Landing

The Creamynals
Il Diario di Johnny
4 min readAug 12, 2014

--

“Quando siamo in branco siamo ancora più stupidi”
— Johnny

Johnny & Jack

Jack mi continuava a chiamare Johnny anche se non ne ho mai capito il motivo e così io per non essere da meno lo chiamavo Jack.

Jack era solamente un conoscente di vecchia data conosciuto in Italia nell’ambito dei miei contatti lavorativi, fino a che, un giorno in Facebook mi scrisse.

“Hey, che figata, stai a New York?”

“Si, storia lunga e tu?”

“Mi trasferisco anch’io la, ho deciso di cambiare vita. Arrivo il prossimo lunedì. A proposito, sto cercando una camera dove dormire le prime settimane fino a che non trovo una sistemazione. Mi puoi aiutare?”

“ehmmm… .oh dio…, purtroppo no, non ho una camera in piu, sai qui a New York gli appartamenti costano caro d’affitto. Io pago $2,500 al mese e ho quello che qui chiamano un 1-Bedroom. Tra l’altro sono stato pure fortunato a trovarlo a sto prezzo.”

Jack non aveva idea di quanto la vita fosse differente e costosa qui.

Ricordo quando arrivati da sprovveduto italiano che crede di trovare lo stesso mondo dall’altra parte del globo, quanto fu duro e arduo trovare una sistemazione dignitosa senza spendere una follia.

Spesi più di 3 settimane a girare strada per strada nel quartiere in cui avevo scelto come residenza, vedendo gli appartamenti più assurdi della mia vita.

Ricordo ancora quel ‘Bellissimo e solare appartamento’ sulla 66th Street, con l’unica finestra fronte muro (sul retro), senza parlare poi dell’altro appartamento ‘1-bedroom Penthouse style’ di 55mq con un odor di muffa ed una vasca da bagno in plastica di color giallognola, da far invidia al miglior film di droga o prostituzione hollywoodiano.

Fu un ardua impresa ma alla fine trovai un appartamento spazioso, con due finestre fronte cielo nonostante qualche scarafaggio che veniva a trovarmi sbucando dal buco del tubo della vasca da bagno quando non lo chiudevo, ma questo era tutto quello potevo permettermi.

“Azzo… bhe grazie lo stesso, se conosci qualcuno fammi sapere.”

“Ok!…. ma… ummm sto pensando che se ti va ho un divano letto. Magari puoi comunque stare qualche settimana fino a che non trovi una sistemazione.”

“GRANDE! Ok, mi va benissimo, arrivo Lunedì, dammi l’indirizzo.”

E fu così che Jack, ormai da 3 mesi, condivide l’appartamento con me avendo comprato un piccolo letto singolo Ikea e avendolo sistemato nella ormai ‘camera comune’.

Accidenti, era dei tempi del militare che non dormivo in una camerata, però condividere la casa con qualcuno ha anche i suoi lati positivi oltre che dividere l’affitto.

Abitavamo nel Upper West Side, tra la Columbus and 77th strada, proprio li in quello che chiamano l’Historic District, un nome che a me faceva ridere, considerando che non aveva più di 100 anni.

Ma il nostro quartiere era anche famoso non solo per essere il centro nevralgico della comunità ebraica e di tutti i rabbini di Manhattan, ma anche per essere stato il set del famoso serial televisivo Sex in the City.

Proprio li, fuori da qualche parte, c’era una Cherry (Sex in the City) che si incontrava con le amiche al Magnolia Bakery o una Meg Ryan (C’è posta per te) a cena al Cafe Lalo.

Per quanto speravo di incontrarla i miei vicini avevano tutti dai 60 anni in su, ma il personaggio più interessante di tutti era quello che veniva chiamato ‘Il Super’.

‘Il Super’ è l’abbreviazione di ‘Super Inquilino’, una definizione che mi portava sempre a mente personaggi tipo Clark Kent in Superman o Peter Parker in Spiderman.

Il ‘Super’ viveva nello stesso palazzo come altri inquilini ma con l’obbligo però di occuparsi quotidianamente della manutenzione ordinaria del palazzo e del ritiro delle consegne a domicilio.

Il suo nome era anch’esso un programma. ‘Hannibal’

“Johnny, oggi ho visto una Topa da paura!”

“Topa? Dove? Nella Subway? se guardi tra le rotaie è pieno di topi, sempre e grossi”

“Ma noooo.. una Topona. Aveva un culo che mi ricordava una mia amica di Roma, però ancora più bello, con i capelli mossi e dei pantaloni attillatissimi.

Il termine ‘Topona’ di Jack mi faceva sempre ridere e mi faceva venire a mente tutti i vari nomignoli che noi uomini spesso diamo alle donne.

‘Topa, topina, topona, gattona, gatta, gattina, gattona giocherellona, pantera, giaguara, martmottina, marmottona, antilope, passerona, passerina, patatina, ecc…’

Chissà quanti altri ne esistono, ma quel che è certo che ogni nomignolo nel cervello maschile ha una valenza e riferimento nelle aspettative sessuali nei confronti a chi viene attribuito.

Solitamente le parole terminanti con ‘-ona’ ‘ si riferiscono alla prosperosa presenza, ‘-ina’ alla statura e la ‘razza di appartenenza’ al tipo di comportamento caratteriale di quest’ultima.

Insomma, la ‘Topona’ era ben dotata e a Jack aveva stimolato la fantasia sessuale.

Che figata New York, mi da una carica di adrenalina incredibile.”

“Ahhhh bhe si ….. ce ne son di fighe qui fuori. Anzi guarda qui.. questo è un sito che sta spopolando a New York.

Si chiama OkCupid, e ci sono delle Tope da paura.”

“Ah si? Fa vedere!. Ma sono vere o sono finte?”

“No son vere, guarda questa mi ha risposto.”

“Madonna che Topa! Cazzo dammi l’indirizzo che mi registro anch’io.”

“Tieni. Sai.., appena arrivato, un amico qui da 10 anni, mi spiegò che New York a cause del suo ritmo di vita, lavoro e dimensioni è una città incredibile che offre molto ma allo stesso diventa difficile coltivare relazioni vere non superficiali e qui ti insegna in certi momenti cosa significa la solitudine.

Se poi pensi anche che a New York ci sono 7 donne per ogni singolo uomo, e che di tre uomini qui, uno è gay…. non puoi non uscire una una.”

“Bhe ma se c’è Topa, c’è Topa!!! Mi son registrato. Come funziona?”

…. continua

--

--