IL CINECONSIGLIO! Film visti: “Veloce Come il Vento” e “Hardcore!”.

Giacomo Urban
IL CINECONSIGLIO!
Published in
2 min readMay 3, 2016

Nei testi dell’Apocalisse, nel Necronomicon o nei libri di Julia Child dev’esserci scritto:

“… Arriverà il giorno in cui al film d’azione, dove si ammazzano venti persone al minuto, preferirai un film italiano…”

Ebbene, mentre attendo piogge di rospi e tornado di fuoco, così mi confesso.

“Hardcore!” minuto dopo minuto ha fatto strage di ogni mio possibile entusiasmo. Scritto con la fantasia di chi sta lavorando su Excel, strutturato da dei bambini incapaci di usare i Duplo e recitato come la peggior recita dei genitori, risulta noioso, lontano da qualsivoglia tipo di adrenalina e privo di fantasia. È inutile provare a mettere in scena in POV sequenze che hanno già funzionato in film come “The Raid: Redempion” proprio per come erano riprese e strutturate. Per piacere, non parlatemi di videogiochi per giustificare il POV. È un film e se come regola il regista si è imposto di farlo in prima persona, beh, il risultato è a dir poco insoddisfacente perché non trasmette nessuna delle sensazioni “previste” e nemmeno quelle che i videogiochi sanno dare. Se volete un consiglio, guardatevi il trailer, il cortometraggio e i titoli di testa (che sono geniali); il resto lasciatelo stare.

Posso veramente dire di essermi goduto un film italiano?

Io?

“Veloce Come il Vento” nonostante svariati errori (sopratutto da imputare ad una scrittura filmicamente acerba) riesce a portare il cinema italiano fuori dalla cucina e fuori dai manicomi, nei quali è rimasto confinato durante tutti questi anni in drammi psicostronzologici, e a confezionare una storia piacevole per la sua leggerezza e… Godevole. Buona la direzione della fotografia, ma priva di immagini realmente iconiche. Buona la regia, ma non può chiedere all’ottima recitazione di Accorsi (mai avrei immaginato di dirlo, tantomeno di scriverlo) di pronunciare frasi che nessuna persona direbbe mai e che servono solo come spiegone o per mandare avanti la storia. Il realismo della recitazione di Accorsi (devo avere l’influenza), non può assolutamente ingerire quel tipo di strumenti, piuttosto, quei passaggi, potevano essere risolti con la fotografia. In generale comunque la recitazione è veramente buona da parte di tutti gli attori, ma, in questi anni, direi che c’eravamo accorti che i nostri attori, usati da registi stranieri, sapessero fare molto bene il loro mestiere. Il montaggio mi è sembrato un po’ debole, ma non quanto la struttura della sceneggiatura, in particolare nella parte finale, dove poteva, invece, sorreggere molto meglio la storia. In linea di massima l’impressione che mi ha dato è stata quella di essere un film non storybordato (o meglio, non arricchito visivamente in fase di preproduzione). Comunque sia, bel lavoro, ben fatto e se il cinema italiano volesse andare in quella direzione, beh, può contare su di me come spettatore.

--

--

Giacomo Urban
IL CINECONSIGLIO!

Cinematographer and editor for Frenzy Hour Productions