LA SCELTA DI GIULIA…

un racconto, ambientato a Bled, di Chiara Serena Giambartolomei

«Macchiato caldo o freddo?» Giulia guarda il cameriere con espressione sgomenta, tanto che anche lui rimane sorpreso. «Caldo… grazie mille» risponde dopo qualche secondo. Niente più domande, pensa, niente più scelte per favore. Fruga nella borsa alla ricerca del pacchetto di sigarette. Sì lo so, devo smettere, dice a se stessa alzando le sopracciglia, un’altra cosa che dovrei fare e che non faccio, un’altra cosa che procrastino, un’altra cosa che mi fa sentire in colpa verso me stessa e verso chi mi sta vicino ogni volta che la faccio, sembro uno spot delle associazioni contro il tabagismo, adesso mi calmo… Trova finalmente il pacchetto e tira un sospiro di sollievo che neanche se le avessero detto che Berlusconi si è trasferito in pianta stabile alle Figi…

Calma. È venuta fino in Slovenia alla ricerca di questo. Pace e calma. Il viaggio in treno da Livorno a Trieste è stato lungo ma per fortuna senza intoppi. Una volta raggiunta Lubiana in treno, ha noleggiato una macchina e in meno di un’ora è arrivata a Bled. Gliel’ha consigliata sua sorella Martina quella meta, dicendo che è il posto ideale per rilassarsi, riflettere contemplando la bellezza del luogo, e “disintossicarsi” dallo stress. «Vedrai che lì riuscirai a prendere una decisione» ha detto.

L’accendino non funziona. Continua a fare finta di accendersi, emettendo una scintilla dopo l’altra mentre Giulia fa girare imperterrita la rotellina metallica e scuote ripetutamente l’aggeggio traditore. Comincia a imprecare sibilando, la sigaretta ancora spenta tra i denti, quando arriva il cameriere col cappuccino e due biscotti. Appoggia sul tavolo la tazzina, e poi una scatola di fiammiferi. Rapida come se ne andasse della sua vita, Giulia si disfa dell’accendino e afferra la minuscola scatoletta con le dita intirizzite dal freddo, dicendo «grazie davvero» circa venti volte.

Un altro avventore, osservando la scena, potrebbe pensare che Giulia sia una ragazza un po’ nevrotica. E vederla tirare una boccata dopo l’altra, con la furia dell’astinenza, senza degnare di uno sguardo il bellissimo panorama di fronte a lei, confermerebbe il giudizio. In realtà Giulia ha un buon motivo per essere così nervosa. Deve fare una di quelle famose “scelte decisive nella vita” che non augurerebbe a nessuno, men che mai a se stessa.

Il fatto è che poco più di una settimana fa Giulia ha ricevuto un’offerta di lavoro come ricercatrice al dipartimento di antropologia della Duncan University. Canada. Ottime notizie, direbbe chiunque, in questi tempi di tagli alla ricerca e disoccupazione. E infatti anche lei si è illuminata leggendo l’email della direttrice del dipartimento. L’ha letta e riletta varie volte, seduta nel suo ufficio al Museo Sperimentale di Scienze Naturali. Ma la contentezza è durata ben poco. Si era candidata lei stessa per quel posto mesi prima, ma senza credere neanche per un momento che avrebbe potuto ottenerla. Il suo lavoro al Museo le piace, però è chiaro che dovrà aspettare ancora molto tempo (di certo qualche anno) per avere un contratto sicuro lì. Ma trasferirsi in Canada per lavoro? Così lontano dalla sua famiglia, da tutte le sue amiche, e anche da Lucio? Davvero?

Finalmente si rilassa sullo schienale della sedia e vede davvero il lago, proprio davanti ai suoi occhi. Per una volta Martina ci ha azzeccato, è spettacolare. Uno specchio blu protetto da colline morbide e ricoperte di boschi, dal quale spunta come per magia un isolotto sormontato da una chiesa. La superficie liscia dell’acqua è mossa solo dalle scie di alcune placide barchette a remi, e dai kayak di un paio di coraggiosi che si stanno allenando nonostante la temperatura. Giulia non si allena dal 2002…

Guarda con l’ennesimo senso di colpa la fetta di millefoglie alla crema pasticcera che ha ordinato dopo il cappuccino. Martina è stata molto chiara, non deve per nessuna ragione al mondo tornare senza averla assaggiata, perché quella è la torta tipica del posto, la sua ricetta è stata inventata proprio lì, e andare a Bled senza mangiarla è come non esserci andati affatto… le ha fatto una testa così con la millefoglie di Bled, quindi niente sensi di colpa. E poi, come le direbbe sua nonna, la merenda bisogna farla, soprattutto dopo un lungo viaggio!

Affonda la forchetta nel dolce fragrante e l’assaggia. In barba al freddo, all’ansia e alle preoccupazioni, quell’ottima torta la riporta col pensiero lì dov’è, e per la seconda volta in pochi istanti è grata a sua sorella. Un record assoluto per Martina! Altro che sensi di colpa, pensa divorando la millefoglie, devo arrovellarmi per decidere che cosa fare della mia vita, il mio cervello ha proprio bisogno di zuccheri. Poi si abbandona di nuovo sullo schienale e torna a guardare il paesaggio. Tra le colline boscose nota un alto sperone di roccia che si affaccia proprio sul lago, sormontato da un castello. Che sembra molto grande. Da lì la vista dev’essere spettacolare…

http://www.blejski-grad.si/it/castello-di-bled

«Mi scusi, quel castello lì sul lago, è visitabile?» domanda nel bar mentre paga. «Certo — risponde il cameriere in un eccellente italiano — è il famoso Castello di Bled. È il più antico della Slovenia, ha più di mille anni, pensi!» «Addirittura. E come ci si arriva?» «In macchina, poi in alto c’è un parcheggio. La strada è un po’ ripida sa…»

Giulia, che dopo la merenda e la vista degli atleti in kayak ha voglia di imprese sportive inedite, chiede se ci si possa arrivare anche a piedi. Il signore le risponde, un po’ esitante, che sì, ci si può arrivare anche a piedi, con una bella passeggiata nel bosco. «Però la strada è un po’ ripida» ripete, guardando non troppo convinto Giulia, che sta adocchiando le altre fette di millefoglie. «Grazie! — esclama lei con entusiasmo — Ci vado subito! Me ne tenga una da parte, tornerò a mangiarla per premio!» e si dirige con passo deciso verso l’uscita.

Mezz’ora dopo, mentre ancora arranca sul ripido sentiero nel bosco, l’entusiasmo di Giulia ha lasciato il posto a una sgradevole sensazione di pre-soffocamento, e al serio timore di non riuscire mai ad arrivare in cima. Ma la ragazza compensa l’assoluta mancanza di allenamento con la stessa tenacia che l’ha aiutata quando all’università doveva imparare a memoria gli assurdi nomi delle centinaia di specie, sottofamiglie e famiglie di primati. E intanto una prima “scelta decisiva nella vita” l’ha già presa: niente seconda fetta di torta per oggi!

fonte: www.slovenia.info foto di Jošt Gantar

Finalmente intravede la fine della coltre d’alberi e il sentiero diventa mano a mano meno ripido. Si siede un attimo sugli scalini per riposare, giusto per non fare il suo ingresso al Castello paonazza e senza fiato, neanche fosse venuta a piedi da Livorno. L’attimo diventa un quarto d’ora, e ben presto dallo scalino deve spostarsi su un sasso lì vicino per lasciare spazio a due famiglie con bambini piccoli, un paio di donne che passeggiano chiacchierando insieme al cane, e una comitiva di dieci arzilli anziani muniti di bastoncini da trekking (alcuni dei vecchietti l’hanno guardata con sdegno malcelato mentre riprendeva fiato fumando seduta sul sasso).

Comunque il suo orgoglio non è troppo ferito. È facile sgambettare verso la cima quando si è ancora troppo piccoli per sapere cosa ci aspetta o sufficientemente anziani da avere la pensione sicura depositata ogni mese sul conto corrente, pensa. Lei è una precaria. Una giovane rappresentante della cosiddetta “generazione perduta”. Una indignada. Una combattente che lotta per assicurarsi un futuro nel mondo post-crisi-del-2008, e adesso porta sulle spalle il pesante fardello di una decisione fondamentale da prendere!

http://www.blejski-grad.si/it/castello-di-bled

Rincuorata si rimette in cammino, e dopo pochi passi raggiunge l’entrata del Castello e la biglietteria. L’addetto le passa il biglietto e la brochure. Wow, pensa Giulia. Un museo, una stamperia, il laboratorio del fabbro, una cantina… ci sono un sacco di cose da vedere in questo Blejski grad. E chi l’avrebbe mai detto?

La curiosità per i tesori custoditi nel museo sulla storia di Bled solletica la sua anima da studiosa, ma decide di prendersela comoda. È ancora presto, e per prima cosa vuole godersi la vista del lago da là sopra. Si avvicina al parapetto, e davanti a lei compare un’immagine veramente spettacolare. Dalla terrazza dell’albergo il lago le era sembrato carino, ma da qui lo vede per intero, e rimane a bocca aperta. Non ne ha mai visto uno più bello. Respira a pieni polmoni e si accorge di quanto l’aria profumi di buono, di bosco in inverno. Di natura. Ora che ci pensa, ha letto che nei dintorni di Prince George, non lontano dal suo potenziale nuovo luogo di lavoro, ci sono dei laghi spettacolari, e parchi naturali fantastici.

Senza neanche rendersene conto, sta sorridendo. È lì a Bled da sola, con il telefono staccato, senza esserci mai venuta prima, ma si sente come a casa. E ha sempre trovato elettrizzante la sensazione di andare alla scoperta di posti nuovi e di viaggiare. Certo, qui non si parla solo di un viaggio, ma di un trasferimento. Come minimo per un anno. In un paese lontano, e pure freddo, cosa che la spaventa non poco. E poi dovrebbe lasciare i suoi genitori e Martina, e pure Lucio, con cui sta da un annetto ormai. Però al dipartimento della professoressa Stone farebbe ricerca proprio sulla passione della sua vita, le interazioni sociali fra i macachi reso. E con uno stipendio niente male. Un’occasione del genere potrebbe non ripresentarsi mai più.

Guarda l’isolotto al centro del lago. Ha letto che un tempo lì sorgeva il tempio dedicato alla dea slava Živa, mentre ora c’è la Chiesa di Santa Maria Assunta. Ma l’isolotto è sempre lui, immobile. Il Castello stesso è stato più volte danneggiato e poi ricostruito nella sua lunga storia, eppure eccola lì, a contemplare un lago di origine glaciale che di certo affascina gli esseri umani da millenni. La vita porta sempre cambiamenti prima o poi, belli e meno belli, auspicati o meno. Ma la sostanza delle cose rimane la stessa.

La primatologia è sempre stata la sua passione, sin da bambina. Ed è da quando studia che sogna di poter fare ricerca a quel livello. Se per ora in Italia non è possibile non significa che sarà così per sempre. E anche se accettasse la proposta del Canada non significherebbe che ci resterebbe per sempre. I suoi genitori godono di ottima salute e si amano, non hanno bisogno di lei. E poi Martina è già sposata con un figlio in arrivo, e rimarrà nei paraggi. Per quanto riguarda Lucio, le ha detto che è matta a partire così su due piedi per Bled, figuriamoci cosa pensa davvero del Canada, tra i mugugni e le mezze frasi abbozzate. Ora la risposta deve essere assolutamente sincera, pensa Giulia: vale la pena restare solo per lui?

E le viene subito in mente il consiglio della sua zia preferita, Marianna. Che quando era appena una ragazzetta quindicenne le aveva detto: «non perdere tante energie dietro ai ragazzi, nipote cara. Viaggia, leggi tutti i libri che puoi, studia! Nel mondo c’è tanto da imparare». Guardando il lago sorride di nuovo. Quasi ride. Si gira e va a ordinare un bicchiere di vino bianco alla cantina del Castello. Deve festeggiare: pare proprio che la decisione ormai l’abbia presa! E forse ne ha presa anche un’altra: smettere di fumare… meglio una fetta di torta in più…

www.slovenia.info foto di Michael Matti

FINE

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