viaggi online Expedia, è stato votato dal board dell’azienda: Khosrowshahi ha prevalso sugli altri due candidati e martedì 30 agosto il consiglio di Uber ha comunicato la notizia ai dipendenti del gruppo: la nomina è diventata così ufficiale.

La nomina di Khosrowshahi mira a riportare stabilità in una compagnia che nell’ultimo anno ha vissuto tensioni e che deve affrontare enormi sfide.

Resta la startup più valutata al mondo (circa 70 miliardi di dollari) il cui business continua a crescere a ritmo vertiginoso.

Su due punti in particolare le strategie di Khosrowshahi potrebbero essere utili a Uber: l’attenzione alla diversità e alla condizione delle donne (il 51 per cento della forza lavoro di Expedia è femminile) e anche l’attenzione ai dati:

“Bisogna riconoscere i cambiamenti e affrontarli.

Creare strutture che non ci rendano una compagnia enorme e monolitica ma un gruppo di iniziative piccole e veloci, capaci di muoversi sempre: chi è capace di reagire più velocemente ai cambiamenti vince.

Per questo dobbiamo saper interpretare i big data, ma anche i dati in tempo reale.”

Due anni fa, Expedia gli ha assegnato un bonus di circa 90 milioni di dollari per i risultati ottenuti, e Khosrowshahi è salito al primo posto tra i CEO più pagati delle 500 aziende di Standard & Poors, oggi lascia questa società alla volta di Uber, certo di poter ottenere anche qui grandi risultati.

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