#001 — Birdman o (l’Imprevedibile virtù dell’ignoranza)

Uno dei migliori film degli ultimi anni (secondo me naturalmente). O la trasposizione sul grande schermo della vita di Micheal Keaton / Riggan Thompson (a.k.a Batman / Birdman).

Davide Rota
Il mercatino delle recensioni

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Genere: commedia
Mood:
Rum Cooler
Ispirazione:
Robert Altman

Perché non ti metti le ali e il costume da…PIPISTRELLO?

Uccello o pipistrello, fa lo stesso. Quando ti trovi difronte ad una così ben riuscita e sottile trasposizione cinematografica della vita di una star, non puoi che inchinarti e toglierti il cappello.

Perché Birdman o (l’Imprevedibile virtù dell’ignoranza), diciamocelo, è la cruda trasposizione della vita di Micheal Keaton, il solo vero e unico Batman che in una notte del lontano 1989 ha gettato le basi per la nascita (vent’anni dopo) di uno dei filoni cinematografici più redditizzi di sempre.

E come Batman/Keaton, così l’Inarrituano Birdman/Thompson è vittima del suo passato e non riesce a scrollarsi di dosso quell’interpretazione che ne ha maledetto la carriera. Una carriera che, nonostante gli innumerevoli sforzi, l’ha inesorabilmente declassato al livello “ah sì, mi ricordo, l’attore che ha fatto…” e che ne fa una bomba dal grande potenziale nascosto, sempre pronta a esplodere.

Ma veniamo a noi e analizziamo i 3 punti fondamentali dell’intero film (per il sottoscritto):

  • Birdman | Riggan Thompson

L’indiscusso (oltre che sulla carta) protagonista della pellicola. Non ha vinto l’Oscar, ma voglio comunque esprimere tutta la mia stima per l’interpretazione di Keaton.

Come accidenti siamo finiti qui? In questa fogna. Eri una star del cinema, ricordi?

Forse proprio per la consapevolezza di essere il vero soggetto del film, non fa altro che interpretare se stesso e tutto quello che — forse — non potrebbe fare e/o dire nella vita reale.

This is my fuckin’ show…”. Puoi dirlo forte Micheal!

Tantissimo rispetto per questa interpretazione (DA OSCAR) e per la sua capacità di lasciarsi tra dire da ogni singola emozione che lo coglie durante i lunghi piano sequenza. Perfetto.

  • Sam Thompson

Mi ti ca. Emma Stone supera se stessa e tenta di spodestare Keaton dal trono con un’interpretazione allucinante e allucinata. I dialoghi sono perfetti e il monologo principale (poco più sotto) sarebbe da vedere in continuazione, ancora e ancora.

Fuck. Sarà il piano sequenza, sarà che non ha preso le sue medicine, sarà che anche lei è uscita da poco da un rehab (ignoro se ci sia mai stata, ma chi dei lor signori hollywoodiani non ci passa almeno un mesetto? Così tanto per…) ma la sua mimica, i suoi occhi a palla, i suoi cambi di espressione mi hanno lasciato turbato. Perfetta.

  • Piano sequenza

Scelta azzeccata. Preparatevi a seguire gli spostamenti dei protagonisti in ogni momento. Seguire Riggan e vedere sullo sfondo Sam; passeggiare per le strade di Broadway e assaporare la vita quotidiana dei newyorkesi; imbarazzarsi con il protagonista mentre cammina in mutande per Time Square. E tutto questo, surclassando di gran lunga il chiacchierato Gravity, che certo non voglio portare come sommo esempio dei piani sequenza (anche perché non ne capisco molto). Perfetti.

Che dire, spero che questa brevissimissima e superficialissima recensione sui generis di Birdman o (l’Imprevedibile virtù dell’ignoranza) possa ispirare i più indecisi che questa sera passeranno ore davanti all’elenco dei “cento film da vedere prima di morire” senza cavarne un ragno dal buco.

La gente. Loro amano il sangue, adorano l’azione. Detestano queste noiose, deprimenti, stronzate filosofiche!

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Davide Rota
Il mercatino delle recensioni

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