IN GIAPPONE CON MURAKAMI

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Un tour letterario nel Paese del Sol Levante. Di Massimo Lazzari

Pensa al Giappone.
Cosa vedi? Le luci di Tokyo. Il Monte Fuji dalla cima perennemente imbiancata. I templi buddisti e i santuari scintoisti. I ciliegi in fiore durante l’hanami. I ryokan e i giardini zen. Il sushi e il sashimi. I samurai e le geisha.
Potrei andare avanti, ma credo di aver citato la maggior parte dei simboli classici, le cartoline che chiunque si aspetterebbe di trovare durante un viaggio nell’isola nipponica.
Ma per chi, come me, ha imparato a conoscerlo attraverso i libri, il Giappone è anche molto altro. E quando riuscirò a organizzare un viaggio da quelle parti, il mio obiettivo sarà proprio quello di vedere il Giappone di Haruki Murakami. Forse il più grande scrittore nipponico contemporaneo, sicuramente uno dei miei preferiti in assoluto.
Anzi, sai cosa faccio? Visto che sembra vada molto di moda il “tour letterario” inizio subito a pianificarne uno nel Paese del Sol Levante ispirato ai romanzi di Murakami.
E tu verrai con me.
Ma prima di partire dobbiamo pensare alla musica. Ogni viaggio che si rispetti ha bisogno di una colonna sonora adeguata, e nel nostro caso è lo stesso Murakami a fornircela. E ce n’è davvero per tutti i gusti. Possiamo attingere alla migliore musica jazz del Novecento, a cui è dedicato il saggio Ritratti in jazz. Oppure, se come me preferisci il rock, ne L’arte di correre troviamo tanti riferimenti ai brani dei Rolling Stones, di Eric Clapton e delle verie band che lo scrittore ascolta mentre corre le sue maratone. In ogni caso, nella nostra playlist, non potranno mancare Norwegian Wood dei Beatles, la Sinfonietta di Janáček e le suites per piano Anni di pellegrinaggio di Liszt.
Il nostro viaggio partirà per forza di cose dalla capitale Tokyo, dove ci fermeremo almeno quattro o cinque giorni. Pernotteremo all’Hotel Ōkura, nella prefettura di Shinjuku, lo stesso in cui Aomame, la protagonista femminile di 1Q84, incontra e uccide il misterioso Leader della Comunità di Sakigake. Qui saremo molto vicini alla fermata della metropolitana di Shibuya, snodo nevralgico della città e di tante delle storie descritte nei romanzi di Murakami. Nei giorni nella capitale visiteremo alcuni dei luoghi simbolo di queste storie. La libreria Kobayashi, nei pressi della stazione di Ōtsuka, gestita in Norwegian Wood da Midori, una delle due fidanzate del protagonista Tōru Watanabe. La Villa dei Salici, dove vive Ogata Shizue, l’anziana e ricca vedova che, sempre in 1Q84, protegge le donne vittime di violenza. La prefettura di Nakano, in cui si sviluppano le vicende di Nakata, il vecchietto di Kafka sulla spiaggia che ha la capacità di parlare con i gatti.
Ci perderemo tra le periferie della metropoli alla ricerca, come una vera e propria caccia al tesoro, del pozzo asciutto in cui Toru Okada, il protagonista di L’uccello che girava le viti del mondo si rifugia per entrare in un mondo parallelo, nel quale pensa di ritrovare la moglie scomparsa. Le nostre serate a Tokyo saranno ovviamente all’insegna del jazz e faremo un salto, o anche due, nella prefettura di Aoyama. Qui cercheremo il locale di Hajime, il protagonista di A sud del confine, a ovest del sole, in cui si consuma la fedifraga storia d’amore con l’enigmatica Shimamoto. Con un bicchiere di whisky in mano, ascolteremo jam session di jazz e, una volta usciti, scruteremo il cielo notturno alla ricerca della doppia luna.
Quindi ci sposteremo dalla capitale e ci dirigeremo a sud-ovest. Prenderemo lo Shinkansen, il treno proiettile che viaggia a più di 200 km/h, e che in poche ore ci porterà fino alla grande città portuale di Nagoya. In questa metropoli, dove si svolge l’adolescenza del protagonista de L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio e dei suoi amici con cognomi “colorati”, ci fermeremo poco, forse soltanto un giorno.
Da qui il nostro viaggio proseguirà via mare verso l’isola di Shikoku, dove si trova Takamatsu. In questa piccola città sul mare andremo a visitare la biblioteca Kōmura, dove aveva l’abitudine di rifugiarsi Tamura Kafka, l’altro protagonista di Kafka sulla spiaggia. Visto che ci siamo, se il tempo lo permetterà, ci godremo anche qualche giorno di mare e relax in questa località fuori dai circuiti turistici.
Poi, ritemprati, partiremo per l’ultima parte del nostro viaggio. Dovremo prendere un volo interno, che da Takamatsu, in poco più di tre ore, ci porterà a Sapporo, il capoluogo della prefettura di Hokkaidō situato nell’omonima isola del nord del Giappone. Qui il clima sarà sicuramente più fresco e credo sia meglio se mettiamo in valigia un paio di maglioni. A Sapporo pernotteremo al mitico Dolphin Hotel, il misero albergo in cui arriva il pubblicitario protagonista di Nel segno della pecora alla ricerca di indizi per ritrovare una pecora ritratta in una vecchia fotografia. Lo stesso albergo che poi, anni dopo, in Dance dance dance, lo stesso protagonista ritroverà sostituito da un enorme costruzione moderna, all’interno della quale si trova un sedicesimo piano inesistente. Da Sapporo faremo qualche escursione sulle montagne circostanti, godendoci la bellezza incontaminata dei paesaggi dell’Hokkaidō e cercando l’isolata casa di legno dell’Uomo Pecora. E magari, perché no, anche il deposito abbandonato e pieno di flipper, descritto appunto in Flipper.
A questo punto saranno già passati almeno una decina di giorni e forse sarà il caso di rientrare alla base. Prenderemo nuovamente un volo interno per Tokyo e, da qui, un intercontinentale per l’Italia, salutando dal finestrino il Paese del Sol Levante. E ripromettendoci di tornare dopo aver letto Killing Commendatore, l’ultimo romanzo di Murakami la cui uscita in Italia è attesa per il 2019.
Sai cosa ti dico? Che scrivendo queste righe mi è venuta una gran voglia di farlo davvero questo viaggio in Giappone.
E tu? Vieni con me?

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RIVISTA DI LETTERATURA DI ANTONIO TOMBOLINI EDITORE