IL LIBRO PERFETTO di Massimo Lazzari

IL COLOPHON
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[Antonio Tombolini Editore]

Il titolo è impegnativo Il libro perfetto. È il primo pensiero che ho avuto nell’affrontare la lettura del racconto di Massimo Lazzari. Poi leggi e capisci che c’è un libro nel libro, una storia nella storia.

L’autore ti accompagna in un viaggio attraverso l’India, da Delhi attraverso il Kashmir fino alla Valle di Numbra. Traspare un amore profondo per questo paese e la sua profonda conoscenza. Vissuta o virtuale non è dato sapere. Un viaggio appassionante, serrato, scandito dalla musica dei Led Zeppelin. Il libro perfetto ha il ritmo de Il giro del mondo in ottanta giorni di Julius Verne e la fantasia documentaristica di Salgari. Con piglio moderno ovviamente e le dovute proporzioni.

La narrazione in prima persona è scorrevole e senza fronzoli, diretta verso l’obiettivo cioè il prossimo luogo da raggiungere e raccontare.

Il protagonista intraprende la sua avventura, come spesso avviene, per ritrovarsi dopo una relazione finita. Vuole anche trovare l’inizio di un libro di cui ha in mente il finale e ne troverà, strada facendo, uno che ha un inizio e non una fine. E troverà un altro sé.

Il viaggio s’intreccia con l’amore e con il mistero. Con Vanessa, Erika e Leo. L’India è il grande contenitore dove i fatti avvengono con le sue genti, i suoi colori, il suo misticismo e le sue formidabili contraddizioni. Nulla di nuovo fin qui.

L’elemento originale nella storia, a mio avviso, è la riflessione che l’autore introduce nel racconto e che è riassunta in questo estratto di un dialogo tra Lorenzo e Leo:

“Sai dirmi Lorenzo perché quasi tutte le persone che conosci sono infelici o insoddisfatte? (…) Tutta la loro vita è una lunga serie di fatti puramente accidentali, sui quali nessuno può avere il minimo potere”.

Una ricerca che l’autore fa attraverso il protagonista e il suo viaggio che diventa anche interiore. La vita è fatta di bivi e quindi ogni volta ci si trova di fronte a una scelta. Cosa sarebbe stato se avessi preso l’altra strada? Come sarebbe stata la mia vita? Domande che tutti ci siamo posti e che sovente lasciano un carico di rimpianti. Spesso si sceglie la strada più comoda che porta dritta all’infelicità.

Lorenzo alla fine del suo viaggio trova Leo che ha imboccato l’altra via e lo sollecita a riflettere e ad ascoltare la canzone perfetta.

“E la sentì oltre il suono dei suoi pensieri. Era il respiro della natura. Il suono del silenzio”.

Un libro appassionante che vi farà riflettere. Il finale è aperto, anzi a scelta. Perfetto o imperfetto?

Stefano Pazzaglia

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RIVISTA DI LETTERATURA DI ANTONIO TOMBOLINI EDITORE