ANNO NUOVO, VIAGGI NUOVI E INASPETTATI… IN MITTELEUROPA

Palazzo di Wilanów (foto di Przemysław Jahr, pubblico dominio)

L’anno nuovo è iniziato da cinque giorni, e il vero viaggiatore ha già voglia di partire. La terra gli pizzica sotto i piedi, il desolante biancore del calendario del 2018 con tutte le caselle intonse gli ricorda la Siberia in inverno; si sveglia, e nella penombra della camera da letto immagina nuove mete sconosciute; fa colazione, e mentre inzuppa i biscotti nel caffelatte pensa a tutte le colazioni succulente che ha gustato in hotel e B&B; va a prendere un caffè in centro, e le solite vetrine, il pavé familiare in ogni singolo cubetto gli fanno sognare bancarelle traboccanti di spezie, sentieri nel bosco, portoni barocchi, strade sterrate…

Per soddisfare la sete di nuovi viaggi in nuovi posti, la Mitteleuropa è perfetta. Un continente nel continente, traboccante di borghi sperduti, natura selvaggia, città d’arte, vette innevate, leggende, tradizioni, sapori, colori, imprevisti, deviazioni, storia. Quanti di noi sono stati in Murania? Quanti hanno gustato i pierogi in una latteria di Varsavia, hanno contemplato il lago di Ocrida al tramonto, si sono goduti il tiepido sole invernale da un balcone di Dubrovnik? Rispetto ad altre mete, lontane o vicine, la Mitteleuropa è così: una bellissima terra incognita, e a parte una dozzina di località diventate un must per il turismo globale, offre ancora infinite sorprese. Ecco una lista di 7 destinazioni della regione da visitare nel corso del 2018… associate alle stagioni in cui visitarle.

la Mitteleuropa è così: una bellissima terra incognita, e a parte una dozzina di località diventate un must per il turismo globale, offre ancora infinite sorprese.

Dubrovnik (inverno)

Dubrovnik dall’alto

Da quando è stata usata come una delle principali location de “Il trono di spade”, la splendida città croata è ancora più assediata dai turisti. In inverno, però, il caos estivo scema, e nella quiete della bassa stagione ci si può crogiolare nel tepore di un sole pallido, contemplando la maestà austera dell’Adriatico. Si sa, nel “cuor dell’invernata” i marinai di un tempo evitavano di navigare… e anche i turisti desistono, lasciando il campo ai viaggiatori. Che possono così godersi in pace una città bellissima, che in passato fu una gloriosa repubblica marinara. Non tutti lo sanno, ma tra il XVI secolo e il XVII secolo i vascelli della Repubblica di San Biagio, alias Ragusa, si spingevano sino all’Estremo Oriente e alle Americhe, e facevano concorrenza ai mercanti veneziani, genovesi, marsigliesi e anconetani.

Il grande commediografo George Bernard Shaw diceva: “se volete vedere il paradiso terrestre, dovete venire a Dubrovnik”. In realtà qui si può trovare anche l’ispirazione: ne sapeva qualcosa lo storico Fernand Braudel, geniale autore de “Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II”. Come si può leggere in “Una lezione di storia” (Einaudi), “mi ci è voluto un po’ di tempo per arrivare a vedere il Mediterraneo nel suo insieme. [È successo] quando ho avuto la fortuna di sbarcare a Dubrovnik, cioè a Ragusa. Vi si trovavano degli archivi meravigliosi, e per la prima volta ho avuto la possibilità di vedere del naviglio, dei carghi e dei velieri far rotta per il Mar Nero, o risalire, al di là di Gibilterra, sino a Londra, Bruges, Anversa. È così che ho cominciato a capire il Mediterraneo”. Percorrendo il lucido, antico Stradun, chissà che l’ispirazione non colga anche i viaggiatori del 2018… E se non sarà l’ispirazione, sarà senza dubbio l’appetito: i ristoranti di pesce della città sono famosi.

Il commediografo George Bernard Shaw diceva: “se volete vedere il paradiso terrestre, dovete venire a Dubrovnik”.

Varsavia (primavera)

Il bel centro storico di Varsavia

Rispetto ad altre affollate capitali europee, Varsavia è relativamente poco gettonata dai turisti, specie italiani. Ed è un peccato, perché è una splendida metropoli, un forziere traboccante non di oro e gemme, ma di storia e cultura. Basti pensare al Museo Nazionale (Muzeum Narodowe w Warszawie), con i capolavori di Cranach il Vecchio, Botticelli, Renoir; al Castello Reale, simbolo della storia polacca; al meraviglioso Palazzo di Wilanów, costruito per l’uomo che salvò Vienna dal secondo assedio ottomano, il re guerriero Jan Sobieski.

Varsavia fu la capitale, perlomeno ufficiosa, di uno dei più estesi regni della storia d’Europa, la Confederazione polacco-lituana; sul finire del XVIII secolo, sotto l’improvvido Stanisław August Poniatowski, fu tra le città più vitali del continente, una sorta di “Parigi dell’est”. Ogni sua strada trasuda storia. Del resto Varsavia è stata la città di Chopin e di Marie Curie, del Miracolo della Vistola e dell’eroica Rivolta del 1944. Ed è anche una città dove si può dormire e mangiare molto bene, al giusto prezzo. Da provare, a tutti i costi, le sue famose latterie (bar mleczny), dove assaggiare meravigliose zuppe, caffè fumante ma soprattutto pierogi di ogni tipo. Chi visita Varsavia e non prova queste leccornie è un pessimo viaggiatore…

Murania (primavera)

www.slovenia.info foto di Jošt Gantar

Questa regione slovena, chiamata in loco Pomurska, prende il suo nome dal fiume Mura, un affluente della Drava che nasce nella bellezza impervia degli Alti Tauri, in Austria, e alla fine muore nel Mar Nero (giacché la Drava è, a sua volta, un affluente del Danubio). Il cuore della Murania è la Prekmurje, ma nella regione ci sono anche porzioni di Stiria slovena. Si tratta di un territorio bellissimo, e poco frequentato dai turisti: sono soprattutto gli sloveni a visitarlo, attratti dalle sue stazioni termali rinomate, dal paesaggio ameno e da una cucina unica, slovena ma ricca di suggestioni austriache e ungheresi. Famosa ad esempio la Prekmurska gibanica, una torta deliziosa con ricotta, semi di papavero, noci…

www.slovenia.info foto di Mankica Kranjec

La Murania abbonda di città e cittadine da scoprire. Come Lendava, centro dal grazioso centro storico settecentesco, legata a doppio filo alla storia dell’Ungheria: sorge infatti proprio agli inizi della Grande pianura ungherese, vastissimo spazio tra il Danubio e i Carpazi. Per secoli Lendava è stata governata da famiglie di origine magiara, e circa il 40% dei suoi abitanti è di lingua ungherese. Vanta un famoso castello, che custodisce importanti reperti archeologici, e addirittura una sinagoga. Un’altra città da non perdere è Murska Sobota, con il suo ricco Museo regionale; si trova nel cuore di un territorio ricco di vigneti, perciò è doveroso gustare il vino locale. E poiché nella notte dei tempi la regione era ricoperta dal Mare pannonico, non si può non fare una visita a una spa locale, e scrollarsi di dosso la polvere del viaggio nelle calde, millenarie acque termali.

Breslavia (primavera)

È una città con una messe di nomi, Breslavia: Wrotizla, Presslaw, Breslau, Wrocław. Capitale storica della Slesia (per secoli il cuore industriale della Mitteleuropa), crogiuolo di popoli e lingue, Breslavia sorge sull’Oder, il maestoso fiume che nasce in Moravia e si dissolve nella baia di Stettino. È una città splendida, segnata da una storia lunga e irrequieta, traboccante di chiaroscuri. Già nota al mondo, probabilmente, nel II secolo d.C., in due millenni ha cambiato molte volte padrone: prima avamposto commerciale del regno altomedievale della Grande Moravia e dei boemi přemyslidi, poi gemma del Regno di Polonia, fu capitale di un ducato indipendente, bersaglio della furia mongola, poi perla dei domini asburgici; terza città del Regno di Prussia (per volontà di Federico il Grande, che la strappò a Maria Teresa d’Austria), gloria dell’Impero tedesco, passò alla Polonia dopo la Seconda Guerra Mondiale.

In una città così ricca di passato, c’è tanto, tantissimo da vedere: la Piazza del Mercato (Rynek, in polacco), simbolo della tradizione commerciale locale; il gotico Municipio; le tante chiese e le due cattedrali; l’Orto botanico, e il Parco Szczytnicki; il Cimitero militare italiano, dove riposano i prigionieri italiani catturati dai tedeschi durante la battaglia di Caporetto, nel 1917. Ma si respira anche un’aria di futuro, a Breslavia. Merito di una comunità studentesca folta e vivace, e di un’offerta culturale generosa: teatri, librerie, musei di ogni tipo, ristoranti, osterie, caffè e night club dove ascoltare ottima musica.

Crogiuolo di popoli e lingue, Breslavia sorge sull’Oder, il maestoso fiume che nasce in Moravia e si dissolve nella baia di Stettino.

Lago di Ocrida (estate)

Chiesa di San Giovanni Kaneo; foto di Diedo Delso CC BY-SA 3.0

L’Europa è una terra di laghi. Alcuni, come il lago di Garda, il lago di Como o il Lemano, devono alla loro bellezza una fama internazionale. Altri, pur magnifici, sono negletti. È il caso del lago di Ocrida, tra Macedonia e Albania. Per la Macedonia, che non ha alcuno sbocco sul mare, si tratta di un meraviglioso surrogato di mare: patrimonio dell’Unesco dal 1979, è ricco di molluschi, piante e pesci, come la meravigliosa trota autoctona (letnica, in macedone), mentre le sue sponde sono una cuccagna per gli appassionati di bird-watching, dato che ci si può imbattere in aquile imperiali, cigni e pellicani crespi. Oltre a essere un autentico tesoro di biodiversità, il lago è antichissimo. Forse, il più antico del mondo.

Ricostruzione di insediamento dell’età del bronzo; foto di Pudelek CC BY-SA 3.0

Imperdibile una gita alla cittadina di Ocrida (Ohrid, in macedone). È l’erede dell’antichissima Lychnidos, polis fondata, secondo la leggenda, dal mitico Cadmo di Tebe oltre tremila anni fa; capitale della Desaretia illirica, fu conquistata prima da Filippo II di Macedonia, e poi dai romani, che ne fecero una tappa della famosa Via Egnatia, che collegava Bisanzio con il porto di Durazzo, in Albania. Oggi Ocrida è un importante centro culturale e turistico. Oltre che la magnifica vista sul lago, offre uno straordinario patrimonio architettonico: tante le chiese (nel Medioevo era chiamata la “Gerusalemme slava”), imperdibile la fortezza del potente zar di Bulgaria Samuele (sconfitto, in un atroce battaglia, dai bizantini). Oltre allo spettacolo di un lago magnifico, grandioso quanto un oceano abbracciato dalla Terra, e alla malia di una storia ultra-millenaria, da assaggiare la cucina locale. Il pesce di lago, in particolare.

I Carpazi meridionali (estate)

Per chi ama la natura davvero selvaggia, poche destinazioni sono più affascinanti dei Carpazi meridionali, in Romania: uno spettacolo mozzafiato di foreste dense come la notte, vette di bellezza struggente, fiumi che scavano nella terra e nella memoria di chi li contempla. Certo, i Carpazi meridionali non sono per tutti i viaggiatori. Bisogna avere il fisico, arrivare con la preparazione e lo spirito giusti, e soprattutto poter contare su una guida del posto. Ma lo sforzo sarà ricompensato con munificenza. Per esempio, a un paio di ore di auto da Timisoara c’è Armeniș, un villaggio di poche migliaia di anime famoso perché qui ha sede un centro per la reintroduzione del bisonte nei Carpazi. È un progetto di cosiddetto rewilding: ripopolare i parchi e altre meraviglie della natura con i grandi mammiferi sterminati dagli esseri umani nel corso dei millenni.

A livello naturalistico, la Romania è un’oasi in un continente che, per fortuna, sta diventando sempre più verde. E i Carpazi meridionali sono stupefacenti. Oltre ai bisonti, sono la casa di lupi, orsi, linci, volpi, camosci. I Monti Țarcu, in particolare, sono così belli da meritare veri e propri foto-safari. Ma sono tutti i Carpazi a essere uno scrigno di prodigiosa biodiversità, grazie a una costellazione di parchi generalmente ben gestiti (ma il viaggio, è bene ripeterlo, va organizzato con cura, appoggiandosi a professionisti).

Praga è la città di Kafka, del buon soldato Švejk, del Golem, di Kundera e dell’insostenibile leggerezza dell’essere.

Praga (autunno)

Di tutte le destinazioni mitteleuropee, Praga è senz’altro la più gettonata. Tuttavia esiste una Praga più intima e nascosta, assai meno turistica, che si può assaporare nel silenzio, come un vino d’annata, che solo un intenditore può davvero comprendere, e apprezzare. È la Praga, ad esempio, di Angelo Maria Ripellino, il grande slavista di Palermo che la cantò in opere come “Praga magica”, un piccolo capolavoro che chiunque può comprare per pochi euro, in ogni libreria (o, gratis, in biblioteca). Certo, il libro non è il solito pseudo-saggio da classifica, solo le persone colte possono apprezzarlo, mentre Praga riempie di stupore e meraviglia anche i bambini illetterati. Ma andare a Praga senza aver letto (almeno) Ripellino è come andare alla Scala di Milano con i tappi nelle orecchie: si può afferrare qualche nota, si può godere delle scenografie e dei costumi dei cantanti, si può rimanere colpiti dall’avvenenza di una giovane spettatrice o dall’eccentricità di un anziano melomane, ma si è ben lontani dall’aver afferrato la vera bellezza di Praga.

Praga è la città di Kafka, del buon soldato Švejk, del Golem, di Kundera e dell’insostenibile leggerezza dell’essere. Ma è anche la città di un classico contemporaneo: HHhH. Dire che è il romanzo dell’attentato della Resistenza cecoslovacca a Reinhard Heydrich (uno degli ideatori dell’Olocausto, uno dei peggiori criminali del XX secolo) è dire poco. È un poema senza fanfare e vanagloria sul vero coraggio, sulla dignità umana e sulla speranza. Leggetelo, e poi visitate Praga a fine settembre, quando la luce ambrata conferisce alle cose e agli alberi una bellezza dolente ma sfolgorante…

Il post sopra è pubblicato sul Blog di Slovenia-Italia Club. Tale blog non rappresenta una testata giornalistica secondo la legge italiana in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, nè del contenuto dei siti linkati.

--

--

Slovenia_ItaliaClub
Il Blog di Slovenia-Italia-Scandinavia Club

Gruppuscolo di italiani e italiane, slovene e sloveni, appassionati/e di Mitteleuropa: dalla Slovenia alla Slovacchia, dalla Polonia alla Svizzera.