Perché anche tu dovresti leggere il Libro dei Caduti di Malazan

Dioniso Ade
Il Regno di OZ
Published in
6 min readMar 11, 2017

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(Sì, proprio tu)

Photo by Sdoble

Premessa: nessuno mi paga per scrivere questo articolo. Né la casa editrice, né tantomeno l’autore. Sono un blogger e uno scrittore sconosciuto, la cosa non avrebbe senso per nessuno. Scrivo quello che scrivo solo perché lo penso, e perché voglio condividerlo con il maggior numero di persone possibile, perché la serie di Malazan merita.

Per iniziare spieghiamo brevemente di cosa sto parlando.

Il Libro dei Caduti di Malazan (The Malazan Book of the Fallen) è una serie di dieci volumi di genere fantasy, ad opera di Steven Erikson. Alcuni di voi stanno già pensando di smettere di leggere questo mio pezzo per il solo fatto che qui si parla di fantasy: aspettate, per favore. Malazan è fantasy solo perché non c’è una parola precisa con cui poterlo definire. Epica potrebbe essere una parola più adatta, per esempio.

Quelli di voi che invece vogliono fermarsi solo perché qui si parla di libri: beh, voi potete anche andarvene. Dopotutto c’è Candy Crush che sta aspettando.

Nata dalla collaborazione tra Steven Erikson e Ian Esslemont, inizialmente l’idea era per un gioco di ruolo, non per dei romanzi. Si era poi evoluta in quella che doveva essere la sceneggiatura di un film, ma che alla fine diventò invece il primo dei dieci volumi della serie, Gardens of the Moon, pubblicato nel 1999. Da lì partì quella che a tutti gli effetti è una delle più grandi saghe fantasy di tutti i tempi, e che, lo dico subito, è già completa. Niente attese alla George R.R. Martin o alla Patrick Rothfuss. Niente sperare che l’autore finalmente si decida ad andare avanti e finire quella cazzo di storia. No, Steven Erikson ha pubblicato circa un libro all’anno, finché a febbraio 2011 ha completato la serie con The Crippled God. Non solo, nel frattempo ha scritto altre cinque novelle basate su dei personaggi secondari della storia. Adesso, prendendosela giustamente con più calma, sta completando una trilogia prequel e ha pianificato un’altra trilogia che dovrebbe essere una sorta di sequel, anche se non dovrebbe c’entrare niente con la serie originale.

Erikson non è uno scrittore, è una macchina da guerra. Realizzare come quello che scrive sia anche di qualità sopraffina è qualcosa con il potere di distruggere l’ego di qualsiasi altro autore.

Giusto per informazione, anche Esslemont sta pubblicando una serie parallela legata al mondo di Malazan. Per chi non ne ha mai abbastanza, sono già usciti altri sei libri di questo autore. A parte un paio di eccezioni però, questi volumi non sono sfortunatamente al livello del Libro dei Caduti.

Quindi, a parte il fatto (non indifferente) che si tratta di una serie fantasy già completa, quali sono gli altri motivi per cui tutti dovrebbero leggere Malazan?

Inizio riprendendo quanto già detto: la qualità della scrittura di Erikson è altissima. A volte, ma è un’opinione personale, il Nostro diventa forse un po’ troppo riflessivo, ma per il resto lo stile e la resa di questo autore sono di un livello difficile da trovare, non solo nel campo del fantasy, ma in generale nella letteratura contemporanea. Questo però non è il motivo fondamentale per cui Malazan è quello che è.

Il motivo fondamentale è la storia.

Stephen King in On writing spiega che la storia in un romanzo è come il motore in una macchina: è inutile che tu abbia la carrozzeria sfavillante di una Rolls Royce (lo stile), se poi sotto il cofano il motore è quello di una 500.

In Malazan il problema non sussiste. La carrozzeria è senza dubbio quella di una Maserati, ma il motore è quello di una Lamborghini. La storia è qualcosa di enorme, qualcosa di memorabile, qualcosa di epico. Non uso a caso la parola epica, e se dovessi definire Steven Erikson l’Omero del XXI secolo non guardatemi ad occhi sbarrati: non sto bestemmiando, ma esprimendo un fatto. Ogni volume della serie è autoconclusivo, a parte il nono e il decimo che sono strettamente legati, ma la storia è una e una sola, ed è Grande. Quando qualcuno mi parla di George R.R. Martin e mi dice che ha creato qualcosa di speciale con le sue Cronache del Ghiaccio e del Fuoco io lo guardo con sufficienza e lo invito a prendere in mano un volume qualsiasi della serie di Malazan. C’è più storia in un solo libro di Erikson che in tutti quelli di Martin messi assieme. Non che quest’ultimo scriva male o non abbia fatto del gran bene al fantasy in generale, ma paragonare i due sarebbe come paragonare Renzo Piano a mio cugino che gioca con i Lego. La scala è quella.

In Martin (che ho letto integralmente, senza rilevare niente di particolare per chi è un aficionado del fantasy) ci sono alcuni regni umani, alcuni intrighi, diversi personaggi, qualche strage, qualche battaglia (almeno credo, non ne ricordo di memorabili), qualcosa di sovrannaturale e qualche drago.

In Erikson d’altra parte ci sono interi continenti in cui coesistono regni umani e di altre razze, ci sono mondi nascosti e mondi paralleli, centinaia di personaggi e nessuno anche solo abbozzato o stereotipato, battaglie epiche, magia sottile e magia impressionante e tutto il sovrannaturale che si può volere. Ci sono intrighi all’interno di intrighi all’interno di labirinti, c’è amore profondo e odio altrettanto profondo, ma ci sono anche elementi comici, elementi horror, ed elementi thriller, oltre perfino ad elementi di critica sociale. C’è il cinismo di chi ha visto troppo nella vita, e c’è l’innocenza di chi ancora può sognare. C’è il Giusto e lo Sbagliato, ma ci sono anche tutte le scale di grigi che li separano e che rendono il mondo reale molto più complicato di un romanzo di fiction “normale”. E ci sono i draghi, draghi seri. In Erikson c’è tutto, c’è la Vita in ogni sua sfaccettatura, ed è questo il motivo principale per cui tutti dovrebbero leggerlo. Quello che ti lasciano questi libri è qualcosa che nient’altro riesce a lasciarti.

E se tutto ciò non bastasse, questi libri insegnano: insegnano la futilità della guerra, la crudeltà dell’Uomo e la sua poca memoria di fronte alla Storia. In particolare inoltre insegnano la stupidità del Sistema in cui ci siamo tutti volontariamente cacciati e che non provoca altro che disperazione, distruzione e morte a noi e a tutto ciò che è intorno a noi.

Non fosse altro che per questi insegnamenti, questa sarebbe una serie da far leggere ai bambini dal primo anno delle elementari. Punto.

Se tutti questi motivi non bastassero per convincervi a comprare subito sulla fiducia tutti i dieci libri, ve ne darò altri tre: Fiddler, Anomander Rake, Karsa Orlong. Non ne nomino altri solo per motivi di spazio, ma all’interno di questa saga ci sono personaggi che rimarranno con voi per sempre. Ognuno ha i suoi preferiti e tra i lettori della serie si sprecano le lodi su Icarium, Cotillon, Coltaine, Whiskeyjack. Anche voi scoprirete i vostri e ve lo posso assicurare: non li dimenticherete più.

Sarò sempre grato all’amico che mi ha fatto scoprire questo capolavoro e che mi ha prestato i primi libri. Ricordo ancora che, dopo aver letto il primo volume, I Giardini della Luna, avevo pensato solo “Carino”, e mi ero fatto dare anche il secondo. Arrivato ad un quarto di quello ero andato in libreria e avevo ordinato tutto il resto della serie. Il primo libro, a tutti gli effetti, è il più debole della saga, ma da quello successivo c’è un innalzamento della qualità spaventoso ed è infatti a partire da La Dimora Fantasma che ci si innamora davvero di Malazan.

I fortunati che iniziano ora (a meno che non conoscano bene l’inglese e si abbeverino alla fonte originale come ho fatto io) possono anche usufruire di una nuova edizione più economica della serie, che include una nuova, migliore, traduzione e che finalmente porterà a compimento la pubblicazione dell’opera anche in lingua italiana, visto che prima era rimasta bloccata all’ottavo volume.

Ah, che invidia per chi entra ora in questo mondo per la prima volta. Si tratta certamente di una lettura complessa, non di un Twilight o di un Moccia, ma quante scoperte vi attendono. La Marcia di Aren, la Guerra Pannion, i Cacciatori d’Ossa e quant’altro ancora. Vi porterete dietro questa storia per la vita, e nel frattempo avrete probabilmente tolto un velo dai vostri occhi e potrete guardare anche al mondo reale in maniera diversa.

Andate e leggete, ragazzi. Non ve ne pentirete.

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