Angela, prof in pensione, racconta il suo viaggio a Capodistria e Pirano

Koper, foto di Angela

È proprio vero che i sessanta sono i nuovi quaranta. Almeno nel caso di Angela, sessantenne siciliana ma residente nel Nord Italia con la passione per il cinema d’autore, la palestra e i viaggi in tutta Europa («però mi piacerebbe molto visitare l’Estremo Oriente, in particolare la Cina e la Tailandia» dice). Ex prof in pensione da un paio di anni, in primavera Angela ha visitato Trieste e il Litorale sloveno. Ecco un estratto di quello che ci ha raccontato (e subito sotto, un video delle sue vacanze).

https://www.youtube.com/watch?v=6Oae58tmSKg

Angela, prima di tutto parlaci di quello che ti piace fare nel tempo libero…

Ho sempre amato la fotografia, e il cinema. Credo che queste due forme d’arte siano legate a doppio filo. E poi mi piace fare sport, andare in palestra o in piscina, a seconda della stagione. Ma soprattutto, amo viaggiare senza meta. Mi definirei una girovaga, non a caso da ragazza dicevo che avevo l’animo zingaro.

Che paesi hai visitato, negli ultimi anni?

Quasi tutta l’Europa, devo dire. La Scandinavia per esempio, che amo moltissimo, e poi la Repubblica ceca e l’Ungheria, l’Austria, la Polonia, il Belgio, Amsterdam, Madrid, i paesi baltici, San Pietroburgo… Torno spesso poi a Venezia e a Trieste (due città di mare che io, siciliana, adoro), a Milano, in Trentino-Alto Adige.

autoscatto dell’intervistata

E come mai questa primavera sei andata in Slovenia?

Soprattutto per curiosità. Non c’ero mai stata prima di allora, se non fuggevolmente alla fine degli anni Ottanta, e tutti mi avevano sempre detto che era molto bella e accessibile dal punto di vista economico. E in effetti è vero: la Slovenia è stupenda, vicina all’Italia, ma con prezzi non esorbitanti.

Durante il tuo viaggio hai scattato un sacco di foto. Cosa ami fotografare quando sei a zonzo?

Mi piace fotografare la natura perché essa mi dà l’idea della perfezione dell’universo. Peccato solo che noi esseri umani stiamo distruggendo tutto questo, anche qui in Italia, con tutte queste cementificazioni, speculazioni edilizie e così via… in Slovenia per fortuna tutto questo non sembra accadere, ho notato una grandissima e sincera attenzione nei confronti dell’ambiente e della natura. Oltre alla natura mi piace poi fotografare l’architettura, gli edifici storici, che a loro modo sono un esempio dello sforzo della creatività umana verso la perfezione.

E perché ti piace viaggiare?

Mi piace viaggiare perché così conosco ciò di cui ho letto e studiato in gioventù, ma anche perché viaggiare rende più intelligenti e saggi, si impara ad accettare le differenze che sono sempre fonte di grande arricchimento. E poi perché quando viaggio scopro profumi, sapori, colori e suoni nuovi. Insomma viaggiare fa bene al cuore, al cervello e anche al corpo!

In che modo sei andata in Slovenia?

Sono andata in Slovenia con il treno, facendo un pit-stop a Trieste (città, come dicevo prima, che adoro). Dopodiché sono andata in taxi a Capodistria, dove ho trascorso un paio di notti, e a Pirano, dove mi sono regalata una gita. Devo dire che uno dei pregi della Slovenia, o almeno di quella che ho visto io, è che è davvero ben connessa. I bus funzionano molto bene, e i taxi sono convenienti, con guidatori gentili e disponibili che ti portano dove vuoi.

Parlaci un po’ della tua permanenza a Koper, alias Capodistria…

Guarda, sembra che lì il tempo si sia fermato. Mi ha ricordato la Sicilia della mia giovinezza: la sua bellezza autentica, i suoi porticcioli pittoreschi, il profumo del mare… Tutto questo mi ha fatto pensare a com’era la mia amata isola fino a qualche a decennio fa. Senza parlare poi dell’impronta veneziana di Capodistria: per me che amo Venezia più di ogni altra città del mondo è il massimo.

Mi è piaciuto molto il Palazzo Pretorio in piazza Tito, e il bar ospitato nel Palazzo della Loggia di fronte. È stata un’esperienza bellissima stare seduta al tavolino per un’ora, sorseggiando un buon caffè e mangiando un’ottima fetta di torta, e contemplare la piazza con i suoi passanti, il Palazzo Pretorio… Consiglio davvero il bar nel Palazzo della Loggia: eccellenti dolci, un personale squisito, bella atmosfera. Ancora, mi è piaciuta molto la collezione etnologica nella casa di piazza Gramsci; si tratta di una piccola collezione, ma organizzata alla perfezione: gli sloveni sanno valorizzare il loro passato in modo straordinario; da ex insegnante, posso anche dire che si tratta di un’esposizione molto adatta ai giovani, con un alto valore didattico.

altra foto di Angela

Dato che vieni da un’isola famosa per il suo cibo delizioso, ti chiedo: come hai mangiato a Capodistria?

Divinamente. Era da anni che non mangiavo così bene. Consiglio, in particolare, il ristorante Capra, dove ho mangiato degli ottimi fuži con gli scampi e fettine di tartufo (una vera delizia per il palato), poi le seppie grigliate in un letto d’insalata fresca e infine un fantastico gelato alla frutta. Nel complesso, un’ottima qualità del cibo, prezzi non esagerati, camerieri molto gentili, piatti presentati in modo fine ed elegante… e poi la vista dell’Adriatico è impagabile.

Devo dire però che anche le pizzerie e le panetterie della zona sono molto buone. Con pochi euro si possono mangiare ottimi tranci di pizza che nulla hanno da invidiare alla nostra pizza. Profumato e delizioso è anche il pane, e le fette di torta che si trovano nelle caffetterie sono pari a quelle di Bolzano o Bressanone.

Nel complesso che impressione ti ha suscitato Capodistria?

È una cittadina molto bella, suggestiva, che ha saputo preservare il proprio passato in modo sapiente. È una cittadina dove si coltivano le arti, e in particolare la musica (chissà, forse è un lascito di Tartini, il grande violinista di Pirano). Infine, è una cittadina molto sicura, anche per una donna sola; nel mio caso, me ne sono andata a zonzo fino alle 22, in stradine illuminate e sicurissime.

Cosa ti è piaciuto di Capodistria, in particolare?

Il lungomare, che è una vera delizia. La sera si sentiva il profumo del mare, come quello che sentivo in Sicilia da ragazza. È stato davvero una specie di salto nel passato, ma conservando tutte le comodità del presente (internet incluso, dato che nell’albergo navigavo velocissima).

Voglio menzionare poi il Museo regionale di Capodistria, piccolino ma splendido e davvero efficiente: si capisce che gli sloveni sono orgogliosi del loro patrimonio! Infine, i cittadini di Capodistria sono gentili, disponibili e parlano benissimo italiano: per me, che me ne intendo più di matematica e biologia che di inglese, una vera fortuna. Unico neo della vacanza: un po’ di pioggia, ma in primavera è normale…

E Pirano? Che te ne è parso?

È un merletto, un gioiello di città. Ricorda a tratti Burano per i colori pastello delle case, e per la forte intimità con l’acqua. Il vecchio porto è splendido, e la piazza dedicata a Tartini è una delle più suggestive che abbia mai visto. Merita poi una visita il Museo del mare, con la sua bella (e inaspettata) collezione di anfore, armi, vascelli in miniatura, indumenti e strumenti legati alla vita di mare.

Mi sono piaciute molto le chiese, poi, sia quella di San Pietro che il duomo di San Giorgio. Quest’ultimo domina la cittadina e vi si arriva per una strada lievemente in salita. E poi dal belvedere, che forse dovrebbe essere valorizzato un po’ di più, si può ammirare l’Adriatico, che si estende a perdita d’occhio, che sembra un oceano e non il mare tranquillo e domestico tanto familiare a chi passa l’estate a Jesolo o Senigallia.

Un italiano che visita Pirano avrà la sensazione di trovarsi (a seconda del luogo d’origine) a Taormina, Maratea, Sirmione, ma si accorgerà molto presto che a Pirano manca la frenesia tipica delle cittadine italiane. Qui è tutto calmo, rilassato, non c’è fretta. Come mi ha detto un tedesco che vive a Pirano da quarant’anni, “questa cittadina ha un’anima”.

A Capodistria hai assaggiato i fuži e le seppie. E a Pirano?

Per noi italiani c’è una chicca assolutamente da scoprire: il sale di Pirano, che è eccellente e famoso in tutto il mondo, piace pure all’imperatore del Giappone! E poi va comprata almeno una tavoletta di cioccolato con il sale, che è davvero sfizioso.

Insomma, ti è piaciuta anche Pirano…

Assolutamente, sembra un paesino delle fiabe. Hanno fatto bene a chiudere la città al traffico auto, una simile perla di cittadina, immersa in una natura talmente incontaminata, deve essere tutelata a tutti i costi!

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