Il modello ASOO per la gestione di progetti performance

È il modello che ho ideato, progettato e messo a sistema affinché le persone trovassero meno complicata la vita nel day-to-day.

Simone Barilaro
Il peso delle parole -
5 min readJun 29, 2022

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Banale grafica fatta con Canva.com

Per chi fosse un po’ indietro su di me faccio un rapido aggiornamento su quel che faccio. Se sei nuovo: ti dico cosa faccio.

Oggi sono performance marketing specialist in Enzima. Una piccola agency
— che mi piace chiamare bottega creativa — che trasuda artigianalità. Ogni progetto portato avanti viene selezionato con cura e gli output che consegniamo, spesso, sono davvero sartoriali. Non c’è mai un evergreen per nessuno. È day 1 ogni giorno. Per ogni cliente. Ed è un valore incredibile.

Si, la stai a ‘butta in caciara. Ma di base che fai?

Facile. Ho l’esempio perfetto: io sono quello che fa comparire le sponsorizzate — solitamente su Facebook, LinkedIn, TikTok, Google o Instagram — dopo che tu, tua madre e/o tuo padre avete visitato visitato il vostro sito preferito di scarpe. E spesso riesco anche a farvi inserire il metodo di pagamento e a farvele comprare! Si chiama retargeting. Ossia ti inseguo nuovamente dopo che tu hai compiuto un’azione (più o meno importante) verso il business che sto aiutando a crescere online. In questo caso il negozio di scarpe online.

No. Non molesto e non seguo le persone. Non faccio indagini. Si chiama advertising. Il bel mondo del marketing online degli ultimi tempi. Tanti numeri, tante dashboard e tanti clienti esigenti.

Fatta breve: aiuto persone e aziende (che sono organizzazioni composte da persone 😂) a fare qualcosa di buono online. Che sia vendere di più, creare più contatti, ottenere più seguito online. L’importante è il risultato. Da qui performance marketing

ASOO cos’è?

No, non è l’abbreviazione di “a’sooreta”. Anche se per quanto mi fa ridere questa cosa che ho scritto avrebbe benissimo potuto esserlo. ASOO è la — parziale soluzione — alla complessità.

È un acronimo che ho coniato io. Sta per Audit, Strategy, Operative, Outcome.

Ma perchè?

Perchè il marketing non è rosa è fiori. Non è Dubai, lamborghini e villoni.

È — per me — gestire la complessità dei progetti, delle persone coinvolte del far filare tutto liscio. Nasce da un problema che sentivo mio nel day-to-day.

Mi sono chiesto:

Come posso rendere la vita più semplice per me e per quei due gatti del team performance di Enzima? Come possiamo oliare tutto?

Mettendo in piedi un sistema. Aggiungendo: meglio se replicabile e scalabile anche per gli altri team. Perchè se tu ci stai dentro e risparmi tempo non dovrebbe esser così anche per un tuo collega? Da qui nasce ASOO.

In ogni caso la vita, con bastonate clamorose, mi ha insegnato che non tutto può esser sotto controllo. Bruce Lee diceva: “Empty your mind; be formless, shapeless like water”.

Ma a lavoro spesso e volentieri, alcune cose vanno per forza messe a sistema.

Per il tempo, per la qualità dell’output e per renderti la vita più facile. Avere qualcosa che già funziona e che sta in piedi ti fa dormire tranquillo rispetto al “reivent the wheel” (fase celebrissima del mondo startup).

E poi la mission era di aiutare le persone e fare del bene. Quello è stato il mio cruccio dal giorno in cui ho detto: “ok tutto sta diventando complesso. Va bene la complessità ma strutturiamoci per fronteggiarla”.

E allora ecco ASOO.

A sta per audit

Audit: È il nostro primo step insieme con il cliente. Dove ci annusiamo. È la fase di studio — piuttosto strutturata — sul cliente, sul suo business, i suoi numeri, il suo mercato, i suoi competitor, i vari costi e su, in generale, quello che ha fatto fino ad ora.

Solitamente ci vogliono 20–30 giorni lavorativi, pieni.

L’output è la presentazione dello studio, spesso in presenza. Ci teniamo a darci la mano. Fa tutta la differenza del mondo e di certo con il display di mezzo non crei il miglior clima possibile.

Insomma meglio de visu.

In quel meeting si ottengono molte risposte su come andranno le cose. C’è un documento molto ben fatto, a detta di altri, che però non posso condivedere. Sotto sotto NDA con me stesso.

Del resto se non sappiamo in che mare navighiamo, do’ andiamo?

Pure gli OKR del documento c’ho messo. Roba nerdissima. Forse inutili, forse no. Chiederò al team. PT.1

S sta per strategy

Strategy: qui è dove andiamo a definire gli obiettivi, i canali, i budget e le persone che andranno coinvolte e tutte altre cose un po’ noise, ma che vanno messe nero su bianco.

Fatta romantica: qui è la fase dove abbiamo finito di annusarci e insieme cominciamo a progettare un futuro migliore per il business del cliente. Anche qui 10–15 giorni.

Del resto se non sappiamo quello che dobbiamo fare e senza una direzione, do’ andiamo?

Pure gli OKR del documento c’ho messo. Roba nerdissima. Forse inutili, forse no. Chiederò al team. PT.2

O sta per operative

Operative: iniziano le danze. Il kick-off è con il setting delle piattaforme, delle prime campagne e di tutto ciò che abbiamo definito in fase strategica. Adesso è il momento in cui diciamo: sporcamose le mani. Operative era un grande indizio. Solitamente ci impieghiamo 7 giorni lavoritivi.

Del resto se non ci diamo da fare ‘do annamo? In Revolut il mantra è never settle. Ecco, ‘na roba così per farti un quadro al volo.

Pure gli OKR del documento c’ho messo. Roba nerdissima. Forse inutili, forse no. Chiederò al team. PT.3

O sta per outcome

Outcome: ok dopo questi tre step in cui abbiamo fatto il mazzo vero, che si fa? Come comunichiamo il valore generato (aka gli outcome) al cliente? Con report e call 1:1 e dando un attenzione maniacale alle sue richieste, Massima disponibilità sempre su questo.

Del resto senza misurare le cose, come comunichiamo il valore alle persone per cui lavoriamo? Quindi, pure per qua do’ annamo?

Pure gli OKR del documento c’ho messo. Roba nerdissima. Forse inutili, forse no. Chiederò al team. PT.4.

Gestire la complessità non è mai banale. Lo dice il nome stesso. Il segreto, per me, sta nel sapersi adattare e essere proattivi verso modelli che siano utili e replicabili per le persone. La vita è bella quando è più semplice. Non può essere sempre tutto challenging e/o una fatica disumana.

Se trovi del valore nelle mie parole, diffondi il verbo condvendomi e taggandomi dove vuoi. Mi trovi come @simonebarilaro pressoché ovunque. Se invece pensi sia utile chiacchierare scrivi a simonebarilaro@gmail.com. Per me è prezioso raggiungere nuovi lettori. Daje!

Il peso delle parole è una rubrica scritta senza bozze, revisioni o feedback di alcun tipo. Non vi è una frequenza di pubblicazione dettata da nessuno. Raccoglie pensieri, sensazioni e riflessioni derivanti dalla quotidianità di un romano, con un leggero stile umoristico e tanti errori di battitura.

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