Verso Irkutsk, la Parigi della Siberia

Filippo Sala
Il Grande Mercoledi
4 min readApr 16, 2017

Giorno 18–7 Ottobre 2015

È arrivato il taxi. Sono le due di notte, fa freddo, la città è immobile e silenziosa: non ci sono alternative.

Le luci sono spente in molte parti della città.

Stazione ferroviaria di Krasnoyarsk, in attesa del treno notturno per Irkutsk

Cinquanta metri a piedi dal piazzale all’ingresso: nonostante il deserto che mi circonda, la stazione è al suo interno sorvegliata. Chiedo informazioni, ma è ancora troppo presto. Il fuso orario, a +8 ore sull’Italia, mi permette di scambiare due parole online, in attesa del treno per Irkutsk. Partire in notturna, per poter avere il massimo di ore di luce possibile in prossimità della “Parigi siberiana”.

Ci sono grandi aspettative su questo tratto di Transiberiana: per i paesaggi scenografici, per importanza e bellezza della città e perchè ormai siamo quasi al confine con la Mongolia.

E poi c’è il grande Lago Bajkal, il più profondo al mondo tra i laghi di acqua dolce.

Poco affollamento in carrozza: siamo nel pieno della Siberia meridionale, solamente un numero limitato di persone si spingono da queste parti. Nessun turista a giudicare dai personaggi che si aggirano in banchina e a bordo.

È quasi giorno. I raggi di luce dell’alba e i riflessi sui vetri della carrozza sono spettacolari.

Dal mio diario:

“Quello che non posso dimenticare di questo tragitto di circa 16 ore è il paesaggio. È bellissimo, toglie il fiato, staresti ore ed ore ad osservare il finestrino, i colori, dal verde strinato al giallo autunno, dal bianco maculato dei tronchi degli alberi al blu intenso del cielo”

Nella carrozza, quasi vuota, sono capitato di fronte ad una giovane coppia siberiana. Due ragazzi, lei incinta, sorridenti e dai marcati tratti asiatici. Il confine con la Mongolia, alla nostra destra, è sempre più vicino.

Giovani siberiani in viaggio verso Irkutsk

Sono giovani, silenziosi. Alternano affetto, amore, a momenti di indifferenza totale: come se ad ogni piccolo screzio si accompagnasse un gioco di sguardi di rimprovero. Il silenzio e il mio assopimento mattutino sono rotti da uno schiaffo, all’improvviso. Poi tutto si calma di nuovo. Vorrei parlarci, ma non sembrano interessati al mondo che li circonda.

Continuo ad osservarli, incuriosito, oltre ogni ragionevole pudore.

Terza classe, mattina in viaggio verso Irkutsk

Il paesaggio scorre via. Io mi muovo all’interno della carrozza. sono riposato ed irrequieto: cambio posto, fotografo, osservo. Questi colori, queste cartoline che scrutiamo fuori da ogni vetro, colpiscono anche la giovane siberiana incinta, che si ferma ad osservare il paesaggio per decine di minuti. Non ci si abitua mai alla bellezza della natura.

I villaggi, più passa il tempo più assomigliano a piccoli insediamenti rurali di inizio ‘900: casette in legno, malandate, comignoli fumanti e il deserto assoluto intorno, per decine di chilometri.

Tramonto lungo la via per Irkutsk

C’è ancora qualche ora per godersi il tramonto, stupendo. L’arrivo, a buio inoltrato, mostra il solito can can di tassisti abusivi: come in altre città russe, vengo assalito da voci che si sovrappongono, sguardi speranzosi di chi cerca un buon affare. In fondo sono il tipico turista occidentale, stanco dopo un viaggio estenuante. Faccio un tentativo: “500 rubli”. “250” rispondo io. Niet. La trattativa si arena. Meglio cosi.

Proprio di fronte a me, sta partendo il filobus: 30 minuti di tragitto e 10 rubli di biglietto. Maps mi indica la linea corretta. Un ragazzo a bordo, nel tentativo di aiutarmi a trovare l’ostello, mi consiglia di seguirlo. Sembra onesto, ma non mi fido. Proseguo con il tragitto che mi ha proposto Google.

Sono quasi arrivato: dalla fermata, ancora 10 minuti a piedi. Sono passate quasi 24 ore, ma anche qui niente è cambiato: la città è deserta, fa freddo. Svolto a destra e poi a sinistra, sono nella via principale. Il primo impatto è positivo: non è Parigi, ma sembra carina. E nei locali c’è qualche segno di vita.

Sono arrivato. L’ostello è tutt’altro che “al completo”; dormo in camerata da 8 letti, ma sono solo. Mi faccio una doccia, scrivo qualcosa nei tavolini di cucina e mangio latte e biscotti. Me ne vado a letto con un dubbio amletico: perchè in Siberia ci sono auto sia con la guida a sinistra che con la guida a destra? Ancora non ho ottenuto una risposta convincente.

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