Farsi bastare le cose

Un libro del grande Oliver Jeffers è il modo migliore per parlare a tutti quanti, piccoli e grandi, di quanto poco ci serva per gustarci la vita.

Andrea M. Alesci
Il Mentitore
2 min readMar 30, 2021

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@zoo

Quando vuoi dominare.
Quando brama di possesso e potere scavano fosse da riempire con gli svuotati, i senza-voce, i calpestati.
Quando avere il comando è un comandamento.
Quando il fato viene esercitato.

Succedono cose così nel Fato di Fausto, a cui bastano poche parole e illustrazioni per dire tanto. Per dire tutto.

Nell’originale il titolo è “The Fate of Fausto”; la costante è il nome in italiano dell’unico personaggio umano che compare. Gli altri sono oggetti, animati dall’autore Oliver Jeffers.

È un libro che pesa ogni parola e ti mette davanti a domande mute, che tu sia alto meno di un metro o già nella categoria Adultità.

Il bello dei libri di Oliver Jeffers è che ti sfidano, apertamente.

Fausto è il giorno benedetto, favorevole.
Detto bene è ogni nome con cui ciascuno racconta il mondo.
Come farlo sta sempre a noi.

Il fato recupera il suo originale significato: perché il fato non è il destino, il fato è la natura della vita, è obbligo (morale) che abbiamo nei confronti di tutto quello che ci preesiste e ci circonda.

Non vi dico come va la storia, perché è bello sfogliarlo questo libro, è bello dirlo ad alta voce.È bello sentirlo parlare, perché il fātu(m) latino deriva dal fări di radice indoeuropea, che è ‘pronunciare’.

E sono tante le cose che pronuncia Fausto mentre cerca con feroce ostinazione di realizzare il suo fato.

Difficile non vederci un calco della novella La roba di Giovanni Verga, con il bracciante Mazzarò che diventa possidente e vuole tutto, vuole di più, vuole avere.

Alla fine del Fato di Fausto c’è un’appendice che dice tutto in poche frasi e che resta addosso come auspicio per un futuro che dovrà essere diverso, per tuttə.

È uno scambio di battute che lo scrittore Kurt Vonnegut ebbe col collega Joseph Heller alla festa di un miliardario su Shelter Island, e di cui KV raccontò al The New Yorker nel dicembre 2005:

KV: Joe, come ti senti a sapere che il nostro ospite nella sola giornata di ieri potrebbe aver fatto più soldi di quanti il tuo romanzo Catch-22 abbia guadagnato nella sua intera storia?

JH: Io ho avuto qualcosa che lui potrebbe non avere avuto mai.

KV: E cosa cavolo potrebbe essere, Joe?

JH: La consapevolezza che io ho avuto abbastanza.

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Andrea M. Alesci
Il Mentitore

Scrivo storie per piccoli umani, correggo testi per quelli grandi. Su Substack con la newsletter settimanale Linguetta.