COME TRASFORMARE UNA SCOPERTA SCIENTIFICA IN UNA STARTUP #3

Mirnagreen Stories
Il segreto della natura
4 min readJul 14, 2018
“Carico di salute su mare vivente”, 2018 (per gentile concessione di V. Giambartolomei)

Nei precedenti post si è parlata della dimensione scientifica di Mirnagreen, startup nutraceutica che ha scoperto gli straordinari benefici del microRNA vegetale. In questo post, la conversazione con il fondatore della startup, il dottor Roberto Viola, vira sulla dimensione imprenditoriale di Mirnagreen; sul lungo percorso che ha trasformato una scoperta scientifica da laboratorio, in una startup tangibile con un laboratorio in Trentino-Alto Adige.

“Navicella fruttariana”, 2018 (per gentile concessione di V. Giambartolomei)

Dottor Viola, per uno scienziato come lei è stato arduo diventare imprenditore?

Non è stato semplice. Vede, io ho sempre fatto ricerca, nella mia vita, anche se quando ero direttore del Centro ricerca e innovazione della Fondazione Edmund Mach ho potuto acquisire skills di natura manageriale molto utili nell’attività di impresa. In ogni caso la mentalità del ricercatore e quella di un imprenditore, nel concreto, sono molto diverse. Per fortuna come ricercatore ho sempre avuto un forte interesse a fate attività di ricerca con delle potenzialità applicative. La ricerca fine a sé stessa non mi è mai interessata molto. E il fatto di aver sviluppato, a un certo punto della mia carriera, una conoscenza che non era fruibile da altri perché non esistevano le tecnologie ad hoc, mi ha spinto a dire: “Beh, proviamoci noi, creiamo una startup”.

È stato un passo difficile?

È stato abbastanza naturale, in realtà. Certo, è una sfida vera. Oggi, da un punto di vista personale, sono completamente coinvolto e assorbito da Mirnagreen, e mi trovo completamente a mio agio nei panni dello startupper. Anche perché il contenuto scientifico di questa attività è elevatissimo, quindi c’è la necessità di un costante aggiornamento… Ovviamente l’impegno è significativo, ma sappiamo che ne vale la pena, perché il potenziale di Mirnagreen è enorme. Non a caso abbiamo preso parte, come finalisti, a competizioni di rilevanza internazionale, ad esempio alla Hello Tomorrow Global Challenge (sezione Wellbeing), o alla Bayer G4A Generator, in quel di New York. Stiamo parlando di gare per le cosiddette deep tech startups, ossia le nuove aziende ad alto o altissimo contenuto tecnologico. Per inciso, è raro che una startup italiana del settore biotech riesca a competere con le migliori startup del mondo; per noi questo è un motivo di orgoglio.

L’impegno è significativo, ma sappiamo che ne vale la pena, perché il potenziale di Mirnagreen è enorme. Non a caso abbiamo preso parte, come finalisti, a competizioni di rilevanza internazionale.

Conferma il forte e continuo interesse internazionale nei confronti di Mirnagreen?

Sì, diciamo che l’interesse è molto elevato. Del resto il settore della nutrizione preventiva (parliamo pure di nutraceutica), è in una fase di boom, i consumatori sono sempre più sensibili su questo tema, e la domanda è alle stelle. Si tratta di un mercato che continua a crescere, con un tasso di incremento del 7–10% annuo, a dispetto dei rallentamenti economici. Tra i consumatori c’è una grande fame di novità, anche se nell’ambito dei micronutrienti di novità, sino ad oggi, ce ne sono state davvero poche; anzi, nessuna. È chiaro dunque che quando è spuntata all’orizzonte Mirnagreen, con una scoperta sostanzialmente rivoluzionaria (addirittura una nuova classe di micronutrienti!), c’è stato subito un fortissimo interesse da parte degli operatori del settore. Noi non abbiamo ancora testato il nostro prodotto sul mercato dei consumatori, la nostra è una strategia B2B: ci posizioniamo come produttori e fornitori di un nuovo ingrediente…

“Fico astrale”, 2018 (per gentile concessione di V. Giambartolomei)

In altre parole l’obiettivo di Mirnagreen, a oggi, è rifornire le aziende che poi realizzeranno i vari tipi di prodotto da proporre ai consumatori finali?

Sì, esatto. Il nostro prodotto, i microRNA vegetali, potrà essere utilizzato sia sotto forma di integratori nella nutraceutica, sia all’interno di alimenti e bevande funzionali. Noi proponiamo un uso quotidiano di tali micronutrienti, un’integrazione alla dieta finalizzata a fungere da agente protettivo del sistema immunitario. Oltre all’uso tradizionale per via orale, proponiamo anche l’uso topico, cioè i miRNA per il settore cosmeceutico. Come sappiamo, la cosmeceutica è molto focalizzata sul tema dell’ageing, e quindi si cercano soluzioni in grado di ridurre il processo dell’ageing del derma, dal punto di vista estetico.

Il nostro prodotto, i microRNA vegetali, potrà essere utilizzato sia sotto forma di integratori nella nutraceutica, sia all’interno di alimenti e bevande funzionali.

E poiché il processo dell’ageing degli epiteli è direttamente associato a processi infiammatori (si parla, infatti, di inflamm-ageing), allora una molecola che possa essere usata per ridurre o attenuare i processi infiammatori a livello di derma riscuote estremo interesse. Tra l’altro, tornando alle medicine tradizionali di cui parlavamo prima, il fatto che decotti, unguenti e applicazioni esterne di vegetali fossero utilizzati nel passato per contrastare l’invecchiamento della pelle ci induce a pensare che alcune di queste loro proprietà fossero dovute proprio ai miRNA.

Per maggiori informazioni, si visiti il sito http://www.mirnagreen.com/

[Intervista a cura di G. Catania]

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