In viaggio con l’imperatore Giustiniano: 4 mete d’eccezione

Chi conosce la storia dei Balcani lo sa: nell’antichità questa penisola fu, per l’impero romano, uno straordinario semenzaio di talenti militari e politici. Per esempio, era nato a Naissus (odierna Niš, nella Serbia meridionale), Costantino il Grande. E dalla Dalmazia veniva il suo illustre predecessore, Diocleziano, che non a caso morì a Spalato, dove si fece costruire una magnifica residenza, oggi patrimonio dell’UNESCO. Per i romani l’Illiria era la terra dei prodi, dei duri senza paura: parlavano infatti di virtus illyrica, che stava all’impero come il prussianesimo al Secondo Reich.

Particolare del Palazzo di Diocleziano a Spalato

E dalla Macedonia del nord veniva anche l’ultimo grande imperatore romano, o il primo grande imperatore bizantino: Giustiniano. Astuto e violento, affabile e pio, fu l’uomo che riordinò il diritto romano, consegnando alla storia quel monumento giuridico che è il Corpus Juris Civilis. Grazie a due valenti strateghi come il generale Belisario (anch’egli originario della Serbia) e l’eunuco armeno Narsete riuscì a riconquistare il Nord Africa caduto in mano agli invasori vandali, e l’Italia governata dai goti. Ancora, Giustiniano è ricordato per aver domato una delle peggiori rivolte della storia romano-bizantina (la rivolta di Nika), e per aver tenuto in piedi l’impero durante una delle più mortali epidemie di peste del passato.

Avorio Barberini: ritrae Giustiniano vincitore dei persiani

Fu un riformatore, un despota, un sostenitore delle arti. Sposo devoto di Teodora (una delle sovrane più abili e intelligenti della storia), Giustiniano segnò un’epoca. Chi vuole viaggiare seguendo le sue orme deve attraversare tutti i Balcani, dalla Serbia meridionale alla Turchia europea, e poi solcare il Mar Adriatico, e sbarcare a Ravenna, ultima capitale dell’impero romano d’occidente e successivamente gloriosa roccaforte bizantina.

Justiniana Prima (Caričin Grad)

Questa città appartiene alla vicenda di Giustiano per due motivi. Il primo è che in questa zona nacque Giustino, lo zio militare (e imperatore dal 518 al 527) grazie al quale Giustiniano — da figlio di contadini qual era — poté studiare, fare carriera nelle scholae palataniae (la guardia del corpo imperiale), e diventare a sua volta imperatore. Il secondo è che qui Giustiniano volle edificare una città modello, un po’ come fece Alessandro Magno con le varie Alessandrie sparpagliate per il mondo. Ecco perché la dotò di alte mura, un acquedotto, bagni pubblici e fontane, sei chiese e una cattedrale.

Justiniana Prima si trova nella Serbia meridionale, non lontano dall’odierna Lebane, e fa parte della Lista dei siti archeologici di eccezionale importanza della Serbia. Espressione anche del desiderio di Giustiniano di cristianizzare un’area esposta alle scorrerie dei barbari pagani, fu scelta come capitale dell’Illirico (l’enorme prefettura che si estendeva da Sirmio alle rive dell’Egeo) al posto di Tessalonica (attuale Salonicco). Le rovine che qui si possono ammirare sono stupefacenti: non a caso la Serbia sta cercando di includere il sito nella lista UNESCO dei siti del Patrimonio mondiale.

Tauresium (Taor)

Non si può non visitare Tauresium, villaggio della Macedonia del nord a una ventina di chilometri dalla capitale Skopje. Qui, in questo villaggio della Tracia dove si parlava ancora latino, nel 483 d.C. nacque Giustiniano (che in origine si chiamava Petrus Sabbatius). Era un momento storico travagliato, per la storia del continente: mentre l’Europa scivolava nel caos (ricordiamo che l’ultimo imperatore d’Occidente, Romolo Augustolo, fu deposto nel 476 d.C. da Odoacre), a Oriente l’impero era lacerato dalle violente divisioni religiose tra duofisiti e monofisiti.

Tauresium si trova nella regione un tempo chiamata Dardania, vicino al piccolo villaggio di Taor. Qui, in una natura incontaminata come spesso accade in Macedonia del nord, si possono contemplare le rovine di Tauresium, colpita — al pari della vicina fortezza di Bederiana — da un grande terremoto nel 518. È degno di nota il fatto che il sito fu scoperto da sir Arthur Evans, celebre archeologo inglese, immenso studioso della civiltà minoica.

Costantinopoli (Istanbul)

Giustiniano fu un imperatore incredibilmente longevo (sarebbe morto a ben 83 anni, un’età veneranda anche per gli standard attuali). Trascorse gran parte della sua vita a Costantinopoli: l’antica Bisanzio, scelta come capitale da Costantino nel 330 d.C., e che oggi ha il nome di Istanbul. Giustiniano però non la chiamava Costantinopoli, bensì “la nostra città felice”. E oggi è felice il viaggiatore che può recarsi in questa splendida città, e ammirare le vestigia di due degli imperi più importanti della storia: l’Impero bizantino, e l’Impero ottomano.

foto di Alexxx1979 CC BY-SA 4.0

L’imperatore fece di tutto per rendere ancora più maestosa la sua capitale. Per esempio eresse, nella grande piazza dell’Augustaion, una spettacolare colonna per celebrare le vittorie dei suoi eserciti; alta nove metri, visibile anche dal mare, e sormontata da una statua equestre che ritraeva Giustiniano stesso trionfante, resistette sino al XVI secolo, quando fu distrutta dai turchi. Ancora, l’imperatore si incaricò di ricostruire, dopo la tremenda rivolta di Nika del 532, la chiesa di Santa Irene. Chiamata Hagia Irene, rappresenta uno splendido esempio di architettura bizantina, ed è ancora visibile: si trova a due passi dal famosissimo Palazzo Topkapı, e ospita periodicamente eventi culturali e musicali.

Cristo Pantocratore, particolare di Santa Sofia

Ancora, si deve a Giustiniano la ricostruzione di Santa Sofia, anch’essa distrutta durante la rivolta di Nika. A tal proposito incaricò due delle menti più brillanti dell’impero: il geometra Isidoro da Mileto e l’architetto Antemio di Tralle. Per Giustiniano riedificare (allargandola) Santa Sofia divenne un obiettivo prioritario del suo regno, tant’è vero che si recava quasi tutti i giorni al cantiere, per supervisionare i lavori e addirittura affrettarli. Per ornarla pretese che si spogliasse il Tempio di Artemide ad Efeso delle sue colonne, e che si mettessero a lavorare migliaia di operai. Quando la vide si narra che l’imperatore ringraziasse Dio e commentasse di essere «più grande di Salomone». Oggi Santa Sofia (Hagia Sophia) è un museo che attira visitatori da tutto il mondo.

Ravenna

foto di Чигот CC BY-SA 4.0

Giustiniano non mise mai piede a Ravenna, ma è nella città romagnola che si trova la sua più famosa effigie. Nella basilica di San Vitale, per la precisione. Negli straordinari affreschi che adornano la basilica sono raffigurati anche Giustiniano e sua moglie Teodora con i rispettivi corteggi. Nel mosaico dedicato al primo sono ritratti pure il generale Belisario e Narsete, nonché il vescovo Massimiano, che con tutta probabilità supervisionò i lavori di costruzione della magnifica basilica. Strappata ai goti durante una guerra lunga e violentissima, Ravenna (che era stata capitale dell’impero d’occidente nel V secolo) divenne capitale dell’esarcato d’Italia, e il fulcro della potenza bizantina nella penisola.

Il mosaico è uno splendido esempio di arte bizantina. Su uno sfondo d’oro atemporale, tutti i personaggi sono ritratti in modo naturalistico ma al contempo con una certa ieraticità. Spicca la figura dell’imperatore, riccamente vestito (si noti il manto di porpora), e con un nimbus intorno alla testa che ne certifica la sacralità; in mano regge una patera d’oro, dono prezioso alla chiesa. Alla sua destra sfilano gli alti ufficiali e i soldati, con i simboli del potere militare (le lance e il grande scudo, che però è adornato con il monogramma di Cristo, il Chi Rho), alla sua sinistra i chierici, con il grande crocifisso, la Bibbia e l’incensiere. Una scena potentissima, che a distanza di quasi un millennio e mezzo riesce ancora a impressionare, e a trasportare nell’epoca di uno dei più grandi imperatori della storia.

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