Kapow— di Elena Donadon

domitilla.pirro
il buco nel cervello
5 min readSep 6, 2016

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A TUTTE LE DONNE PIACE L’ ACTION, SOLO CHE NON LO SANNO.

(YIPPIE KI YAY, MOTHERF****RS!)

Secondo un articolo pubblicato da The Telegraph, “Men and women should never watch films together”, perché, così si sente sicura di affermare Jane Crowther, “what women want from a film is something which reaffirms a positive world view, whereas men want films which tap into the very basic attributes of being alive — death, adrenalin and sex”, a quanto pare.

Capito? A noialtre serve piagnucolare sul divano indossando la felpa dell’Università mentre Ryan Gosling si converte da playboy a principe azzurro confermandoci che sì, esistono uomini buoni&sensibili; mentre a quei rozzoni dei nostri compagni serve ruttare birra e immaginare di fare sesso con stupide tettone mentre esplodono automobili.

La morte culturale ci fissa prepotente, sghignazzando: non solo si continua a propugnare lo stereotipo per cui le donne sono quintessenzialmente donnicciole, ma anche quello, altrettanto grave, per cui gli uomini sono tutti dei barbari ignoranti perché hanno un pene.

Entrambe le visioni si inseriscono a pieno titolo nei gender issues dei quali oggi ci piace parlare, poiché entrambe le prospettive educano fin dal principio a inserirsi in una categoria ben definita che divide il mondo in rosa e blu: perché, diciamocelo, se a un uomo piace Jane Austen sotto sotto è frocio.

Questa questione è stata recentemente sollevata anche da Barack Obama, femminista dichiarato (ahi, nero E femminista!), in una lettera pubblicata su Glamour il 4 agosto scorso: “… so we need to break through these limitations. We need to keep changing the attitude that raises our girls to be demure and our boys to be assertive, that criticizes our daughters for speaking out and our sons for shedding a tear. We need to keep changing the attitude that punishes women for their sexuality and rewards men for theirs…”.

Se i bambini vedono il mondo a compartimenti stagni fin dalla prima tutina 0–3 mesi (“Ma non vorrai mica regalarla a Gioia, è blu e lei è UNA FEMMINA”), ci sono grandi, enormi possibilità che si trasformino in donnicciole piagnucolose e spacconi ruttabirra incapaci di comprendersi.

A cascata, tutto il resto.

Senza scomodare l’antropopoiesi (ma anche un po’ sì, scomodiamola), se un intero sistema culturale suggerisce che noi donne vogliamo una visione rassicurante del mondo e drappi svolazzanti da Bollywood, è probabile che di fronte a un carro armato che precipita da un aereo e viene “guidato” in cielo a suon di cannonate rabbrividiremo, invece di gioire per il divertimento brainless che vuole essere. Brainless tanto quanto ogni scena di ogni commedia romantica mai scritta, s’intenda.

Le donne alle quali piacciono l’action, i war movies, le scazzottate, i car chase, subiscono poi il solito commento sessista: “Ma tu non sei come le altre ragazze!”. Certo, perché tutte le altre donne del pianeta sono stupide frignone dal cuore traboccante di arcobaleni, micetti e divise da crocerossina.

Se ti piace Bruce Willis, sei una donna un po’ meglio delle altre.

Se ti piace Nicholas Sparks, sei una cretina come tutte le altre.

Poi, di nuovo, se sei un uomo e ti piace Nicholas Sparks devi morì, sorry bro.

Negli ultimi anni il dibattito sul perenne sessismo di Hollywood ha preso piede e qualche coraggioso, con risultati più o meno interessanti, sta tentando di girare (ma soprattutto di vendere al botteghino) film d’azione che abbiano per protagoniste delle donne.

Certo, già nel 1974 Foxy Brown (Jack Hill) ci aveva provato, così come La Femme Nikita (Luc Besson) nel 1990, senza citare i feticismi di Tarantino con Kill Bill (2003) e Death Proof (2007), fino ad arrivare ai più recenti The Hunger Games (2012) e lo spettacolare (in tutti i sensi possibili) Mad Max: Fury Road (George Miller, 2015): ma mettere delle donne protagoniste è sufficiente?

No, perché ancora oggi il pubblico di entrambi i sessi è portato a diffidare di questo tipo di intrattenimento (che sia serio o faceto) e gli scenari sono due:

A — Una donna non potrà mai spaccareiculi come Vin Diesel

B — Che schifo ci sono le auto e le pistole, voglio che qualcuno si baci sotto la pioggia.

In entrambi i casi, lo spettatore NON SA che questa sua repulsione è dovuta ad un fattore socio-culturale e non a sue reali esigenze… estetiche.

Certamente, de gustibus non est disputandum: si può però disputare la categorizzazione a priori e una scelta imposta dall’alto di una cultura millenaria che danneggia entrambi i sessi.

Posto che le romantiche fan di Downton Abbey potrebbero comunque trarre soddisfazioni da film come The Guest (2014, Adam Wingard), in cui Dan Stevens passa da compassato eroe uber-drammatico a macchina-per-uccidere comunque sempre so hot, perlomeno un senso di vendetta potrebbe, dovrebbe, pervadere le spettatrici: in questo genere di film, il corpo dell’uomo viene feticizzato e ridotto a oggetto tanto quanto quello delle donne o degli uomini stessi nelle rom-com.

[Perché, ehi: succedono cose pazze, nelle rom-com, tipo gente che guida il trattore senza maglietta per non si sa quale ragione. Ti prendi un’insolazione, bello.]

(The Backup Plan, 2010, Alan Poul)

In quanto appartenente controvoglia alla orrida categoria not like other girls, mi interrogo sulla mia predilezione — che poi tale non è: se vedo Hachiko piango pure io, checcazzo — per film più o meno spacconi/violenti/brainless e mi domando: perché?

Ancor prima, realizzo che già domandarmi il perché è sbagliato, intrinsecamente sessista e ridicolo. Sono un essere un umano e posso guardare e amare i film che voglio: non dipende dal mio #BucoNelCervello, né dal mio amore per la birra.

Non mi rende un individuo speciale, essere una donna che ama urlare “Yippie Ki Yay Motherf***er” insieme a Bruce Willis, così come non mi rende neppure un ignorante barbaro uscito da una caverna ieri pomeriggio per la prima volta. Non ha influenzato i miei gusti sessuali, non mi ha reso un’isterica né trasformata in Lorena Bobbit. Sono persino eterosessuale: sai che noia.

Il punto è, forse, che nessuno mi ha mai detto “Guarda questo e leggi quest’altro, che è da femmina. Ma non andare a vedere quello, che è da maschi.”

Che poi, a chi non piace ruttare birra? (A te, eh? Ok. Nessun problema. Whatever rocks your boat: fine by us.)

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