Roy Fox Lichtenstein

L’urlo e la mania

Circolo dei lettori
il Circolo degli scrittori
3 min readFeb 16, 2015

--

“Ai miei allievi dico: quando scriviamo, stiamo in un campo che sta tra l’urlo e la mania. L’urlo è l’urlo: l’espressione incontrollata, prelinguistica, il suono prodotto semplicemente come un gesto, una cosa del corpo. La mania è il controllo assoluto, la lingua dalla sintassi standardizzata e fissa, la corporalità del suono negata. (…) Quando noi scriviamo, urlo e mania sono i nostri confini, a destra e a sinistra. Se cadiamo nell’urlo, cessiamo di comunicare: diventiamo una sorta di io/tutti, soggetto archetipico o come dir si voglia, che non comunica ma si limita ad agire. Se invece cadiamo nella mania, semplicemente cessiamo di esistere come soggetto e diventiamo funzione. La pericolosità di ciò che troviamo al di là di questi due confini non deve indurci a stare nel bel mezzo: sarebbe una rinuncia troppo grande (la narrativa di consumo è spesso un buon esempio di questa rinuncia). Cercheremo un equilibrio, uno scambio costante.” Così, Giulio Mozzi ai suoi allievi dei corsi di scrittura.

Ora. Tornando a noi. Il romanzo che stiamo cercando, il romanzo che ogni editore sta cercando, è un romanzo che sia un episodio sempre molto raro e meraviglioso in cui l’urlo e la mania si incontrano ognuno al proprio apice. Deve essere un urlo maniacale o una mania urlata. È egotico — cioè ritiene che solo perché quelle determinate faccende siano capitate a lui, interessino anche ad altri — chi urla la sua disperazione sul foglio di carta; ed è maniacale chi progetta con un’asetticità e un rigore che declinano nell’insensibile.
Vladimir Nabokov sostiene che nella creazione artistica debbano confluire e convergere “l’entusiasmo della scienza e la pazienza della poesia”. Necessariamente.

Tendiamo orecchio adesso ai due dattiloscritti di cui si è discusso oggi. Ci sarà urlo, o ci sarà mania?

In Les amoureaux il protagonista è un cinquantottenne che quando intercetta una qualsivoglia avvisaglia che il suo destino stia per cambiare, si reca da un tale, Xavier, che definisce come “mio barista di fiducia, rude ex marinaio dalle non meglio precisate origini meticcie; era ad un tempo il mio analista, il mio guru, il mio confidente, la mia coscienza critica”. Attorno a questi si dispiega una fauna stramba e grottesca (il Vecchio Pittore, Monsieur Roux grande esperto di scempiaggini…) che viene scossa irrimediabilmente da una donna, naturalmente formosissima, che facendo manovra davanti al bar in questione urta il motorino del nostro protagonista. Nulla potrà essere come prima, dacché lei è una “donna misteriosa e imperscrutabile, cammina spavalda verso mete impossibili, nessuna via di scampo”. Come bonus track, una manciata di ricette culinarie. Il Gruppo decide di farlo passare e metterlo tra i titoli in panchina. Qui, a voler censire i due elementi cui si è fatto cenno in apertura del pezzo, c’è un po’ di mania ma niente urlo.

La nave racconta di un uomo che, da quando era bambino e allora ci veniva col padre ad adesso che una badante lo spinge sulla sedia a rotelle, ogni giorno va a vedere la nave attraccare nel porto della sua città. L’autore ottiene una discreta adesione sentimentale alle ordinarie avventure e disavventure del protagonista e dei membri della sua comunità. Il vecchio è Corrado Paternò che rievoca le vicende che animarono la sua vita e quella della sua famiglia. Gente tenace, onesta e rispettata nell’isola. La morte del nonno cui Corrado era molto legato; i bombardamenti sempre più frequenti nel corso della seconda guerra mondiale; la liberazione e la cotta per Angela; il rapporto di apprendistato intellettuale con un professore; l’assunzione per l’azienda statale che eroga l’elettricità; il matrimonio con l’amata Angela e l’acquisto della casa; le figlie; poi Rosalba, giovane e provocante che lo porta a valutare l’infedeltà e infine a tradire la moglie; il bambino nato da questo rapporto extraconiugale; la morte della moglie… Un accadimento alla volta, un rito di passaggio alla volta, si procede con una buona inerzia biografica, in avanti, da allora fino ad oggi. Purtroppo però, a detta del Gruppo di lettura, nulla di sufficientemente inedito e potente. Qui mania e urlo ci sono entrambi, ma troppo flebili per attirare l’attenzione di chi legge.

L’appuntamento, come d’abitudine oramai, è a giovedì prossimo.

--

--

Circolo dei lettori
il Circolo degli scrittori

Il primo spazio in Italia dedicato a chi legge, per passione o mestiere. Dieci sale, un bar e oltre cento eventi ogni mese tra libri, musica e arte.