La letteratura per credere all’invisibile

“Il calamaro gigante” di Fabio Genovesi è la storia di una meraviglia subacquea di cui facciamo parte tutti quanti.

Andrea M. Alesci
Il Mentitore
3 min readJul 1, 2021

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Non è un romanzo, ma c’è dentro l’inverosimile.
Non è un saggio, ma ci sono dei fatti.
Non è una poesia, ma ci si trova dei versi.
Non è un’autobiografia, ma s’aggira un piccolo Fabio.
Non è niente di tutto questo, eppure è anche tutto di tutto questo.
È un libro, l’ultimo, di Fabio Genovesi.

Del mare non sappiamo nulla.
Nulla di nulla, eppure il mare è quasi tutto.

Il calamaro gigante è una storia di cose che sappiamo, cose che non sappiamo e cose che dimentichiamo (di sapere). È un libro in cui s’aggira fin dalle prime pagine un bambino, perché solo nella forma invisibile di un bambino riusciamo a vedere le cose invisibili che ci circondano da grandi.

Perché quando sei bambino fai una cosa potentissima che poi non riesci quasi più a fare: ti fidi, ti affidi, credi. Insomma: ti tuffi in mare. Già, il mare, è lì che scendiamo, giù negli abissi per riuscire a vedere “la Cosa […] inafferrabile come i sogni, incomprensibile come i sogni”.

Il racconto di Fabio Genovesi affonda nel tempo come un palombaro scende sott’acqua, ci porta al cospetto della creatura colossale, per farci sentire la sua presenza.

L’avvistamento insomma è solo un’allucinazione collettiva, niente più. Ispirerà Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne, e tanti altri libri e illustrazioni. Ma appunto viene preso così, come una favola. Perché quella Cosa gigantesca è inammissibile, è inaccettabile, quindi non è.

Fabio Genovesi ci porta accanto a tutti quelli che nella Storia avevano scritto le loro storie minime avvistando, vedendo, sognando, trovando l’inimmaginabile: il calamaro, il capodoglio, lo Sciu-Cak, il Kraken. Siamo lì con loro mentre ci provano e ci siamo pure quando qualcuno scrive le loro storie legate al calamaro.

Calamaro, che è una parola che viene da calamaio. E allora il calamaro, con il suo inchiostro, è una specie di penna gigante con cui scrivere storie.

È il regalo più grande che si possa fare a qualcuno, raccontare la sua storia.

Le storie sono tutto, si muovono insieme a noi.

Bisogna credere alle storie, anche quando tutto sembra opporsi per sbriciolarle; perché poi arriva il momento in cui un’occasione fortuita porta a galla un pesce preistorico come il celacanto e poi il polpo colossale. E poi piovono calamari. Giganti.

Ma i calamari non sappiamo nemmeno come sono fatti finché non arrivano fritti nei nostri piatti.

I calamari, come le seppie e i polpi, sono astronavi aliene che aleggiano là sotto, piene di luci in ricognizione sul nostro pianeta.

Mentre le storie e la storia del Calamaro gigante va sotto e sopra la superficie del mare, capiamo che Fabio Genovesi ha costruito un ibrido letterario in grado di portarci nei territori dell’inesplorato, fatto di creature invisibili. Se riusciamo a vederle, capiamo che tutto ci riguarda qui sulla Terra.

Tout se tient.

Noi, gli animali nelle grotte di Lascaux, Babbo Natale, gli avventurieri, il capodoglio, i dinosauri, il mare. E il calamaro gigante.

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Andrea M. Alesci
Il Mentitore

Scrivo storie per piccoli umani, correggo testi per quelli grandi. Su Substack con la newsletter settimanale Linguetta.