Semplicemente Smoke

Nel 1995 il regista Wayne Wang dirige una piccola perla del cinema moderno. Lo fa insieme a Paul Auster, traducendo in immagini una storia che lo scrittore aveva composto nel 1990 per il magazine New York Times: si tratta del “Racconto di Natale di Auggie Wren”. Ne esce un film che dentro al fumo di sigaretta condensa tante piccole storie che a ogni nuova visione è un piacere riscoprire.

Andrea M. Alesci
Il Mentitore

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Breve riassunto in forma fumosa.

C’è una tabaccheria fra la 3° e la 7° a Brooklyn.

C’è il suo proprietario Auggie Wren (Harvey Keitel) che riempie album di fotografie che ritraggono quell’angolo ogni giorno alle 8 di mattina.

C’è uno scrittore, Paul Benjamin (William Hurt), in crisi d’ispirazione dopo aver perso la moglie per una pallottola vagante.

C’è un ragazzo che gli salva la vita e dice di chiamarsi Rasheed.

C’è questo ragazzo (che in realtà si chiama Thomas Cole) che fugge da un tale Rettile al quale ha sottratto il malloppo di un furto.

C’è questo pacco di soldi che in qualche modo legherà i personaggi.

C’è una bionda con una benda da pirata su un occhio che vorrebbe presentare a Auggie la loro presunta figlia, ormai 18enne, fatta di crack e incinta.

C’è un padre che si chiama Cyrus Cole (Forest Whitaker) che dirige un garage scalcagnato e ha nel moncherino al posto del braccio sinistro il memorandum di un passato impossibile da dimenticare.

C’è chi scappa, chi scrive, chi parla, chi ascolta, chi si commuove, chi ride.
Soprattutto, c’è tanto fumo.

E c’è un racconto di Natale di Auggie Wren a dare senso a tutto quanto.

C’è un film (girato da Wayne Wang, ma sceneggiato e codiretto da Paul Auster) che vale davvero la pena vedere.

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Andrea M. Alesci
Il Mentitore

Scrivo storie per piccoli umani, correggo testi per quelli grandi. Su Substack con la newsletter settimanale Linguetta.