Stefania Asaro
Ifoglialvento
Published in
2 min readAug 22, 2021

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La sabbia sugli occhi

Un giorno di vento, la sabbia sugli occhi, le foto del mare, delle vacanze, quelle di Kabul, la bimba che gioca a fare la sirena e quella in braccio alla mamma, che nemmeno piange più. Non lei, non la sua mamma.

Un giorno di vento, i finestrini dell’auto abbassati, la tv spenta, il telefono quasi scarico in fondo allo zaino, l’unico bar nel raggio di chilometri che non vende gelati, i video di chi cerca di salire su un aereo che sta per decollare.

Un giorno di vento, una risata in più, il titolo di un giornale letto di sfuggita passando davanti ad un’ edicola, un commento sentito uscendo dall’acqua.

Un giorno di vento, preludio della fine dell’estate, per qualcuno è la fine di qualcosa di ben più grande, le foto del mare, ancora, il sale sulla pelle che tira un po’, le lacrime, anche quelle salate e che tirano un po’.

Un giorno di vento, la ragazzina seduta sul bagnasciuga e quella in una macchina ferma nel traffico che non sa se scendere e correre o rimanere.

Una Chiesa, il cielo di notte, la musica della playlist scelta con cura prima di partire, chi è partito senza nulla, non sa dove andrà e se ci arriverà.

Non riuscire a leggere, il senso di colpa, quello di inadeguatezza, quello del dovere. Il senso sacrosanto del pudore.

Un tuffo in acqua, giù, giù con gli occhi aperti, a osservare la superficie dal basso, dal silenzio, magari un po’ offuscata, e poi tornare a prendere un respiro: un giorno di vento, ancora.

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