Ritorno a Irkutsk

Filippo Sala
Il Grande Mercoledi
3 min readOct 1, 2018

Giorni 22/23–11/12 Ottobre 2015

Mi alzo tardi. Ritorno in città.

A differenza del viaggio di andata, questa volta la taiga mi sembra molto più noiosa. Una giornata fredda e ventosa ci accompagna, come sempre. In città non c’è molto da fare.

In ostello mi preparo un po’ di riso al burro. Una ragazza tedesca, sta terminando la cena due tavoli più in là. Mi offre del vino, parliamo del viaggio, delle nostre vite. La ringrazio e torno in camera.

Inizio a pianificare i prossimi giorni.
Dagli Appunti di Viaggio:

13 → Ulan Ude (notte li)
14 → Ulan Ude (notte li)
15 → Bus/Treno per Ulan Bator (Mongolia): il treno 362b parte alle 2:24 (MT) e arriva alle 6:00 (MT) del 15/10. Il bus dura 11 ore e costa 1100 rubli. Nota Bene: fare assicurazione World Nomads.

15/16/17 Ulan Bator
18/19/20/21 Tour del Gobi
22/23/24 Tour Parco del Khustain
25/26 Ulan Bator
27 Treno per Beijing

La mattina seguente vado in stazione. La giornata è stupenda. Come al solito però, tardo ad alzarmi.

Devo cambiare il biglietto con un non “e-ticket”. Non so perchè, è la prima volta che mi viene richiesto. Evidentemente la tecnologia tarda ad arrivare da queste parti.

Ho il tram che in dieci minuti mi scende di fronte alla stazione.

La difficoltà principale è trovare lo sportello giusto. Chiedo informazioni, ma ricevo tanti sguardi persi, credo che l’inglese sia indietro quanto la tecnologia.

Alla fine ci riesco. Dietro un piccolo sportello un po’ malmesso e sporco, un’addetta delle ferrovie russe si adopera per convertire il mio non-biglietto elettronico in uno cartaceo.

Stazione ferroviaria di Irkutsk

La giornata è stupenda, il sole al tramonto illumina di rossastro l’orizzonte. Decido di godermi il ritorno a piedi.

Attraverso i binari e una parte di città periferica. Non è tanto l’architettura che cattura la mia attenzione, piuttosto rimango affascinato dal ritmo lento degli abitanti. La musica nelle orecchie accompagna il mio ritorno in ostello.

Lungo il viale principale verso casa, incrocio ancora una volta la strada pedonale che conduce al mercato cittadino. Non avendo ancora provato la cucina siberiana, decido di fermarmi a mangiare qualcosa. Finalmente riesco a provare i buzhy, dei grandi ravioli siberiani ripieni di carne e cipolla. Forse non sono i più buoni del paese, sicuramente autentici e comunque validi. Hanno un gusto forte e deciso.

Torno in ostello. Parlo un po’ con Dasha, 20 anni, receptionist dell’ostello. Credo di stargli più che simpatico. Ha un sacco di domande, nonostante il suo non-inglese. Mi aiuto con google translate.

Vado a letto.

In queste giornate, respiro a fondo il viaggio che sto facendo. Non ho particolari vincoli. Sono padrone dei miei orari, della mia giornata, del mio destino. Comincio a staccarmi dalla routine che avevo in quella che ormai sembra una vita fa. O forse mi sono già ampiamente distaccato.

In ogni caso, è una sensazione bellissima.

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