Perché l’imitazione non è una limitazione

Circolo dei lettori
il Circolo degli scrittori
3 min readJan 19, 2015

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All’insegna delle voracità si era concluso il 2014 e ugualmente con la stessa gran voglia di leggere e commentare i romanzi in gara, cominciamo il nuovo anno.
2015: l’anno in cui sarà decretato il vincitore del primo concorso letterario bandito dal Circolo dei lettori di Torino. Qualche mese appena e sapremo a quale romanzo assegnare lo scettro… Sarà una storia romantica con un personaggio femminile a far innamorare i lettori? O sarà un lavoro più introspettivo e ricercato a incontrare il favore del nostro Gruppo di lettura?
È ancora troppo presto per dirlo e per far partire le scommesse, ma il Gruppo in Sala lettura oggi ha le idee chiare sui testi letti durante le vacanze.

Di giovedì in giovedì, i lettori affinano l’intuito e maneggiano con più sicurezza le categorie critiche discusse negli incontri precedenti. Anche grazie al supporto dei due editor, certi interventi istintivi sulle prime letture ora sono più consapevoli e sorvegliati, e prevale uno sguardo più sensibile nei confronti del testo, meno suscettibile a certe antipatie formali o simpatie di trama.

È stato ritenuto non meritevole di proseguire la gara Caro amico ti scrivo… un epistolario di sola andata — nel senso che mancava la risposta da parte del destinatario — tra una donna, insegnante di lingua straniera, e il direttore della rivista Chi Alfonso Signorini. Un susseguirsi di lettere, privo di drammaturgia, in cui non si è faticato a rilevare, ancor prima che le qualità, le ragioni del progetto. Un epistolario può avere una sua legittimità letteraria, ma bisogna ricordarsi di fornire al lettore una chiave interpretativa.

Il Gruppo ha poi ripreso un testo, finito in panchina la scorsa volta, Amate i cavalli più che potete, e ha discusso delle potenzialità di un autore e della bravura dell’editore nel riconoscerle, magari in un testo con molti difetti o immaturo letterariamente. Il lavoro editoriale è anche questo: individuare un talento senza che questo si sia ancora pienamente concretizzato. Disporre insomma di una bacchetta da rabdomanti, sensibile il giusto, che segnali lì dove c’è una vena meritevole, che se debitamente valorizzata possa sgorgare rigogliosa.

La marcia del Gruppo è proseguita a spron battuto e si è fermata, soddisfatta, quando ha incontrato la raccolta di racconti L’amore e le sue solitudini. Cinque racconti in cui il protagonista indiscusso è l’amore negato, ossessivo, o perduto. L’autore narra di tradimenti e sotterfugi coniugali, soprusi e violenze alcoliche, ma soprattutto di solitudine.
Tutti i lettori concordano sulle potenzialità di queste narrazioni: toccanti e profonde. C’è forse un’epigonalità di fondo: l’autore sembra un lettore di Carver molto fedele, mentre forse per rendere meglio le psicologie diverse dei suoi personaggi avrebbe bisogno di leggere tutti i racconti del premio Nobel 2013 Alice Munro.

Si leva a questo punto una domanda: Quanto un autore è legittimato a prendere “in prestito” da altri scrittori?
Gli editor ci ricordano quanto detto con un simpatico gioco di parole dal consulente editoriale/ editor/ insegnante di scrittura creativa e scrittore Giulio Mozzi: “L’imitazione non è una limitazione”.
Occorre solo — (!) — avere la consapevolezza di come ciò che si legge ricade sia superficialmente sia in modo carsico in quello che si va scrivendo. E non va patita, non va subita, ma vitalizzata.

Insomma, magari l’anno prossimo, magari partendo proprio dal romanzo che quest’anno vincerà il concorso, dovremmo organizzare un gruppo di lettura che insegni il furto in letteratura. Come dappertutto, anche qui, è solo una questione di stile.

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