Il sapere “digitale” è più concreto di quello dei libri?

marco
Il digitale a scuola
3 min readJul 24, 2017

Tre sono i concetti che mi piace estrapolare dal libro Editori digitali a scuola a cura di Roberto Maragliano, che ho letto e apprezzato (il commento generale qui), perché sono concetti che mi stanno molto a cuore e che sono presenti anche nel mio saggio:

1 La dicotomia cartaceo vs. digitale non è una distinzione di strumenti, ma di percorsi di conoscenza: uno fondato su un sistema chiuso, monodirezionale, lineare (il libro), l’altro su un sistema aperto e reticolare, frutto di una costruzione collettiva, risultato di un confronto, di una collaborazione, di condivisione di saperi e informazioni. Ambedue sono metodi e percorsi che possono e devono convivere, ma è impensabile che uno ignori l’altro, pena un sapere amputato e parziale (non solo nel senso di incompleto, ma anche in quello di non imparziale, quindi fazioso).

2 La collaborazione tra “forma testo” e “forma rete” non solo è auspicabile, ma oltremodo necessaria per creare nuove strategie e prospettive sia didattiche, sia editoriali (e quindi di mercato).

3 Le tecnologie, lungi dal sostituire o svilire il lavoro dell’insegnante, al contrario lo valorizzano e lo rendono più vario, più stimolante e più vicino sia alle esigenze degli studenti sia a quelle che si presume siano le loro future necessità. A questo proposito, ritengo importante riassumere in breve l’esperienza di Maria Rosaria Chirulli con alcune sue classi della scuola in cui insegna (l’IISS “Leonardo Da Vinci” di Martina Franca): gli studenti sono stati impegnati in un progetto su giovani e alcool scaturito poi in un ebook in vendita su Amazon.

La riflessione alla base del progetto di Maria Rosaria Chiurulli è che la tecnologia non deve essere considerata “un’avversaria, un temibile distrattore”, bensì uno strumento e una modalità di lavoro che sa e può coinvolgere i ragazzi non solo in maniera più efficace didatticamente, ma anche dando senso alla percezione del proprio lavoro in classe. Mi ha colpito molto, a questo proposito, quello che lei ha descritto come l’outing di un suo studente, il quale le ha confessato di aver copiato il suo testo da internet; vedendo che il risultato del lavoro che stava facendo con i compagni non era il solito “compito in classe” estemporaneo e essenzialmente mirato a un voto nel registro, ma un ebook che sarebbe stato poi messo addirittura in vendita su Amazon, quindi “un’esperienza concreta, un “fare” che non sarebbe stato confinato negli archivi polverosi della scuola”, questo studente ha preferito riscrivere da capo, e in modo personale, tutto il suo elaborato.

“L’aspetto che qui mi preme sottolineare — scrive Maria Rosaria Chirulli — è l’impostazione didattica che l’intero progetto ha completamente ribaltato: la triade totemica lezione frontale/interrogazione/disciplina è saltata in quanto tutti noi, docenti e studenti, (…) eravamo al ‘punto zero’: tutti avevamo da imparare. (…) In tale contesto anche gli steccati tra discipline sono caduti (…). Le tecnologie digitali agiscono come catalizzatori cognitivi e non come distrattori, in quanto consentono la costruzione di un sapere stratificato, reticolare, ma soprattutto stimolano la ricerca di nessi logici tra i saperi.”

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IL DIGITALE E LA SCUOLA ITALIANA: cartaceo, ebook, integrazioni online

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marco
Il digitale a scuola

redattore editoriale, scrivo di tecnologie applicate alla didattica.