XX o XY?

Federico Iarlori
Il Mammo
2 min readMar 19, 2017

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Visto che sono un uomo moderno, getto subito la maschera. Ho paura di tante cose (quasi tutte), ma di una in particolare: le donne. La storia ci insegna che sottomettere coloro che sono più forti di noi (senza fornire alcuna spiegazione logica) è la migliore maniera per vincere. Ma visto che ormai l’hanno capito tutti come si fa, sono cazzi amari. Finita l’epoca delle gare di rutti mentre le ragazze sparecchiano. Ora vogliono provarci anche loro a regredire allo stato di natura. A farci paura. Tutto questo per dire che quando ho saputo che sarebbe stato un maschio, ho tirato un sospiro di sollievo.

L’idea di ritrovarmi assediato da tanti maledetti pregi — flessibilità, coraggio, concretezza, multitasking, passionalità, sensibilità, erotismo, caparbietà, costanza — moltiplicati per due, sarebbe stato davvero troppo per uno come me che — come diceva qualcuno — ha un serio problema: non è efficiente. Quanto avrei voluto abbracciarlo, il dottore, mentre ci mostrava sullo schermo dell’ecografo quell’appendice fiera e ancora innocua. Grazie ad una manciata di millimetri ho scacciato l’incubo di una figlia tatuata con le tette rifatte che mi porta a casa un rapper di colore con i bicipiti di ferro e che mi dice all’orecchio: “guarda papà, questo sì che è un uomo” (rutto). “Chi? Tu o lui?”.

Con questa storia del maschietto, invece, ho vinto su tutti i fronti. Ho sconfitto preventivamente il mio complesso di inferiorità, ho conquistato un prezioso alleato per la guerra dei sessi e soprattutto ho messo un’ipoteca sul sacrosanto diritto al cazzeggio creativo, l’unico valore che potrà salvare questa società dal femminismo massimalista e dal capitalismo sfrenato. In più, la mia famiglia è così contenta che avrò un erede maschio… Certo, io lo so che al massimo erediterà una Fender acustica e un pugno di libri. Ma insomma, volete toglierci anche il diritto alle illusioni?

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