Una donna saggia

Federico Iarlori
Il Mammo
2 min readJun 26, 2017

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In francese si chiama così: sage-femme, donna saggia. In italiano, invece, semplicemente ostetrica, il che è molto meno interessante sul piano semantico. L’accezione francese, in effetti, è quantomai azzeccata, visto che questa tipa — quella che ci hanno assegnato per la preparazione al parto — ne sa una più del diavolo. Essere tutti lì intorno a lei — futuri papà, future mamme e futuro mammo — con la bocca spalancata, mentre descriveva con fermezza e senza peli sulla lingua tutto quello che ci sarebbe accaduto, è stata davvero un’esperienza unica. Solo qualche stupido, irrimediabile pessimista come me avrebbe il coraggio di definirla masochistica.

Ecco un paio di cose che ho annotato sul mio fedele taccuino — sempre lo stesso, quello che era rimasto bianco durante gli incontri con gli altri aspiranti papà: 1) “Uccidere il bambino immaginario”. A quanto pare, inconsciamente, i genitori durante l’attesa immaginano il proprio bambino in un certo modo. Tipo: bello, tenero, normale. Ecco, sembra che questa non sia altro che una bieca illusione, presto smentita dall’evidenza dei fatti. Traduzione: è inutile che pensiate alla pubblicità dei Pampers. Vostro figlio sarà brutto. Punto. 2) “Il corpo della donna dopo il parto sarà fluido, sgocciolante”. Anche in questo caso, quindi, niente illusioni. Appena pronuncio la parola “sesso”, la simpatica donna saggia mi fulmina saggiamente con lo sguardo. Non solo non servo a un cazzo, sono pure maschilista. Non mi resta che pensare in silenzio alla mia compagna come ad una grossa medusa che si scioglie boccheggiante sul bagnasciuga.

Poi ho iniziato un nuovo paragrafetto intitolato “Torture al neonato”. Grazie alla delicatissima ostetrica Rottenmeier abbiamo scoperto, infatti, che il piccolo e indifeso neonato subirà immediatamente tre operazioni di routine: 1) sarà costretto a ingerire una pillola di vitamine; 2) gli verrà somministrata qualche goccia di antibiotico negli occhietti appena aperti e, dulcis in fundo, 3) gli verrà inserita una sonda dalla bocca fino alla fine dell’esofago per assicurarsi che non ci siano ostruzioni. Considerando che a tutto ciò vanno sommati lo shock termico, la luce accecante e le voci di una massa di sconosciuti, ti metti un attimo nei panni di quella creatura e pensi subito che la vita è bella, insomma. La lunga seduta (3 ore) si è conclusa con la sage-femme intenta a mimare davanti a tutti i movimenti del parto, con tanto di urla disumane. Una giovane stagista prendeva appunti. Le ho chiesto: “Sei sicura che vuoi fare questo nella vita?”. E lei: “Certo, è il mio sogno!”. Che ragazza saggia…

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