Finalmente una boccata di primavera

Barbara Cantino
I Nuovi Giunti
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4 min readApr 23, 2020

Martedì 14 aprile alle ore 12:00 riscoprii, dopo quasi due mesi, il mondo che sta oltre ai quattrocentocinquanta metri intorno a casa mia.

Non ero mai stata così emozionata per una visita dal veterinario. Quella mattina indossai una gonna nera lunga, di quelle con tanti strati di tulle, una maglietta carina, mi truccai e sistemai i capelli. Poi improvvisamente mi ricordai di quella tinta labbra color pesca, comprata appositamente per la primavera, quando il mio incarnato bianco inizia ad essere più roseo e contornato da mille lentiggini. Mi avvicinai allo specchio e, con precisione quasi chirurgica, passai il pennellino lungo tutto il contorno per poi andare a riempire l’interno. È un gesto molto banale ma che fu quasi difficile fare. Ogni mattina prima di uscire, ero solita mettermi la tinta labbra abbinata all’outfit del giorno, abbinato a sua volta al mio umore. E comunque non avevo sbagliato: quel color pesca esaltava la mia timida ma fiorente abbronzatura.
Poi, però, mi ricordai che i nostri accessori di bellezza sono diventati guanti e mascherine. Indossati i miei, comprati a peso d’oro, ero pronta finalmente per questa gita fuori porta.

Eh lo so, sono carina anche con la mascherina

Feci la stessa strada di sempre per andare fino a casa dei miei genitori, impiegando la metà del tempo. Mio padre aveva il preciso compito di lasciarmi il libretto veterinario fuori dal cancello. E io mi sentivo malissimo all’idea di essere beccata per questa trasgressione.
E se mi arrestano? E se mi danno una multa che non posso pagare? E se mi denunciano i vicini?
La mia, in fondo, era una necessità ed ero armata di un’autocertificazione di tutto rispetto:

Secondo voi ho messo la croce al posto giusto?

Io non dovevo necessariamente vedere mio papà, solo recuperare il libretto e il passaporto del cane. Non dovevamo abbracciarci, far pranzo insieme o parlare del più e del meno. Solo un puro scambio di materiale di nascosto, quasi fosse merce illecita e noi fossimo di un cartello della droga.
Sudavo freddo nella mia Panda nera e la tinta labbra iniziava ad essere un’ottima colla per la mascherina.
Nessuno mi ha vista. Nessuno si è accorto di me, mi ripetevo.

Mio padre mi salutò dalla porta finestra. In questo periodo di quarantena si è fatto crescere una lunga barba brizzolata, ed è stato strano vedere come un volto possa cambiare drasticamente in soli due mesi.
Ero pronta ad attraversare altri due comuni e arrivare alla mia meta. Mentre scorrevo i pochi chilometri, mi sembrava di vivere una vita che non fosse la mia: pochissime macchine, praticamente nessuno in giro, pochi avventurieri nascosti dietro mascherine bianche o azzurrine, negozi chiusi, alberi in fiore, un sole splendente. Abbassai il finestrino e mi accorsi che, dopo giorni, ero felice. Ero felice di una felicità senza senso. Ero felice e basta. Dopo due mesi ero salita in macchina, avevo cambiato scenario, avevo visto un mondo “post-apocalisse”, avevo messo la mia tinta labbra primaverile.

A Maya hanno fatto il vaccino anti-rabbica e la prevenzione per la filaria. È dimagrita di mezzo chilo. Non sono potuta stare con lei mentre la visitavano. Nonostante questo, credo che sia stata felice di aver calpestato un asfalto diverso e annusato nuovi odori.
Mentre stavo guidando verso casa, trovai un vivaio aperto. Ho avuto letteralmente il pollice nero per anni ma, da quando vivo con il mio ragazzo, ho finalmente sviluppato un feeling con le piante. C’erano tantissimi gerani colorati: rossi, rosa, fucsia, bianchi, screziati. E io pensai al terrazzo di casa mia, quando ad aprile si ricolora con i vasi di mia mamma.
Sin da piccola ho associato la primavera alla ricomparsa dei gerani: mia mamma che, con le forbici, taglia via i fiori appassiti, riempie d’acqua il vecchissimo annaffiatoio giallo e si prende cura di ogni pianta, con me che le cammino accanto e intanto parliamo. Quest’anno, purtroppo, è avvenuto tutto senza il mio aiuto, senza i miei occhi che guardano curiosi. Così, ferma in macchina davanti al vivaio, su due piedi decisi di comprare due vasi, della terra e quattro gerani. Arrivata a casa, invasai per la prima volta in vita mia delle piante: mi sentivo ancora felice.

Finalmente anche sul mio balcone è arrivata la primavera.

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Barbara Cantino
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Faccio torte, sperimento i lievitati e nel tempo libero scrivo anche due righe.