LONG LIFE TO SHORT STORIES

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Intervista a Stefano Friani per Racconti Edizioni di Sanzia Milesi

Stefano Friani a sinistra

Una scommessa da ammortizzare a lungo termine per una casa editrice che ha incentrato la propria esistenza sulla narrativa breve. Sin dal nome, Racconti Edizioni. Distribuiti da Messaggerie Italiane e promossi da EmmePromozione, sono nati a metà 2016 e pubblicano esclusivamente racconti (a oggi solo stranieri, ma sugli italiani stanno scaldando i motori). Ad anticipare qualcosa è l’editore Stefano Friani.

Una casa editrice di racconti. Com’è nata l’idea?

Sia io che Emanuele Giammarco veniamo da una laurea in Filosofia e da un master in Editoria alla Sapienza di Roma. Io ho fatto uno stage in Einaudi, lui alla Saggiatore. Quando abbiamo deciso di fondare assieme una casa editrice volevamo in pratica saltare tutti i passaggi canonici che ti portano ad un ciclo di formazione continuo senza mai approdare ad un vero lavoro. Noi siam passati da stagisti ad editori! Su quest’idea scherzavamo ai tempi del master, ma è nel farsi sempre più concreta che si è incentrata sui racconti, inizialmente non lo era. L’intuizione che abbiamo raccolto l’abbiamo avuta nei mesi successivi. I racconti rientravano nelle nostre passioni, di entrambi. E soprattutto qui c’era un grande spazio da cogliere, trascurato dagli altri editori ma con grandi potenzialità di pubblico e lettori da cui attingere. È così che il progetto si è strutturato nel corso del 2015 e che in maggio 2016 siamo nati. Abbiamo contattato gli autori, messo a punto il business plan… È stato un anno e mezzo di lavoro incessante. A fari spenti. Come due agenti segreti.

Due che segretamente cercavano di scovare racconti di pregio. Come?

Anche la linea editoriale ci si è chiarita man mano. Diciamo che abbiamo ricercato autori e storie che parlassero di spaesamento, attinenti a migrazioni, che rappresentavano per noi quella parte di letteratura più viva e interessante. Pian piano abbiamo aggiunto nomi a questo progetto. Come Philip Ó Ceallaigh. Lo abbiamo letto perché ci catturava il titolo dell’opera, Appunti da un bordello turco. Ci è piaciuto e lo abbiamo stalkerato su Facebook. È stato subito entusiasta del progetto ed è entrato immediatamente nella partita. Lui è un grande, ha sempre scritto racconti e anche ultimamente in un’intervista, quando gli hanno chiesto se avesse mai scritto un romanzo lungo, ha risposto: “certo, ma l’ho riadattato a short stories!”. Lo stesso è avvenuto per gli altri nostri primi titoli: Lezioni di nuoto di Rohinton Mistry, Sono il guardiano del faro di Éric Faye, Karma clown di Altaf Tyrewala… Abbiamo letto un’enormità di racconti. Alcuni li compravamo su Amazon, tanto lavoro lo abbiamo fatto online: siti, raccolte… Poi abbiamo rintracciato autori e agenti. Ad esempio siamo andati a Milano per incontrarci con TILA, The Italian Literary Agency. E abbiamo scoperto autori che giacevano nei cassetti di case editrici molto più grandi della nostra. Andando ad agitare quelle carte, molti fantasmi si sono palesati.

Molto sta in buon lavoro di selezione. Voi al momento avete scelto solo autori stranieri?

Piovono cataste di manoscritti. Cerchiamo le cose migliori. Alcune poi ce le propongono gli agenti. Altre le scoviamo noi tenendo d’occhio i blog o le riviste di racconti. Pubblicheremo il primo autore italiano a fine 2017 o comunque al massimo entro i primi mesi del 2018. Non posso ancora anticipare molto di più perché stiamo stringendo gli ultimi accordi. Ci siamo presi del tempo per studiare bene il terreno, per uscire con qualcosa che fosse in linea con tutti gli altri nostri autori. Stiamo leggendo tanto e stiamo ancora cercando di scegliere un percorso di costruzione del gusto e della linea editoriale. La ricerca è un aspetto formativo, anche personale, molto importante. Con gli autori stranieri ci siamo sinceramente sentiti più sicuri. Non avevamo immediatamente in mano un italiano da pubblicare. Poi ci siamo resi conto che c’è un po’ di aspettativa sui nostri primi titoli di narrativa italiana. Ecco, diciamo che ora non vogliamo sprecare l’occasione.

Come vi pare stia andando?

Devo dire che abbiamo avuto subito una risposta travolgente da parte del pubblico, soprattutto da parte di operatori del settore, scrittori e librai. Questo 2016 ce lo aspettavamo soddisfacente ed è stato invece sorprendente! Ovviamente parliamo di un investimento a lungo termine. L’editoria è un mestiere romantico e stupendo, dove però bene che ti va, economicamente, stai in pareggio. Per questo abbiamo tentato di risparmiare, ove possibile. Non sulla qualità. Così alcuni titoli, magari alcune opere prime, le abbiamo giustamente pagate di più. Siamo una piccola casa editrice indipendente che punta a un valore letterario. Per cui ad esempio non abbiamo affatto lesinato sulle traduzioni, sempre di livello. Diciamo che al momento questa impresa c’è costata meno di una macchina di lusso o di quanto serve ad aprire un locale.

Come vi siete organizzati anche online?

Il modello di comunicazione che abbiamo adottato è stato da subito diverso, con una gran presenza sia su Facebook che su Twitter. E soprattutto sfrutta il nostro blog Altri Animali (www.altrianimali.it), che è curato dal nostro redattore web Leonardo Neri, compartecipe con noi a tutta l’attività della casa editrice, dalla selezione alla spedizione dei pacchi. Lì abbiamo alcune rubriche. Da Black Stories, dove trova spazio la cultura nera americana, a Il racconto del martedì, dove pubblichiamo racconti tradotti o italiani, contemporanei o in pubblico dominio. Usciamo con un articolo al giorno, dal lunedì al venerdì. Non troppa quantità, di qualità! Il blog è stato un’esondazione naturale della casa editrice. È nato dal nostro incontro con Leonardo e dalla necessità di ampliare ad altro che non fossero solo 10 titoli l’anno da pubblicare in cartaceo. Volevamo aprire una comunità. Introdurre un discorso quanto più orizzontale possibile. Fare tutto questo ci costa molto lavoro, ma ne siamo anche molto contenti! Siamo per la divulgazione.

Dicci allora i titoli dei tuoi preferiti: un racconto italiano e uno straniero…

Il mar delle blatte di Tommaso Landolfi. La lotteria della scrittrice statunitense Shirley Jacks

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RIVISTA DI LETTERATURA DI ANTONIO TOMBOLINI EDITORE