Ho fatto un giro sulla mia DeLorean

Giorgia Dughetti
I Nuovi Giunti
Published in
5 min readMay 13, 2020

Non basterà una quarantena per mettere in ordine la casa dove sono cresciuta: tutti gli spazi con almeno un angolo convesso sono pieni di ricordi da cui, evidentemente, io e la mia famiglia non vogliamo separarci.
In effetti, il disturbo da accumulo ossessivo compulsivo fa parte del corredo ereditario, sia da parte di papà che da parte di mammà.
Siamo fragili e materialisti.

Inoltre, sempre nel corredo, io e mia sorella abbiamo trovato anche una leggera mania dell’ordine. Probabilmente era in offerta sullo scaffale di quelli nati sotto il segno della Vergine, ma mia madre non avrà saputo resistere al richiamo dello sconto.
Si sa, non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che è gratis o scontato.

Pochi giorni fa — doveva capitare — mi è partito un raptus che solo chi è cresciuto a pane e Mary Poppins può capire: ho sistemato due librerie.

Mary Poppins, praticamente perfetta sotto ogni aspetto
Basta un poco di zucchero e…

La prima, quella formatasi in tempi recenti, è stata un gioco da ragazzi. Ho messo i libri in ordine alfabetico per casa editrice. E via, passa la paura.
La seconda libreria, invece, non veniva aperta da anni e custodiva tutto il mio repertorio scolastico delle scuole elementari e medie. Ho riscoperto inconfutabili prove che la matematica non sarà mai il mio mestiere, ma anche grandi opere visionarie.

“Natura morta del Terzo Millennio”
… e che avevo una certa passione per la telefonia

Poi l’occhio mi è caduto su un tema di italiano, che scrivevo in terza media.

Il titolo mi ha fatto presagire che la Giorgia del 2008 avesse posizionato quel foglio di brutta esattamente in quel punto, così che la Giorgia del 2020 potesse farci cadere l’occhio.

Mi sono sentita Marty McFly in Ritorno al futuro.

IL DISORDINE MADE IN ITALY
L’Italia è senza dubbio un Paese dal clima mite e dove, quasi sempre, si mangia bene. Tuttavia, non mi sembrano due motivi sufficienti per dire che qui la vita sia ideale. Intendo dire che ci manca un po’ di ordine.
Sarà che siamo tanti in un territorio non molto vasto ed eterogeneo; sarà che a noi tutti piace cantare e parlare a voce alta; sarà che siamo uno dei paesi al mondo con il maggior numero di auto per abitanti (quasi una ogni due).
Comunque sia, sta di fatto che il disordine di questa Italia mi pare troppo.
Si sente spesso dire che noi Italiani, troppo fantasiosi, non saremmo mai in grado di rispettare qualunque forma di controllo: divieti, orari, obblighi, code, ogni regola ci risulterebbe insopportabile. A me pare, invece, non più sopportabile permettere a chiunque di circolare con moto e auto rumorosissime, oltre che pericolosamente veloci. Perché nessuno è interessato a vivere meglio di così?
Mi sono documentata e in Svezia, ad esempio, la natura è nelle menti e nei cuori di tutti (a volte anche esageratamente). Esiste un progetto, già da tempo, che, per ogni albero tagliato, se ne ripiantano non uno, non due, non tre, non quattro, ma ben cinque in più. A Genova il verde è diminuito dell’8% dal 1984.
Ma la cosa che mi ha colpito di più è che l’acqua dei torrenti e dei laghi sia potabile. In Italia, sarebbe una cosa assurda, dato che neanche gli animali possono sempre bere “quell’acqua”.
In Svezia, la quiete domina su tutto. Nella mia città, invece, quando entro in pizzeria, mi è impossibile sentire le voci dei miei amici, ma sento solo il gridare di molti clienti: come se un luogo chiuso e piccolo fosse, in realtà, una valle sconfinata nella quale dover urlare per potersi sentire l’un l’altro.
Ma dopo la mia ultima vacanza a Londra, ho capito che il peggio noi tutti lo diamo in automobile: quando sorpassiamo a destra, quando non rispettiamo i limiti di velocità e, soprattutto, quando non ci fermiamo davanti alle strisce pedonali.
Dire che noi Italiani siamo per natura inadatti alle regole è una scusa inaccettabile per mascherare la nostra pigrizia.
All’estero, la realtà ci dimostra che il cittadino, se vuole, può. Occorre maggior severità da parte di tutti, non solo della polizia o dei carabinieri. Bisogna restituire l’importanza al rispetto delle regole, a partire dalle file ordinate e i segnali stradali, fino alle leggi che ordinano la vita in comunità. Chi infrange le regole, infine, è destinato a pagare duramente la propria inciviltà.
Il disordine, dunque, mi sembra l’unica cosa veramente “Made in Italy”.

È surreale, ma dopo 12 anni è diventato un classico della letteratura.

Chissà quanti quattordicenni hanno scritto un tema così prima di me e quanti lo scriveranno durante e dopo la pandemia da Coronavirus. Senza dubbio, il primato della confusione ce lo siamo aggiudicato anche quest’anno.

Ma noi Italians siamo così, dolcemente complicati. È inutile indagare su quanto gli altri siano meglio di noi, perché noi non siamo gli altri. Non ci sono né grandi né piccoli in questo mondo. Ogni scarrafone deve essere bello a mamma sua.

E adesso chi dice alla Giorgetta’08 che dopo 12 anni quel disordine e quel caos le sarebbero mancati?

D’altronde, nemmeno io sono cambiata tanto: sono ancora ingenua, sono ancora una Pallade Atena e la mia casa è ancora disordinata. E ancora mi piange il cuore perché vorrei solo che l’Italia fosse il Paese più bello e desiderabile del mondo.
Però, dai, non sono più così moralista e comunque a vivere in Svezia o in Inghilterra non ci andrei manco se mi pagassero oro.

Non ci son santi né eroi, come diceva qualcuno.

Non basterà una quarantena per dichiarare chi è grande e chi è piccolo.

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