Una Giornata Uggiosa

Filippo Sala
Il Grande Mercoledi
4 min readOct 5, 2016

Giorno 8–27 Settembre 2015

La Domenica ha sempre un sapore malinconico: inizia bene, ma con il pomeriggio che avanza, una strana sensazione di tristezza prende il sopravvento. È quasi Lunedi ormai. E il Lunedi, si sa, non è mai un giorno di festa. La Domenica moscovita non sembra fare eccezione: è una giornata uggiosa, grigia. Spira anche un vento freddo, «del Nord», come si direbbe quando ci troviamo a Sud.

Ma qui siamo a Nord, appunto.

Mi rendo conto che domani mattina dovrò muovermi e non ho ancora prenotato niente. Non ho nemmeno deciso dove andare. Seduto su un divanetto dell’ostello, faccio le mie considerazioni: ho ancora una ventina di giorni da spendere nella grande Russia, tutto il tempo necessario per fare diverse fermate intermedie.

La Lonely Planet mi suggerisce Suzdal, un “diamante incastonato nell’Anello d’Oro:

“un gruppo di città storiche situate a nordest di Mosca e comprese nella zona conosciuta come Zales’e. Non si tratta in realtà di una denominazione storica, ma piuttosto di una denominazione nata per scopi turistici e commerciali, riunendo un certo numero di città storiche russe”.

Per arrivarci dovrò fermarmi a Vladimir, e da li proseguire via autobus. Questa leggera deviazione sembra abbastanza agevole; una cosa non scontata visto il dominante cirillico e il basso livello dei trasporti nelle campagne russe. Prenoto il treno, ma non prenoto alcun ostelllo: siamo quasi fuori stagione, e a giudicare dalle disponibilità delle camere su booking, non sembra una meta molto ambita. Finite le adempienze «burocratiche», si torna a vagabondare per la città come un Piero Mansani qualsiasi.

La colaziona all’italiana è già un lontano ricordo. Una valida alternativa è l’elegante e moderna Patisseriè del Cafè Pushkin, pasticceria di alta qualità dell’omonimo e adiacente locale. Quasi mi mette a disagio la presentazione sfarzosa che mi si presenta appena varcata la soglia: un lusso per le mie tasche. Ma la crisi del rublo e una certa «voglia di qualcosa di buono», mi spingono verso un’ottima brioche alla vaniglia.

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Interni dell’Eliseevsky Magazin

A pochi metri di distanza, vengo rapito dagli straordinari interni di una storica gastronomia cittadina, una sorta di Peck in salsa sovietica: l’Eliseevsky Magazin. Aperto nel 1901 dal pietroburghese mercante milionario Grigiry Eliseev, già proprietario di una importante gastronomia a San Pietroburgo, il negozio divenne subito simbolo di eccellenza; all’interno si potevano trovare i migliori prodotti del mondo, dal tea al caffè, fino a formaggi, vini, liquori, frutta, tartufi e acciughe.

Quello che in epoca sovietica era un paradiso per pochi, esulava dai supermercati comunisti, dove si potevano trovare solamente prodotti Made in URSS. Sebbene la Russia sia oggi un mercato aperto a grandi catene occidentali e invasa da ogni tipo di prodotto, la straordinaria atmosfera decadente, ma al tempo stesso elegante, dell’Eliseevsky Magazin è uno dei motivi che lo rendono unico.

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I dintorni del Winzavod, Mosca

Prima di abbandonare Mosca, decido di visitare il Winzavod. Il Vinzavod, letteralmente “azienda vinicola”, è un vecchio complesso industriale dove si produceva la Moscow Bavaria. A partire dal 2007, è stato splendidamente riconvertito in un Centro di Arte Contemporanea che ospita numerose esposizioni, permanenti e temporanee.

Quando esco dalla fermata della metro di Chkalovskaya, la luce è fioca, la temperatura è ormai più vicina ai 10° che ai 20° gradi e una fiumana di gente mi travolge; sono i pendolari «richiamati all’ordine» dagli altoparlanti dalla stazione ferroviaria di Kurskiy.

Sono immerso in uno spy movie ambientato in piena Guerra Fredda.

Il sottopasso che mi porta al Winzavod mette i brividi: non c’è alcun cartello, poca illuminazione e non so nemmeno se la direzione sia quella giusta. Mi fido delle indicazioni trovate online e finalmente ci sono. È tardi, faccio appena in tempo a fare un breve giro, a visitare qualche galleria e a riscaldarmi con un caffè lungo.

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Video Mapping al Teatro Bolshoi, Mosca

Sono di nuovo in città, quella parte di città che per me è il centro. C’è un grande fermento, molte persone convergono verso il Teatro Bolshoi. La musica in sottofondo. Penso a uno spettacolo teatrale, ma il livello sonoro è troppo alto. Seguo il flusso.

Una folla di gente è incantata dal video mapping proiettato sulla facciata del teatro. La musica è coinvolgente, il video mapping che segue il ritmo ipnotizza le centinaia di persone sedute con il naso all’insù.

In ostello preparo lo zaino e scrivo. Mi rilasso.

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