Prima tappa: Georgia

Il mondo in una volta
Il mondo in una volta

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Che la nostra avventura sarebbe iniziata con la Georgia, già lo sapevate. Sono in tanti ad averci chiesto — ma perché proprio la Georgia? Ad essere sinceri, non era nei nostri piani: noi volevamo inoltrarci subito nell’oriente più profondo. Ma poi ci siamo resi conto che sarebbe stato un inizio troppo hardcore.

La scelta della Georgia è andata bene o male così: abbiamo guardato il mappamondo e cercato uno stato che potesse servire da “aperitivo” per destinazioni più impegnative. Prima di questo viaggio, non l’avevamo mai presa in considerazione. A mala pena sapevamo della sua esistenza.

Nata quasi come un “ripiego”, alla fine la Georgia è stata una piacevole sorpresa.

Che cosa abbiamo scoperto in Georgia?

I georgiani sono grandi guidatori, a destra e a sinistra. Arrivati a Tbilisi abbiamo subito notato macchine con volante sia da un lato che dall’altro — vi assicuriamo che fa una certa impressione. La verità è che ufficialmente la guida è a destra (auto con il volante a sinistra, per intenderci), ma tantissime macchine arrivano di seconda mano dal Giappone, dove appunto la guida è a sinistra.

I georgiani bevono — e bevono tanto. Per essere considerati dei veri uomini, bisogna buttare giù almeno 3 litri di vino a serata. A loro discolpa, è giusto dire che il vino locale è decisamente più leggero del nostro. Resta il fatto che i georgiani amano bere in compagnia, principalmente vino e chacha (la loro grappa). Non disdegnano neppure il mangiare: piatto tipico è il Khachapuri, una sorta di pizza/focaccia di Recco. Buona è buona, ma non ci sentiamo di metterla sullo stesso piano della nostra pizza (che già un po’ ci manca). Altri piatti da provare sono il Khincali (involtini di pasta ripiena di carne, con tanto di sughetto all’interno) e il Lobio (zuppa speziata di fagioli e verdure).

Un po’ come a Recco, ma più pesante

Siccome i georgiani amano banchettare con familiari e amici, anche le porzioni al ristorante sembrano essere calcolate per più persone (senza essere dichiarato nel menu). Mangiare, bere e godersi la vita — non a caso i Georgiani si sentono parecchio simili a noi italiani.

Zuppe d’estate

L’inglese è una lingua piuttosto sconosciuta agli abitanti della Georgia. Anche a Tbilisi, la capitale, si trovano poche persone con un buon livello di inglese — il che ci ha fatto sentire paradossalmente bene, fuori dal tempo. Camminando per i vicoli della città vecchia, sentirete parlare questa lingua affascinante (di cui non si capisce assolutamente niente), vedrete insegne in georgiano (anche loro incomprensibili, ma che alfabeto meraviglioso) e incontrerete botteghe, bar e piccoli negozi decadenti che non sembrano appartenere al XXI secolo.

Tutto chiaro

Ma basta arrivare al fiume che tutto cambia: il moderno Ponte della Pace, il Rike park con le installazioni d’arte, i grattacieli sullo sfondo. Tbilisi, insomma, è una città che cresce — ma solo a tratti.

Ponte della Pace (quello non sono io)

I georgiani sono un popolo dalla doppia faccia. Durante la gita a Kazbegi (meta irrinunciabile se deciderete mai di andare in Georgia) abbiamo avuto il piacere di farci accompagnare da Lavani, una guida del posto. Oltre a essere uno dei pochissimi autoctoni a parlare un inglese quasi fluente, Lavani è un fiero georgiano che non perde occasione per ostentare la grandezza della sua terra, delle sue origini e la ritrovata prosperità del suo paese. Quando lo si sente parlare dei vigneti, delle montagne del Caucaso e di Tbilisi, la sensazione è quella di essere di fronte a un popolo giovane, proiettato verso un futuro roseo e che si è lasciato alle spalle le brutalità del passato. Ma non è così. I segni del comunismo e delle successive guerre civili, oltre a essere chiaramente visibili nei grattacieli abbandonati che spuntano qua e là per tutta Tbilisi, emergono con prepotenza appena si comincia a parlare dei popoli confinanti.

Nessuno dei georgiani che abbiamo incontrato è riuscito a mantenere il sorriso parlando dei russi o dei turchi. La Georgia è sì un paese in crescita, ma la strada per chiudere le dolorose ferite del passato sembra essere ancora lunga.

In Georgia non mancano le montagne. Alte, verdi, ricoperte di una vegetazione molto diversa dalla nostra che ti invita a rotolarci sopra. La stessa Tbilisi è una città sali e scendi, circondata da alture raggiungibili con funicolare e funivia. I suoi edifici più belli e imponenti — la statua di Kartlis Deda (Madre della Georgia) e la Sameba (la Cattedrale) — sorgono proprio in alto, quasi a voler sorvegliare (e giudicare, considerato quanto sono austeri) l’intera città.

Kartlis Deda

L’ultima scoperta riguarda il panorama musicale georgiano, di cui non sapevamo nulla. La Georgia vanta una ricca cultura musicale, principalmente folk. Noi abbiamo avuto modo di ascoltarla in giro per la città e durante il nostro viaggio a Kazbegi (un buon tre ore di musica georgiana). Vi lasciamo con un pezzone folk — magari finisce che vi appassionate pure voi.

Originally published at www.ilmondoinunavolta.com on September 8, 2018.

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