Quanto mi costi?

Federico Iarlori
Il Mammo
3 min readApr 26, 2017

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Aspettare un bambino significa innanzitutto aspettarsi di spendere dei soldi. Tanti soldi. E poi, vabbé, poi c’è anche l’amore. Ma restiamo sul concreto. Punto primo: trovare un nuovo appartamento. Incremento (notevole) del costo dell’affitto + allontanamento dal centro = doppio dei metri quadrati a disposizione. Poi c’è il trasloco, da un sesto piano senza ascensore a un sesto piano senza ascensore — a Parigi, il vintage prima di tutto. Per fortuna io e i miei prodi amici siamo giovani e la fatica non ci spaventa… Salsicce e birra tedesca per tutti e passa la paura. Restano gli accomodamenti per il piccolo, per farlo stare (culla e lettino) e per trasportarlo (porta bébé e passeggino). Visti i prezzi, meno male che ci sono gli amici, i siti internet per gli acquisti di seconda mano e le sovvenzioni dello Stato francese, grazie alle quali non bisogna aspettare di essere vecchi e milionari per fondare una famiglia e — quindi — per non invecchiare soli.

Arriviamo quindi al famigerato borsone da preparare un mese prima della (presunta) nascita, quello che bisognerà portare alla clinica. Visto che non riguarda me, ma gli altri componenti della famiglia, è davvero impossibile risparmiare. La lista è lunghissima. A partire da tutto ciò che servirà alla madre. Non so come funzioni in Italia, ma il reggiseno per l’allattamento — un semplice reggiseno che si apre sul davanti — costa, solo lui, tra i 60 e i 70 euro. Poi, oltre a tutte le cose che servono per un normale ricovero ospedaliero, ci sono le coppette per l’allattamento, il gel per rinfrescare i capezzoli, i mutandoni per la clinica e gli slip in garza. E per finire, c’è una cosa che non si può comprare: tanta voglia di spingere e di provare un dolore atroce nel farlo.

Ah, dimenticavo. C’è pure il neonato. Per quanto fossi stato sempre affascinato dalla pratica in uso nell’antica Sparta, quella di abbandonare i bambini nella neve (!?) al fine di forgiare il loro carattere, pare che i giovanotti di oggi non siano in grado di sopravvivere ad un tale trattamento. Anzi. Coprire un bébé alla nascita e attenuare lo shock termico è di fondamentale importanza. Pannolini, body, magliette, cardigan, pantaloni, cappellini, coperte, gigoteuse. Perfino i guanti. Eh sì, perché visto che nascono con le unghie lunghe (che non si possono tagliare), capita che si graffino le guance. La cosa importante — è bene saperlo — è non lasciarsi influenzare dalla moda, visto che nel giro di pochi mesi tutto questo armamentario finirà nel cassonetto. Un pigiamino rosa con le stelline che ridono per il mio maschietto? Perché no, se un’amica ce lo regala? Lo sfido, un giorno, a rinfacciarmelo.

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