La mia notte sull’isola di Jackson con Huck e Jim

Filippo Quilghini
I Nuovi Giunti
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3 min readApr 9, 2020
Illustrazione di Eugenia Lyashuk

Sono uscito da questa quarantena con Huckleberry Finn.

Insieme siamo andati sull’isola di Jackson, dove Huck si era già rifugiato anni fa, scappando da un padre violento e alcolizzato. Aveva costruito un falso cadavere e lo aveva fatto scivolare lungo il fiume, mentre lui su una vecchia canoa si era avviato verso l’isola. Io l’ho trovato lì, con Jim, lo schiavo fuggitivo.

Jim era lo schiavo di casa della vedova Douglas, la stessa vedova che si prendeva cura di Huck. I due non sapevano di essere fuggiti pressoché nello stesso momento. E tantomeno sapevano che si sarebbero rifugiati nello stesso posto.

Beh, adesso c’ero anche io.

Se ci fosse mai stato un posto dove scappare da questa quarantena, avrei scelto l’isola di Jackson.

Un giorno, il nostro comune amico, Tom Sawyer, ci è venuto a cercare. O meglio, cercava il cadavere di Huck. Insieme a lui, su di un piccolo battello, c’erano tutti in realtà. La vedova Douglas, il giudice Thatcher, il padre di Huck e altri.

Tom non sembrava triste, pareva sapere che il suo amico Huckleberry non fosse morto per davvero. Di certo dopo lo scioglimento della banda le cose non erano andate benissimo, ma Tom voleva uccidere tutti e razziare solo grandi allevamenti. I ragazzi si sarebbero limitati a qualche semplice rapina, o che so io.

Tuttavia Tom sembrava tranquillo, e sicuramente, se mai adesso avesse rivisto il suo amico, non gliene sarebbe fregato proprio nulla della banda.

Noi ci siamo nascosti sotto i cespugli lungo il fiume. Jim ha iniziato a pregare con una tale dedizione che era difficile non andargli dietro. Il minimo che potevo fare era ascoltarlo in silenzio. In silenzio anche Huckleberry scrutava il battello che procedeva in lontananza. Di certo non si sarebbe mai messo a pregare con Jim.

Huck aveva capito a sue spese che le preghiere non servivano proprio a niente. Già la signorina Watson aveva provato ad insegnargli che con le preghiere non poteva richiedere doni materiali, ma doni spirituali e, dopo che Huck aveva pregato per delle lenze in più, la signorina Watson gli aveva dato dello stupido.

La vedova gli ha spiegato che poteva richiedere al signore solo doni spirituali e non materiali, e Huck, nell’attesa di capire che dono spirituale potesse fargli comodo, ha chiuso la faccenda.

Il battello si è avviato verso la fine del fiume, senza trovarci. Noi ci siamo sentiti più liberi, e così abbiamo subito acceso il fuoco.

Jim, tra gli altri schiavi di casa, era conosciuto come uno stregone. Tutto successe una notte quando si addormentò sul letto e si risvegliò nel bosco. Diceva che era stato rapito dalle streghe e cavalcato per tutto lo stato, per poi essere riportato nel bosco vicino casa. Le streghe avevano lasciato il suo cappello appeso a un ramo per fargli capire che erano state loro a sottrarlo dal letto, era la loro firma. Inoltre, aveva trovato una moneta da cinque cents sotto le candele, e questo, secondo Jim, era il simbolo che le streghe gli volevano bene e che gli erano grate per quella notte. Era anche convinto che lo avrebbero reso ricco.

Jim non sapeva che era tutto uno scherzo di Tom, che prima di trascinarlo nel bosco dormiente, gli aveva lasciato 5 cents in cambio di due candele che Tom gli aveva sottratto per farsi luce nel bosco. Era un ragazzo onesto quel Tom Sawyer.

Io non credo di certo di esser uno stregone e tantomeno di esser stato cavalcato dalle streghe, anche se devo ammettere di essermi svegliato sul mio letto stamattina.

A volte spero che anche questo strano mondo in quarantena sia uno scherzo del giovane Tom.

Anche se non lo è, stamani ho messo in fondo alle scale una moneta da cinque cents.

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Filippo Quilghini
I Nuovi Giunti

Studente presso Scuola Holden in Brand new, diplomato in regia cinematografica. Per ora: una breve vita di storie inventate.