No smoking

Federico Iarlori
Il Mammo
2 min readJun 1, 2017

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A trent’anni smetto. Eccolo il mio mantra preferito da non so più quanto tempo. All’epoca non sapevo che non bisogna mai fare promesse. Neanche a se stessi. E così, i trent’anni sono arrivati in un attimo — neanche il tempo di finire l’ultimo pacchetto, — fisicamente non è che sono proprio una Ferrari e, come se non bastasse, presto sarò papà. E non sta bene. Quindi che ci faccio in bilico sul davanzale del sesto piano, davanti agli occhi attoniti dei vicini, mentre le folate di questo vento glaciale tipico dell’inverno parigino mi tagliano la gola? Tranquilli, non salto. Giusto una sigarettina prima di andare a letto. La quindicesima, per l’esattezza. Così fa cifra tonda.

Se per la mamma — che ho rigorosamente scelto, come sempre, anche in quanto fumatrice — non c’è alternativa all’abbandono della nicotina (e alla perdita di fascino), per il mammo smettere di fumare non è poi così semplice. Scopri che sarai papà e ti fumi una sigaretta, aspetti i risultati delle analisi del sangue e ti fumi una sigaretta, la notte non dormi e ti fumi una sigaretta. Ecco perché la borsa che ho dovuto preparare in vista dell’emergenza, della rottura delle acque, della corsa verso la clinica corrisponde alla tasca del cappotto: due pacchetti di Gauloises rosse, un paio di madeleine al cioccolato per evitare di svenire durante lo spettacolo e le mentine per l’alito. Sì, perché dicono che se il fumo copre l’odore del mio corpo, il bambino farà fatica ad affezionarsi. Beh, tanto prima o poi se ne accorgerà che sono un padre tutto fumo. Come piace a me.

Mai come in questo periodo la mia fierezza di fumatore è stata messa a dura prova. Quando una salutista (acidissima, peraltro) che faceva jogging per strada si è permessa di darmi dell’irresponsabile perché fumavo accanto al pancione della mia ragazza ho pensato: ora smetto. Poi, una sera, abbiamo conosciuto un’altra donna, seduta accanto a noi al tavolino di un bar. Ci dice che ha avuto due figli — bellissimi e sanissimi tra l’altro — e che non ha mai smesso di fumare, né di bere. Le chiedo se mi offre una sigaretta e me la fumo tutta, di gusto, sorseggiando la mia birra media e accarezzando il pancione. Non sono né un mostro, né un salutista con la mazza nel culo. Giusto una persona normale che fa male solo a se stessa. Mentre quella tizia che faceva jogging è proprio ‘na stronza.

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