SOTTO IL CASTELLO DI LUBIANA, UN COLLE ANTICO COME IL MONDO

Com’è noto, il simbolo di Lubiana è il castello che la sovrasta dall’alto del suo colle. Uno spettacolo suggestivo, da cartolina. Non a caso il Castello si ritrova persino nel vessillo cittadino. La silhouette del maniero arroccato sulla collina boscosa è inconfondibile; la sua storia si intreccia con quella della capitale slovena da secoli: il Ljubljanski grad, infatti, fu costruito sui resti di una fortificazione romana, ed è menzionato in documenti del XII secolo. Percorrendo uno dei sentieri che conducono al Castello, non si può non pensare al Medioevo, quando gli armigeri si inerpicavano sul colle alla luce delle torce, o ne discendevano armati di tutto punto. Tempi lontanissimi, appunto! Ma non così tanto, in realtà…

Jacob Riglin, Beautiful Destinations www.slovenia.info

Infatti il colle è stato abitato sin dalla notte dei tempi, e ne sono una prova gli antichissimi reperti che vi sono stati trovati. Proprio come oggi, nelle immediate vicinanze si snodava il fiume Ljubljanica, che offriva acqua da bere e pesce, mentre nel bosco si trovavano legno da ardere e selvaggina da cacciare. Ecco perché venne scelto da popolazioni molto antiche, come quelle delle culture di Hallstatt e di La Tène. La prima, in particolare, è stata un’importante cultura dell’Europa occidentale e centrale agli inizi dell’età del Ferro, tra l’VIII e il VI secolo a.C.

All’epoca l’agricoltura era già piuttosto importante, ma si praticava anche la lavorazione dei metalli. Tanto che emersero sempre più forti le distinzioni sociali, con guerrieri e capi; le armi divennero sempre più sofisticate, e si consolidarono rotte commerciali che arrivavano fino al Mediterraneo. In effetti, secondo alcuni studiosi, l’origine della cultura La Tène sarebbe da attribuire proprio alle influenze dei popoli mediterranei, come i greci e gli etruschi, con cui la cultura di Hallstatt era entrata in contatto grazie al commercio.

Idolo f: Museo nazionale della Slovenia

Ancora, sia sul colle che nel resto della città di Lubiana, gli scavi hanno rivelato resti di insediamenti più antichi, risalenti all’età del Bronzo, e in particolare alla cultura dei campi d’urne. Che deve il suo nome un po’ macabro al grande cambiamento culturale che rappresentò: con essa, infatti, i nostri antenati passarono dall’inumare i defunti al seppellire delle urne con le ceneri, spesso insieme a oggetti di uso quotidiano più o meno preziosi. Anche questa fu una cultura tutt’altro che limitata a una piccola area geografica; basti pensare che sono stati rinvenuti campi d’urne persino nell’attuale Catalogna!

foto di Matevž Lenarčič www.slovenia.info

Ma anche la zona di Ig, molto vicina a Lubiana, fu abitata in epoche lontanissime. Lo sappiamo grazie al lavoro di Karel Dežman (anche conosciuto come Karl Deschmann), che verso la fine del XIX guidò le prime, importanti campagne di scavo realizzate in quell’area. Una fatica che pare sia stata seguita con interesse anche dalla corte di Vienna, e che portò a scoperte straordinarie, tanto da valere a Dežman la promozione a direttore dell’attuale Museo Nazionale della Slovenia.

In quella che oggi è conosciuta come la Palude di Lubiana (Ljubljansko barje) sono stati trovati resti di palafitte costruite con legno di quercia e frassino da popolazioni della cultura Vučedol, ma le più antiche risalgono addirittura al quinto millennio a.C. Si trattava di comunità capaci di pescare e cacciare, ma che praticavano anche l’agricoltura e l’allevamento. Oltre ai resti di abitazioni e lunghe barche, sono stati trovati anche reperti più artistici: statuette antropomorfe, ceramiche e bellissimi vasi.

Flauto neanderthaliano f: Museo nazionale della Slovenia

E dalla stessa zona proviene anche un reperto preziosissimo della storia dell’umanità. Si tratta di una delle più antiche ruote con asse del mondo, costruita in legno e risalente al 3200 a.C. (oltre 5000 anni fa, insomma); si pensa che facesse parte di un carro che i palafitticoli utilizzavano, ad esempio, per trasportare legna dai boschi che circondavano il loro lago.

In realtà è tutta la Slovenia a essere una meta interessantissima per gli appassionati di archeologia. Un esempio? Al Museo nazionale della Slovenia, a Lubiana, si può ammirare lo strumento musicale più antico del mondo: un flauto ritrovato nella grotta di Divje babe vecchio di ben 60mila anni, presumibilmente creato da un uomo (o una donna) di Neanderthal. Un reperto importantissimo che mette in discussione l’unicità della nostra specie (Homo sapiens) quanto a capacità artistiche: evidentemente anche i nostri cugini ormai estinti apprezzavano della buona musica!

Il post sopra è pubblicato sul Blog di Slovenia-Italia Club. Tale blog non rappresenta una testata giornalistica secondo la legge italiana in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, nè del contenuto dei siti linkati.

--

--

Slovenia_ItaliaClub
Il Blog di Slovenia-Italia-Scandinavia Club

Gruppuscolo di italiani e italiane, slovene e sloveni, appassionati/e di Mitteleuropa: dalla Slovenia alla Slovacchia, dalla Polonia alla Svizzera.