VISERBELLA OUTLINERS di Stefano Fabbri

IL COLOPHON
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[Fernandel]

Ai tempi avevo di questi clienti con lo stanzone coi macchinari, un loculo come ufficio e all’esterno, dietro l’edificio, qualcuno aveva l’orto, altri invece il pollaio, uno in particolare, amico di mio zio, aveva sia l’orto che il pollaio più 2–3 cani che abbaiavano ininterrottamente: un casino, e d’estate , nel periodo delle ferie, lui con tutto il canaio si trasferiva a Rimini, dove aveva un appartamento, “i polli e l’orto li bada mio suocero; i cani li ho da portare con me, altrimenti lo sbranano.”
“Viserbella che roba è?” gli chiesi.
Prese una cartina di Rimini e ci puntò sopra l’indice, “vedi questa striscia, ecco, questa striscia è Viserbella. Io invece sto qui, si chiama Torre Pedrera. Ma cosa frega a te di Viserbella che vai sempre in Versilia?”
Me ne fregava perchè stavo leggendo Viserbella outliners di Stefano Fabbri.
Come lo avevo trovato?
Forse tramite Il tappeto volante, un catalogo di vendite per corrispondenza frutto dell’iniziativa di editori quali E/O, Data News, EdT, Rosenberg & Sellier, Sonda, Theoria, Hopeful Monster, Edizioni Lavoro, Lombardi, Marcos y Marcos, nel tentativo di salvaguardare e promuovere un’editoria più artigianale e di qualità sganciata dall’obbligo dei grandi numeri. Il catalogo, chiamato per l’appunto Il tappeto volante, sottotitolo: Catalogo di vendita per corrispondenza e di segnalazioni librarie di qualità “stampato nella tiratura di quarantamila copie, nelle prime quattro pagine ogni editore segnalava un libro, nelle successive ventiquattro ognuno usufruiva di due pagine per complessivi dodici titoli a testa. Nelle pagine finali venivano proposti cinque titoli per ogni editore, scelti tra quelli difficilmente reperibili, gli unici proposti con uno sconto speciale.” Scrive Gianfranco Tortorelli ne Il lavoro della Talpa. Storia delle edizioni E/O dal 1929 al 2005 (Pendragon 2008), sottolinenando,“sarà seguendo questa iniziativa dal 1990 al 1995 che si potrà percepire l’evaporazione, la preoccupazione e l’insofferenza verso l’antica, e ormai stretta, sigla di piccolo editore.”
Controllo il libro di Fabbri e vedo che è del 1997, l’editore Fernandel, marchio nato nel 1994 con l’omonima rivista letteraria che dal 1997 aveva iniziato a pubblicare libri con particolare interesse per le tematiche giovanili. In fondo al volume di Fabbri si può leggere la seguente nota Fernandel lavora con le vostre parole: legge, ricopia, stampa e pubblica racconti e romanzi.
Per chi non lo sapesse Fernandel è anche una rivista bimestrale che propone narrativa e poesia, distribuita su abbonamento e in vendita nelle librerie Feltrinelli.
Se sei interessato a collaborare a Fernandel, se sei interessato a saperne di più sulle nostre pubblicazioni, o se hai del materiale che ritieni valido e vorresti veder divulgato, scrivi alla redazione:
Via Col di Lana, 23–48100 Ravenna.
E-mail:
pozzi@racine.ravenna.it

Volumi pubblicati:

www.fabula.it, voci dal cyberspazio L. 14.000
G. Fabbri, Jennifer L. 8.000
S. Fabbri, Viserbella Outliners L. 12.000
E. Fabbrucci, Le storie di Valbruna L. 10.000
F. Mazzuccato, Villa Baruzziana L. 12.000

I libri possono essere richiesti direttamente a Fernandel, inviando la cifra in busta chiusa o effettuando un versamento sul conto corrente postale numero 11859485 intestato a Fernandel, via Col di Lana 23, 48100 Ravenna. Le spese postali restano a carico dell’editore. Per ogni libro acquistato una copia del periodico Fernandel in regalo.
La nota sull’autore recita Stefano Fabbri vive a Ravenna, studia a Bologna e aprirà un bar in Sudamerica.
Dice quando avrò messo da parte abbastanza soldi.
Stefano dice beviamoci sopra che poi domani comincio.

L’editore Fernandel esiste e resiste ancora oggi, con un bel catalogo, molti titoli proposti anche in versione e-book, la rivista non più cartacea ma on line e gratuita, e il vanto di aver scoperto autori come Paolo Nori, Grazia Verasani, Gianluca Morozzi e Piersandro Pallavicini.
Anch’io pubblicai dei racconti su Fernandel, che brutto parlare di sé, meglio ricordare le mie letture di quel periodo, gli autori nordici pubblicati da Iperborea, Hamsun e Dagerman su tutti; i noir di Granata Press con i francesi Malet e Manchette; Tondelli; i primi romanzi di Silvia Ballestra; Hubert Selby Jr; la Beat Generation… ma cosa non è Hubert Selby Jr, vado subito a ricercarne i libri… Nel libro di Fabbri ci trovai tanto dei miei gusti di allora, una scrittura agile che guardava al cinema, ai fumetti, che usava gli spazi bianchi sulla pagina, come un collage, e i dialoghi fatti col parlato giovanile e i protagonisti col loro citare Kerouac e sentirsi on the road nel loro girare a vuoto senza mai uscire da Rimini, neanche, dai confini più ristretti di Viserbella, ma tra bevute, fumate, pasticche, ragazze specializzate nell’infilarsi nei guai, party omosessuali, contrabbandieri, pub e discoteche dai nomi come La buca, Slego, Vernacolo Araldico (!) e bar col televisore e la saletta per partite a carte innaffiate di Sangiovese e, per non farsi mancare niente, dei militari in licenza che vogliono fargli la pelle… hanno tutto per vivere dentro a un film, cercando di eludere una realtà che non tarderà a presentare la sua faccia peggiore. Sarebbe bastato guardare il mare, che conosce in anticipo il finale di tutti i film… quando il mare esala i suoi umori a respiro lento, acardico, con quell’aritmia che ti dice che non è il soffio di un corpo ma quello di un essere immenso, di un’enorme bestia senza senza capo né coda che hai l’impressione ti guardi e ti senta in ogni momento, che sia in ogni sua più piccola parte, lì, a spiarti, e contemporaneamente sappia anche della Croazia e dell’Africa e della Spagna. E questo non si sopporta. Essere spiati e saputi assieme a infinite altre esistenze. Questo non si sopporta. (Stefano Fabbri, Viserbella Outliners).

Lorenzo Mercatanti

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RIVISTA DI LETTERATURA DI ANTONIO TOMBOLINI EDITORE